Da appassionati e professionisti della comunicazione in campo automobilismo storico, viviamo ogni giorno a contatto con figure leggendarie delle corse. Ma con Tazio Giorgio Nuvolari, nato a Castel d’Ario (Mantova) il 16 novembre 1892, 128 anni fa, abbiamo un legame particolare.
Anzitutto perché, secondo noi ma non solo, è il più grande di tutti. Campione delle due e delle quattro ruote, inizia a correre solo nel 1920, quando ormai è prossimo ai trent’anni.
In moto conquista 69 vittorie, 1 titolo di Campione d’Europa, 2 titoli di Campione d’Italia, 3 primati internazionali di velocità. In macchina Nuvolari è l’uomo da battere sui circuiti di tutto il mondo: Europa, Africa e America, alla guida di Alfa Romeo della Scuderia Ferrari, Maserati e Auto Union ma desiderato e corteggiato da tutti gli altri.
Lo abbiamo ricordato così pochi mesi fa, in occasione dell’anniversario della sua scomparsa:
“Tazio Nuvolari è quello che vince sulle mastodontiche Auto Union che guida, lui, piccolo e minuto, guardando la strada attraverso l’enorme sterzo; è quello che corre a Torino senza volante; è l’italiano che in America vince l’incredibile Coppa Vanderbilt; è ancora quello che ammutolisce i gerarchi nazisti facendosi beffe delle “frecce d’argento” e vincendo in Germania su una vecchia Alfa Romeo.
È il primo “divo” della storia dell’automobilismo, la star che viaggia su un aereo privato ma che conserva un animo sensibile, che esprime attraverso la sua passione per la fotografia. È il pilota che corre abbigliato con la propria “griffe”: il marchio con le sue iniziali e la tartaruga regalatagli dal Vate, Gabriele D’Annunzio.
Ma è anche l’uomo che alterna tanta fortuna in pista a tanta sfortuna nella vita: a nove anni di distanza l’uno dall’altro perde entrambi i figli, Giorgio e Alberto, ambedue diciottenni, per malattia.
Ferdinand Porsche lo definì «il più grande pilota del passato, del presente e dell’avvenire». Aveva ragione. Tanti grandi piloti seguiranno nel tempo, da Fangio a Senna a Schumacher. Nuvolari è stato qualcosa di diverso. È stato un precursore, un pioniere, un modello da seguire e a cui ispirarsi. Un uomo piccolo nella statura ma di grande talento e coraggio.”
Come attori e operatori del motorismo storico ci incontriamo con Tazio diverse volte l’anno. Quando corriamo la Mille Miglia, quando partecipiamo al “Gran Premio Nuvolari”, quando giriamo a piedi per le vie della sua Mantova, città che ospita il bel museo a lui dedicato, quando giriamo sul circuito o leggiamo l’ora sull’orologio che portano il suo nome.
Quando ci troviamo al cospetto delle potenti Alfa Romeo degli anni trenta o alle agili e svelte Cisitalia D46. Alla fiera di Padova di quest’anno c’era proprio la sua, quella del “Nivola”, quella famosa della Coppa Brezzi e dei due giri senza volante.
Ma, soprattutto, ce lo sentiamo accanto quando attraversiamo l’Italia su e giù a bordo della bellissima Cisitalia 202 SMM della collezione del MAUTO, il Museo dell’Automobile di Torino (dove è esposta quando non è in gara) e ce lo immaginiamo in quell’edizione del 1947 quando, stanco e già malato, sotto una pioggia scrosciante è costretto a cedere la vittoria a Clemente Biondetti, che viaggia comodo e sicuro a bordo di una potente, e soprattutto chiusa, Alfa Romeo 3000.
Un episodio celebre, che abbiamo ricordato più volte ma di cui riviviamo il fascino e l’eroismo ogni volta. Grazie ad esso, Tazio Nuvolari è stato anche il primo pilota al mondo a cui è stata dedicata ufficialmente un’automobile, la Cisitalia 202 Spyder Mille Miglia “Nuvolari”.
E noi, ogni volta che saliamo a bordo di quella che è diventata anche un po’ la “nostra” Cisitalia, gli dedichiamo un pensiero. Tazio nasce oggi, 16 novembre, di un anno di due secoli fa. Di quale anno conta forse poco, Tazio correrà per sempre.