Dal 20 al 22 settembre il mondo dell’automobilismo storico internazionale e della regolarità, si radunerà a Mantova con auto storiche dal fascino intramontabile per partecipare all’edizione 2019 del Gran Premio Nuvolari
La manifestazione, organizzata dalla Scuderia Mantova Corse con il patrocinio del Comune di Mantova, dall’Automobile Club Italia e da ACI Storico, sarà valida come prova del Campionato Italiano Grandi Eventi ACI Sport, e come ogni anno prevede prove cronometrate al centesimo di secondo, prove di media, turismo di altissimo livello, strade e paesaggi mozzafiato e l’abbraccio delle migliaia di appassionati nelle affascinanti e storiche piazze d’Italia.
Il Gran Premio Nuvolari quest’anno vanta al via circa 320 equipaggi, provenienti da tutto il mondo, con una presenza di iscritti stranieri che si attesta al 65%, percentuale che conferma il successo di una rievocazione storica che nel 2019 spegne 29 candeline.
Numerosa anche la partecipazione di equipaggi italiani, circa 110 equipaggi, pronti a darsi battaglia per conquistare il gradino più alto del podio. Tra gli iscritti possiamo annoverare la presenza del vincitore della 1000 Miglia 2019 Giovanni Moceri a bordo di una Fiat 508 c del 1939, il campione italiano del Campionato Italiano Regolarità Auto Storiche Mario Passanante che prenderà il via con una Fiat 508/c del 1937, Andrea Vesco alla guida di una splendida Alfa Romeo 6C 1750 SS del 1929, Luca Patron presente con una Fiat 514 MM del 1931, Andrea Belometti con la sua Lancia Lambda del 1929 e il campione Argentino Juan Tonconogy a bordo della sua Bugatti T40 del 1927, solo per citarne alcuni.
17 i paesi rappresentati: Argentina, Australia,Austria, Belgio, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica di San Marino, Russia, Spagna, Svizzera.
Numerose le case automobilistiche in gara: dalle italiane Alfa Romeo, Maserati, Fiat, Lancia, OM e Ferrari alle inglesi Triumph, Jaguar, Aston Martin e Bentley; dalle statunitensi Chrysler e Chevrolet, alle tedesche Mercedes, BMW e Porsche fino alle “pur-sang” francesi firmate Ettore Bugatti.
Per questa edizione, gli organizzatori, hanno introdotto alcune novità che sicuramente saranno apprezzate dai Driver; il tragitto sarà in parte rinnovato e ci sarà il passaggio della kermesse motoristica presso l’Autodromo di Imola, dove, domenica 22, verrà allestita un’avvincente serie di prove cronometrate, determinanti per la classifica finale.
Adrenaline24h, tra i media partner della Gran Premio Nuvolari, sarà presente con le telecamere di Gentleman Driver TV e con l’equipaggio De Angelis – Del Gaudio, che parteciperà con la Cisitalia 202 SMM “Nuvolari” del MAUTO – Museo dell’Automobile di Torino a suggellare un’altra fondamentale tappa del progetto media-tv, ideato e sviluppato per il MAUTO.
Per la prima volta Adrenaline24h, avrà al suo fianco la famosa maison Eberhard cronometro e official partner del Gran Premio Nuvolari.
Segnaliamo la presenza in gara del AD di Eberhard Mario Peserico, a fianco del mitico Miki Biasion, a bordo di un Alfa Romeo 1900 SS.
Ora torniamo indietro nel tempo e viviamo insieme la genesi e le avventure, che ci portano ai giorni nostri:
Il Gran Premio di Nuvolari
di Lorenzo Montagner
Da oltre 30 anni raccolgo materiale su Tazio Nuvolari e da allora conservo e raccolgo qualsiasi oggetto che possa riportarmi un pezzo della sua vita; avevo meno di dieci anni, era la fine degli Anni 80, quando chiesi a mia mamma per la prima volta di regalarmi una rivista con una foto di copertina con Tazio, vista di sfuggita in un’edicola. Che fosse lui non lo sapevo, ma quell’immagine mi attirava quasi fosse una calamità e una volta avuta tra le mani mi impressionò quel pilota così piccolo dentro a quel mostro così immenso. Da allora non ho passato un solo giorno della mia vita senza che il pensiero di quel nome e cognome, senza che le sue vicende sportive e di uomo, abbiano attraversato i miei pensieri. Ho finito di occuparmi un giorno delle sue cose, ho avuto il privilegio di toccare con mano le stesse cose che lui possedeva. Oggi alla fine di questo percorso insieme, vorrei tanto poter dire: lo conoscevo di persona, eravamo amici.
Lo vedo nei miei pensieri quotidianamente. Oggi per esempio lo immagino al via del Gran Premio Nuvolari di Mantova, Piazza Sordello, la piazza che più di ogni altra racconta la storia di questa splendida città. Lo intravedo vestito di fresco, con i calzoni azzurro-cielo, la sua maglia gialla, il foulard tricolore e poi guanti e il caschetto di pelle, insieme agli occhiali da corsa. Un paio di Church’s bianche, morbide e comode. Smilzo secco agile come una rondine mentre con due occhi di falco scruta ogni dettaglio, ogni particolare delle macchine che hanno appena terminato la fatica di quel Gran Premio che, solo ora, si accorge porta il suo nome: Gran Premio Nuvolari. “Par mì?” si chiede Tazio… Per me?
