Fin dall’inizio degli anni sessanta, Citroën pensa a un modello intermedio tra le grandi ID e DS e le economiche 2 CV e AMI 6. Una vettura di cilindrata tra 1.1 e di 1.4 litri con il plus delle pregiate sospensioni idropneumatiche.
Il progetto, avviato dal talentuoso Flaminio Bertoni, subisce diversi stop a causa di costi eccessivi, della morte del designer e di controversie legali con la Renault, che giudica i modelli iniziali troppo simili alla R16.
I lavori vengono infine ripresi e portati avanti da Robert Opron. Alla fine prevale una soluzione con motore boxer a 4 cilindri raffreddato ad aria e con un’aerodinamica decisamente spinta per l’epoca, sfruttata per contenere i consumi.
Il Cx, decisamente notevole per gli anni sessanta, è addirittura pari a 0,30, ottenuto sfruttando l’aiuto del computer, una novità per la progettazione automobilistica dell’epoca.
La GS esordisce quindi il 24 agosto 1970. La linea di Opron ricalca alcuni lavori sperimentali realizzati in quegli anni da Pininfarina. Dalla gamma di produzione Citroën viene ripresa la soluzione delle ruote posteriori parzialmente carenate così come quella del volante monorazza e del tachimetro a tamburo girevole.
La meccanica, avanzata anch’essa per l’epoca, è una “tutto avanti” con motore da un 1015cc anteriore longitudinale e trazione anteriore su struttura monoscocca, con impianto frenante a doppio circuito con quattro dischi.
Le sospensioni idropneumatiche, mutuate dalla DS, con la GS diventano accessibili ad una nuova fascia di clientela. Oltre a garantire un confort di livello superiore, permettono di regolare l’altezza della vettura e… di viaggiare su 3 ruote!
Al momento della presentazione la GS è acquistabile negli allestimenti disponibili Comfort e Club, che aggiunge qualche accessorio interno e le luci di retromarcia. L’accoglienza è buona, tanto che, alla fine del 1970, la GS viene incoronata Auto dell’anno per il 1971.
Nel 1971 vengono lanciate la GS Convertisseur con cambio semiautomatico a 3 rapporti, la Break a 4 porte e la Service a 2 porte.
Nel 1972 arriva in affiancamento un più potente propulsore da 1,2 litri e 60cv, abbinato ad alcune migliorie agli interni. Il 1973 è invece l’anno della GS Birotor, mossa da un motore Wankel a 2 rotori da 995cc l’uno per 107cv di potenza.
Il 1974 vede la gamma ampliarsi alle due estremità: alla base l’economica GSpécial, disponibile solo con carrozzeria berlina; al vertice la Pallas, disponibile solo per la berlina con motore 1.2, assieme alle versioni, vagamente sportive, GS X e GS X2.
Il 1977 porta al primo vero restyling, che accompagna anche una riorganizzazione della gamma, mentre nel 1979 il modello evolve nella nuova Citroën GSA, caratterizzato da un altro profondo restyling esterno e interno e, soprattutto, dall’introduzione del portellone posteriore.
La GSA è considerata un modello a sé; tuttavia con essa forme e filosofia della GS vivranno ancora diversi anni. Il modello scompare dai listini europei nel 1986, mentre sopravvive sul mercato asiatico addirittura fino al 1990.
Oggi la Citroën GS è considerata un’auto decisamente avveniristica per la sua epoca, apprezzata nello stile, che influenzerà quello della più grossa CX, e oggi ricercata dai collezionisti, soprattutto negli esemplari dei primissimi anni di produzione.