Il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile ospita la Ferrari 365P Berlinetta Speciale, prodotta da Pininfarina nel 1966 per il Presidente della Fiat.
Il Museo, in occasione dei vent’anni dalla scomparsa dell’Avvocato Giovanni Agnelli – e del restauro della vettura curato da Kidston SA – espone questa eccezionale vettura, di cui al mondo esistono solo due esemplari.
Sarà in mostra fino alla fine di febbraio 2023 in un allestimento curato da Giosuè Boetto Cohen al secondo piano del percorso espositivo del MAUTO.
Storia della vettura
La Ferrari 365 P Berlinetta Speciale è un prototipo realizzato da Pininfarina e presentato per la prima volta al Salone di Parigi del 1966, sulla base di un disegno di Aldo Brovarone.
Dalla matita di Brovarone nascono, negli stessi anni, anche la Dino prototipo del ’65 e i modelli 206-246.
Questi ultimi, destinati alla produzione di serie, beneficeranno del rilevante contributo dell’ingegner Leonardo Fioravanti. La vettura riprende molte delle linee delle due Dino, pantografate in grande. Nei ricordi di Brovarone, i tecnici dell’officina la chiamavano infatti il “Dinone”.
Le maggiorazioni sono evidenti soprattutto nel passo e nella coda. Peraltro, la meccanica è quella di un 12 cilindri longitudinale, di 4,4 litri, con i dovuti ingombri.
Rispetto alla Dino “Parigi” del’65, la 365P ne ritrova la primissima stesura, con i due classici fanali ricavati nei parafanghi e la presa d’aria centrale.
Proprio questi dettagli, che torneranno nelle 206-246 di serie, erano poco graditi ad Enzo Ferrari, che voleva mantenere una certa demarcazione tra le Rosse maggiori e la nuova, piccola Dino a motore centrale.
Il prototipo viene presentato al Salone parigino nel colore “bianco gardenia” e verrà riproposto a Londra e a Torino ’66 nello stand Pininfarina.
In parallelo, però, era già stata sviluppata una vettura identica, mantenuta segreta, su richiesta dell’Avvocato Gianni Agnelli.
Questa verrà ultimata in colore grigio metallizzato e, dopo alcune prove su strada, con l’aggiunta di un vistoso spoiler posteriore.
In una intervista sulle sue automobili personali Agnelli ebbe a dire, tra l’altro: «non facevi in tempo a fermarti che avevi subito la gente addosso.
Aveva un’accelerazione mostruosa. Solo che dovevi abituarti al posto di guida in mezzo, perché mancava il riferimento al limite da una parte, destra o sinistra».
L’Avvocato guidò la sua Ferrari targata TO 888888 fino al 1970, per 9600 km complessivi. Poi la vendette a un imprenditore californiano.
L’altro prototipo, quello di colore bianco, fu invece acquistato dal pilota e importatore americano del Cavallino Luigi Chinetti.