Nessuno lo vede, è un regalo che mi è concesso in esclusiva e di cui solo io, purtroppo, posso goderne. Come vorrei che anche il mio piccolo bambino, che io e la sua mamma abbiamo chiamato Tazio Giorgio, potesse vederlo.
Nuvolari cammina lentamente, in punta di piedi come un ballerino, districandosi in quel mare di parafanghi e lamiere, di vetture calde e spossate dalla fatica, che sudano vapori di benzina e di olio quasi fossero cavalli dopo il Palio di Siena. Tazio passa una mano sopra una carrozzeria di un rosso cupo, sporcata da schizzi di olio e catrame e polvere. Sorride, è lei, un’Alfa Romeo 1750 GS Zagato con la quale aveva corso la Mille Miglia del 1930, quella per intenderci del sorpasso a fari spenti nella notte su Achille Varzi. Una palla colossale in verità, una montatura incredibile in estrema sintesi, oggi non più ripetibile dato che tutto è sotto nostro controllo attraverso telecamere e smartphone. E che importa se per la prima volta nella storia della Mille Miglia un pilota riesce a mantenere una media di 100chilometri orari sulle strade italiane! Abbattere una barriera invisibile e fantastica dei 100 chilometri orari di media non può competere contro l’immagine rubata di quel sorpasso azzardato mai visto, il sorpasso su Varzi di notte. Quel buio assoluto ha acceso la luce della fantasia, dell’immaginazione di tutti coloro che quel giorno aspettavano di vedere Nuvolari passare davanti alla loro casa. Se la Mille Miglia è la Mille Miglia, lo deve anche a episodi come questi.
Poi ecco che il suo sguardo viene attirato da una vettura che ha appena tagliato il traguardo. Un’altra Alfa Romeo, un altro ricordo di vittoria. Mille Miglia 1933 dopo il magnifico 1932, talmente sublime quella stagione che Gabriele D’Annunzio gli regala l’immortalità: diventa per tutti e per sempre il Mantovano Volante con una tartarughina come amuleto: “all’uomo più veloce, l’animale più lento”. Gli scappa un mezzo sorriso, sì perché quel 1933 è un anno che ricorda bene. Dopo quel filotto infinito di vittorie tra il ’32 e il ’33 decide di presentarsi davanti a Ferrari per dirgli: “D’ora in poi la Scuderia si chiamerà Nuvolari-Ferrari. Se le tue macchine vincono, è merito mio!”. Ed ecco il primo divorzio da Ferrari prima di ritornare insieme ancora nel ‘35 ma è tutta un’altra storia.
Nella piazza che ospita l’arrivo del Gran Premio, lo rivedo un po’ spaesato tra auto troppo moderne, che lui mai ha potuto vedere. Viene più attirato dai suoni in lontananza, o da forme leggere e lievi che si muovono con grazia ed eleganza. È il caso di una piccola vettura, una barchetta che monta una targa giapponese, due occhi a mandorla felici e ridenti che la guidano con attenzione. La piccola vettura è una Cisitalia 202 SMM che si ferma proprio vicino a lui. L’equipaggio scende e subito si adopera per lucidarla con uno straccio. Gesti semplici, attenti, quasi devoti. Tazio li osserva, ma osserva soprattutto la macchina: Cisitalia 202 SMM Nuvolari. Esatto, si, proprio Nuvolari. Portò in gara quella piccola vettura da poco più di 1000cc di cilindrata nel 1947: lo sguardo di Tazio è ora diventato freddo, ancor più appuntito, guarda il terreno e la punta delle scarpe. 1947 è l’anno della morte di Alberto il suo secondo figlio. A dieci anni di distanza dal primo. Ricorda di essere salito in macchina mesto, partito da Brescia tra due ali di folla che lo acclamavano quasi fosse un faraone, quasi fosse inavvicinabile per la grandezza stessa del personaggio. “Nuvolari cerca la morte in corsa”, si dice. Nuvolari cerca invece la vita. Sentite cosa dice.
Ho sempre sognato la velocità.
Ogni mia corsa è stata una giornata di vacanza.
Se non si è ragazzi non si può correre,
perché la corsa è la felicità.
