Con la chiusura del weekend appena trascorso e la cancellazione, doverosa e comprensibile, ma non per questo meno dolorosa, del MiMo, l’automobilismo storico dei grandi eventi entra in pausa a tempo indeterminato. Non ci sono infatti altri grandi eventi a calendario. È quindi il momento perfetto per tirare due somme e fare una riflessione sul periodo che sta vivendo il nostro settore.
Se chiudiamo gli occhi abbiamo ancora in mente le immagini delle vetture della Mille Miglia che sfrecciano lungo le statali o delle carrozzerie luccicanti sotto i riflettori di Auto e Moto d’Epoca a Padova. Ultimi scampoli di una normalità che molti di noi faticano a lasciar sfilare via.
Chi ha vissuto questi due eventi ha goduto di un weekend particolare, diverso da quelli degli anni precedenti: mascherine, distanziamento, litri di gel sanificanti, a tratti conditi pure da una diffidenza latente verso l’altro, quello che in altre situazioni avresti abbracciato o accolto con una pacca sulla spalla.
I concorrenti della Mille Miglia hanno dovuto rinunciare al piacere della convivialità, soprattutto durante i pranzi e le cene, una consumata addirittura in camera d’albergo. Hanno perso una fetta importante del calore del pubblico al passaggio nei centri storici, che è uno degli ingredienti che più contribuisce a rendere magica la Corsa più Bella del Mondo.
Ma, perché il “ma” c’è, ed è pure bello grosso, la quasi totalità di chi ha preso parte a questi due eventi, se potesse, ripeterebbe l’esperienza oggi stesso.
Il lockdown ha portato, in una congiuntura forse irripetibile, ad avere i due più importanti eventi motoristici italiani nello stesso weekend. E chi vi ha preso parte ha vissuto, almeno per qualche ora, in un mondo rarefatto in cui, mascherine a parte, ha respirato l’aria di passione e relax delle passate edizioni. In sicurezza, certo, perché gli organizzatori di entrambi gli eventi hanno fatto davvero il massimo su questo fronte, ma anche lontani dalle ansie e dagli allarmismi che quotidianamente ci propinano TG e programmi.
Mille Miglia e Auto e Moto d’Epoca sono stati, per gli appassionati, un’isola felice. L’ultima, per chissà quanto tempo. Basti pensare che alcuni grandi eventi internazionali, annullati nel 2020, hanno slittato le nuove date addirittura al 2022.
Entrambi gli eventi hanno rappresentato poi una boccata d’ossigeno per le aree interessate: alberghi e ristoranti di Padova hanno rivisto dopo mesi sale popolate e camere piene, al pari delle località toccate dalla Freccia Rossa; un contributo importante per l’economia e il comparto già in tempi normali, ancor di più in quest’anno maledetto in cui, inseguendo i dpcm, la sera non sappiamo cosa faremo la mattina. Va ricordato, infatti, che, tra gli interessi degli italiani, il motorismo storico muove la seconda economia nazionale, in termini di indotto, dopo il calcio.
Per questo un doveroso riconoscimento va agli organizzatori. Veder correre la Mille Miglia o poter girare tra i padiglioni della Fiera di Padova è un’esperienza sempre incredibile, ma quest’anno ha avuto il sapore del miracoloso.
Auto e Moto d’Epoca poi ha offerto un’esposizione davvero di qualità, superiore alle aspettative riposte in questo disgraziato 2020. Compensando alcune assenze vistose con contenuti proposti “in proprio” veramente di primissimo piano.
La mostra “L’ordinario diventa straordinario”, allestita nella galleria di ACI Storico e realizzata anche col supporto di due importanti musei come il MAUTO di Torino e il Nicolis di Villafranca di Verona, ha esposto dieci vetture, uniche o di produzione limitatissima, realizzate sulla base di modelli di serie. Tra queste, davvero mozzafiato i due prototipi da record Tarf e Nibbio.
“Prototipi da leggenda” ha mostrato sei incredibili Porsche da competizione, tutte rigorosamente originali, appartenenti alla The Claro Collection di Montecarlo e legate alla storia della 24 ore di Le Mans: dalla 550 Spyder del 1957 alla 962 del 1990 passando per autentiche icone coma la 917 Gulf del 1969.
Ultima, ma non ultima, la mostra “L’uomo che ha sconfitto i giganti”: l’epopea sportiva dell’Althea Racing di Genesio Bevilacqua raccontata attraverso ben 20 motociclette provenienti dalla collezione Moto dei Miti di Civita Castellana, che ha esposto a Padova ben quattro moto campioni del mondo e ha ospitato per tutto il weekend ospiti di primo piano del mondo del motorsport a due ruote.
E poi centinaia di espositori i quali, nonostante un periodo difficile e una prospettiva di incasso molto incerta, hanno scelto comunque di esserci e di affermare, con la loro presenza, il proprio sostegno a un settore che non può e non deve fermarsi. Perché, troppo spesso lo dimentichiamo, quello che per alcuni è un piacere, una passione, uno svago, per altri è il mezzo per dar da mangiare alle proprie famiglie.
Di MAUTO abbiamo già parlato anche a proposito della Mille Miglia: per il secondo anno consecutivo abbiamo disputato la gara a bordo della bellissima Cisitalia 202 S MM Nuvolari, una delle vetture più prestigiose, ammirate e attese ad ogni passaggio, che abbiamo l’onere e l’onore di condurre su e giù per la penisola con soggezione e rispetto. E, sempre con MAUTO, nella persona della sua direttrice Mariella Mengozzi, abbiamo organizzato e celebrato il gemellaggio col Comune di Salsomaggiore Terme, incontrando il Sindaco Filippo Fritelli proprio durante il passaggio della carovana diretta a Brescia.
E con noi c’era anche Scuderia del Portello, che per questa Mille Miglia ha restaurato un’imponente Alfa Romeo 1900, modificata per essere condotta dai diversamente abili, già guidata da Clay Regazzoni, e al via in questa edizione guidata da Mattia Cattapan.
Tutto questo ha dimostrato, qualora ce ne fosse bisogno, che la passione non si ferma. La si può imbrigliare con regole e protocolli, perché la salute viene prima di tutto, ma questo weekend è stato la prova che il mondo degli appassionati è fatto di persone responsabili, con la testa sulle spalle, a partire da quegli organizzatori che, tra difficoltà inimmaginabili, sono comunque riusciti a permetterci di trascorrere un bel fine settimana circondati da ciò che amiamo. A loro va il nostro plauso e i nostri ringraziamenti più sinceri per averci regalato il nostro “ultimo weekend felice”.
Michele Di Mauro