Ok, è un titolo provocatorio, i gusti sono gusti ed è impossibile assegnare certi titoli. Comunque sono tante le auto inglesi, più o meno fortunate, disegnate da italiani.
Basti pensare ai numerosi modelli disegnati per il gruppo Leyland da stilisti come Michelotti o Pininfarina. Ma è italiano anche il design di una delle britanniche più ambite e preziose di sempre, forse la più desiderata in assoluto: l’Aston Martin DB4 GT Zagato.
La gran turismo inglese è infatti l’incredibile opera prima di Ercole Spada, che entra in Zagato e disegna il suo primo grande capolavoro giusto sessant’anni fa, nel 1960.
La GT Zagato, versione speciale della DB4 GT, viene prodotta fino al 1963 in soli 19 esemplari, ma lascia il segno nel cuore sia degli appassionati di gran turismo che di corse.
Si tratta di una versione alleggerita e migliorata dalla carrozzeria Zagato, che pianifica inizialmente 23 esemplari. La tiratura limitatissima unita al blasone rendono l’Aston Martin DB4 GT Zagato uno dei sogni proibiti dei collezionisti di oggi: a Goodwood 2018 la casa d’aste Bonhams ha battuto la celebre 2 VEV ad oltre 10 milioni di sterline.
Questo è uno dei motivi per cui ne esistono tantissime repliche, realizzate sacrificando le pur preziose DB4 GT, che si aggiungono alle serie realizzate in più occasioni dalla stessa casa madre.
Sono le Sanction II del 1991, quattro esemplari fatti realizzare da Zagato realizzati su telai originali rinvenuti in magazzino, che hanno idealmente completato la produzione inizialmente prevista, e le Sanction III del 2000, realizzati con materiali avanzati dalla serie “II”. Entrambe le serie sono andate vendute ad oltre un milione di sterline al pezzo, ma il meglio doveva ancora venire.
Alla 24 di Le Mans 2019 Aston Martin lancia infatti il primo esemplare della serie DB4 GT Zagato Continuation. Si tratta di uno dei 19 esemplari costruiti dalla sua Heritage Division, che già tre anni fa aveva proposto la DB4 GT Continuation, venduta in 25 unità.
Anche in questo caso il propulsore è una variante rivista del 6 cilindri originale, mentre il telaio a traliccio e la carrozzeria di alluminio battuto a mano sono esattamente come gli originali.
La vettura è acquistabile soltanto in combinata con la nuova DBS GT Zagato all’interno del pacchetto DBZ Century Collection, che celebra i 100 anni dell’atelier milanese ed è proposto al popolare prezzo di 6 milioni di sterline tasse escluse, pari a circa 6,75 milioni di euro.
Ma torniamo al modello originale. Presentata al pubblico nell’ottobre del 1960 al Salone dell’automobile di Londra, rispetto alla versione “di serie” presenta una carrozzeria alleggerita in alluminio, più piccola e aerodinamica, e un motore potenziato.
Il risultato sono uno scatto sullo 0-100 di poco superiore ai 6 secondi e una velocità massima vicina ai 250 km/h.
Quattro esemplari (numeri di telaio 0191, 0193, 0182 – targa 1 VEV – e 0183 – 2 VEV) escono dalla fabbrica in versione competizione, caratterizzati da tetto ribassato, parafanghi posteriori allargati, coda ridisegnata e frontale più schiacciato.
L’esordio nelle competizioni avviene a Pasqua del 1961 sul circuito di Goodwood, dove Stirling Moss chiude in terza posizione dietro una Ferrari 250 e una DB4 GT.
Nello stesso anno le 1 VEV e 2 VEV partecipano alla 24 Ore di Le Mans, facendo segnare entrambe un ritiro. La prima vittoria arriva in luglio, durante una gara collaterale al Gran Premio di Gran Bretagna.
Al Goodwood Tourist Trophy, in agosto, 1 VEV e 2 VEV sono rispettivamente terza e quarta dietro a due Ferrari 250 GT.
Un palmarès forse non esattamente entusiasmante che non ha impedito alla DB4 GT Zagato di diventare un’icona assoluta di eleganza e bellezza applicate ad una gran turismo da corsa. Dal passaporto britannico ma dal gusto italiano, oggi come sessant’anni fa.