Nel 2020 Mazda compie 100 anni. Un marchio dalla storia antica, esploso in Europa negli anni novanta col lancio della spider Mx-5, modello che all’epoca ha il merito di rilanciare le scoperte a due posti secchi e più in generale le auto da tempo libero.
Sì, perché la tendenza ad andare… controtendenza distingue da sempre la filosofia della casa di Hiroshima. Una mentalità che è ben sintetizzata nello slogan del marchio, “Defy Convention”, sfida le convenzioni. Bandiera della produzione Mazda, non per niente, è una “stranezza” tecnologica come il motore rotativo Wankel, adottato già nel 1961 a seguito di un accordo con la tedesca NSU.
La prima automobile giapponese a pistoni rotanti è proprio una Mazda, la Cosmo Sports 110 S. Un modello che darà al marchio una notorietà nuova e diversa in un settore per esso inesplorato, quello delle coupé sportive. Nella visione di Mazda infatti il motore rotativo incarna perfettamente le caratteristiche di un propulsore sportivo, soprattutto per i regimi di rotazione elevati.
Presentata come concept-car al salone di Tokyo del 1964, la Cosmo viene inizialmente costruita in 60 esemplari di preproduzione destinati ai concessionari, per “sondare” il mercato e le reali potenzialità del motore rotativo. Si tratta di vetture realizzate completamente a mano al ritmo di una al giorno.
La produzione per i clienti inizia solo nel 1967 con la I Serie – L10A. Il motore Wankel 0810 a doppio rotore, carburatore Hitachi quadricorpo e due candele per camera da appena 998 cc sprigiona ben 110cv e spinge la Cosmo a quasi 190 km all’ora.
Dopo solo un anno la vettura viene aggiornata in L10B grazie a un leggerissimo restyling frontale e, soprattutto, all’adozione del motore 0813 da 128 cv. La Cosmo resta a listino fino al 1972, totalizzando oltre 1.500 esemplari.
Ad oggi Mazda è l’unica casa automobilistica al mondo ad aver prodotto con motore rotativo un camion, una station wagon, un pick-up e un bus, anche se solo per alcuni mercati. Ma la Cosmo Sport del 1967 è sicuramente il modello che, più di altri, incarna appieno lo spirito e la filosofia di Mazda.
Erede spirituale della Cosmo sarà, a partire dal 1978, tutta la dinastia delle successive Mazda RX-7, sulle quali la casa di Hiroshima sperimenterà l’accoppiata Wankel – doppio turbocompressore.
Nel mentre, nel 1991 la casa appunta un’altra stelletta sulla propria divisa, davvero impossibile da eguagliare: vince la 24 Ore di Le Mans con la 787B, dotata di un motore Wankel a quattro rotori. Nessuno ci era mai riuscito, nessuno ci aveva mai provato. Nessuno proverà a replicare. Oggi la 787B è un’autentica icona dal sound inconfondibile, quello di “settemila gatti punti da settemila vespe” come lo descrive la stampa dell’epoca.
E siamo ai giorni nostri, o quasi: nel 2004, la nuova Mazda RX-8 abbandona la sovralimentazione in favore di una nuova disposizione delle luci di aspirazione e scarico, sul nuovo motore denominato “Renesis”. Resta in listino fino al 2012. Oggi la nuova sfida è il rotativo ibrido e, neanche a dirlo, in Mazda sono già al lavoro.