Quest’anno ricorrono i cinquant’anni del campionato del mondo di Formula 1 probabilmente più triste di sempre.
È infatti l’unico titolo vinto dall’austriaco Jochen Karl Rindt, che lo vince all’età di ventott’anni… da morto.
Unico caso nella storia della Formula 1, il titolo gli viene infatti assegnato postumo, perché in quello stesso campionato Rindt muore a causa di uno spaventoso incidente sul circuito di Monza.
Tedesco di nascita ma austriaco di adozione, aggressivo e temerario nella guida, sempre spettacolare, Rindt corre e vince in diverse categorie, a ruote scoperte e coperte.
Esordisce nelle corse, precisamente nei rally, con una vecchia Simca acquistata coi risparmi di famiglia, seguita da un Giulietta Ti con la quale debutta nel campionato turismo.
Il debutto sulle monoposto avviene nel campionato di Formula Junior del 1963, preludio al passaggio alla Formula 2 l’anno successivo. In questa categoria corre e vince fino alla sua morte, totalizzando 45 vittorie in sei anni.
Ma si fa notare anche altrove, vincendo, tra le altre, la 24 Ore di Le Mans del 1965 in coppia con Masten Gregory.
Nella seconda metà degli anni sessanta colleziona poi diversi podi anche nella massima serie, mancando però la vittoria a causa della scarsa affidabilità delle sue monoposto Cooper e Brabham, tirate spesso ben oltre i limiti da Rindt e dal suo piede particolarmente pesante.
La prima, sofferta vittoria, arriva nel 1969 quando l’austriaco vince il suo primo gran premio, sul circuito di Watkins Glen, al volante della Lotus, a cui è approdato alla fine del 1968 e con la quale ha già rischiato la vita la prima volta.
Durante il gran premio di Spagna è vittima di un pauroso incidente che gli impedisce di guidare per diverse settimane a causa dei disturbi alla vista e all’equilibrio che lo assillano.
Quella vittoria gli vale comunque il ruolo di pilota di punta della Lotus nel 1970, senza dubbio la sua miglior stagione, nella quale vince ben cinque gare.
Quando arriva a Monza per il Gran Premio d’Italia è primo in classifica generale con un vantaggio consistente.
Monza è la gara che gli può consegnare matematicamente il mondiale, ma Rindt non la correrà mai: muore infatti durante le qualifiche del sabato, andando a urtare violentemente e sbriciolando la vettura contro il guard-rail della parabolica.
Tra i responsabili dell’incidente viene imputata anche la Lotus, accusata di difettosità e debolezze strutturali. La magistratura italiana aprirà un’inchiesta poco dopo il fatto.
Qualche settimana dopo, il suo principale inseguitore in classifica, Jacky Ickx, vede sfumare il suo tentativo di recuperare il titolo a causa della vittoria di Emerson Fittipaldi al Gran Premio degli Stati Uniti.
Alla fine il mondiale sarà di Rindt, ancora oggi primo e unico caso di campione del mondo di Formula 1 postumo.