Anche gli amanti dei minivan hanno i loro mezzi “cult”. E se tutti quanti conoscono il classico VW T1 “Bulli” e le quotazioni stellari raggiunte dalla famosa versione “Samba Bus”, solo i veri cultori del genere conoscono (e sognano) di trovare sepolto in fienile un Brubaker Box.
Di che si tratta? Di una delle kit car (o meglio kit van) più cool degli anni Settanta. Un progetto che prevede, sul classico telaio VW dell’epoca, il montaggio di una leggera carrozzeria in fiberglass composta da 13 pannelli (tra interno ed esterno) rivettati tra loro.
La linea è caratterizzata dalla forma “scatolosa” (da cui il nome Box), dagli sbalzi corti e da un’unica porta laterale di accesso, scorrevole e situata sul lato destro. Sul tetto, un pannello rimovibile all’occorrenza; per paraurti, due assi in finto legno.
Fari, cristalli e altri particolari sono presi da altri veicoli di produzione. Dentro, un tripudio di divanetti e imbottiture. Idea e disegno sono di Curtis Brubaker, diplomato in car styling all’Art Center College of Design di Pasadena, e formatosi alla Lear Jet e alla General Motors.
Un veicolo simpatico, personale e dalle finalità puramente ricreative, non trattandosi né di un camper né di una vettura.
Ottenuti i primi finanziamenti, Brubaker mette su una grande officina e realizza i primi esemplari su base Volkswagen T2 pensando di stringere un accordo con la casa. Che però risponde picche, e lo costringe a comprare dei Maggiolino interi da convertire in Box, rivendendo poi i pezzi smontati e inutilizzati.
Uno schema operativo che costringe il fondatore ad anticipare parecchi soldi a fronte di un prezzo di vendita del kit di soli 400 dollari.
Come prevedibile, i profitti languono e portano il progetto al naufragio dopo appena 3 esemplari costruiti. Neanche l’intervento di investitori è sufficiente a salvare l’avventura del “Box”. L’unico spiraglio sembra essere quello dato dalla californiana AutoMecca di Mike Hansen, che dal 1974 realizza altre 25 unità circa col nome Sports Van.
Oggi non si sa con certezza quanti esemplari ne siano stati effettivamente prodotti, né quanti siano sopravvissuti. Ma il Brubaker Box è ancora il sogno proibito, non solo in USA, di tanti creativi, designer, architetti e… surfisti!