Corre da Brescia a Roma e ritorno come una iradiddio. In vantaggio da subito, ma non contro gli avversari, ma contro sé stesso, contro il suo destino, per ricercare quella sorgente di felicità che solo le corse gli regalano. La competizione, per Tazio, è un unguento, una medicina che spazza via ogni granello di dolore. Tazio a 55 anni è ancora un ragazzo, anzi di più, un bambino e come tutti i bambini giocano come se nulla e nessuno li potessero fermare. Prendi il raffreddore! Chissenefrega! Ti sbucci il ginocchio! Che importa! Il tempo della felicità è oggi e per Tazio ogni giorno è l’ultima occasione buona per essere sé stesso ed essere felice. In vantaggio di un’eternità su Clemente Biondetti che guida un’Alfa Romeo potentissima di quasi 3000cc di cilindrata per di più coperta, mentre la barchetta di Tazio è dannatamente esposta alle intemperie. Proprio un temporale ferma la corsa di Tazio, così Biondetti riesce a vincere. Un anno dopo, al ritiro della coppa del vincitore Biondetti, nonostante la vittoria, è ancora affranto perché tutti vogliono Tazio, il vero vincitore per il pubblico. Clemente, signorilmente ma non troppo, dice: “Scusate se ho vinto”.
Poco più distante un motore 12 cilindri Ferrari viene riscaldato prima di ripartire, prima di tornare a casa. Tazio ha un sussulto e scatta verso quel rumore. Eccola! Una 166 SC. Mille Miglia 1948, Nuvolari ricorda la vigilia della corsa. “Tazio, ho una macchina per te – gli dice Ferrari. Sarei felice se la provassi”. Non ci pensa un solo attimo Tazio: parte da Mantova e giunge a Brescia per parlare con Enzo. Rivali, per via del carattere, ma amici nella vita. Era stato proprio Enzo a scrivergli il telegramma della morte del suo primogenito Giorgio, alla fine del giugno del 1937, e Ferrari non aveva pensato due volte ad offrire al suo amico giunto alla fine della carriera e vecchio e malato, una sua vettura. Tutt’intorno a Tazio dicono di non partecipare, ma Tazio si lascia convincere. Mille Miglia e Nuvolari, 1948, in un’Italia che scivola verso la guerra civile. Altra rincorsa su è giù per l’Italia con il pubblico che lancia i fiori al suo passaggio e dietro sempre Biondetti questa volta con la stessa vettura, anche questa volta coperta. L’auto di Nuvolari perde pezzi per strada, prima un parafango, poi cede il biscottino di una balestra, poi il cofano… Insomma Tazio deve ritirarsi a Reggio Emilia quando ha un vantaggio di oltre venti minuti.
Dopo quel giorno mai più Mille Miglia. Corre ancora Tazio, ma sempre più sporadicamente e mai avrebbe potuto immaginare che tra tanti che avevano partecipato alla magica storia della corsa più bella del mondo, gli organizzatori un giorno, di lì a poco, avrebbero intitolato proprio a lui l’ultimo tratto della corsa, sul triangolo Cremona-Mantova-Brescia. Da lì nasce il Gran Premio Nuvolari.
Non ha più molto da ricordare Tazio. Il suo sguardo è ora rivolto al cielo. Guarda le rondini nel cielo di settembre, lui che è stato un “cavaliere nel cielo di aprile”, mentre i suoi occhi sono diventati chiari. Si guarda attorno e vede una distesa di vetture tutte lì per lo stesso motivo: rendergli onore. Sorride “da una sola parte del viso”, come nei giorni più belli, mi guarda lieve e contraccambio con un saluto. Addio, Tazio. Ci vediamo più in là.
La storia del Gran Premio Nuvolari
Di Michele Di Mauro
Tazio Nuvolari morì l’11 agosto 1953, e fu come se fosse morto un papa o un regnante. O un supereroe. Nuvolari fu la prima star dell’automobilismo nel senso moderno del termine. La sua scomparsa fece scalpore, commosse tifosi in tutto il mondo, toccò profondamente chi lo aveva visto sfrecciare sulle strade polverose dell’epoca, addolorò chi lo aveva conosciuto personalmente. Non restarono indifferenti i tre moschettieri della Mille Miglia, Renzo Castagneto, Aymo Maggi e Giovanni Canestrini, coloro che erano sopravvissuti alla guerra, che invece non aveva risparmiato il loro amico e collega Franco Mazzotti. Con loro il “mantovano volante” aveva stretto un legame particolare, sincero, autentico, fatto di stima e ammirazione reciproca. Le imprese dell’uno avevano accresciuto poi la fortuna degli altri, e viceversa.
In onore del grande pilota scomparso, forse il più grande di tutti i tempi, a partire dal 1954 il percorso tradizionale della Mille Miglia fu modificato in modo da passare, sempre e comunque, per la città di Mantova. Da allora si svolse, internamente alla gara principale, il Gran Premio Nuvolari, un trofeo interno da destinare al pilota più veloce sui lunghi rettilinei che percorrono la pianura Padana, partendo da Cremona e transitando per Mantova, fino al traguardo di Brescia, ripercorrendo quello che era stato il tracciato della Mille Miglia del 1940 (da ripetere nove volte). I tre non potevano immaginare che la gara avesse davanti appena quattro anni di vita, ma questa è un’altra storia.
La prima edizione del Gran Premio, quella del 1954, fu vinta da Alberto Ascari, che sulla sua veloce e bellissima Lancia D24 Pinin Farina fu piu veloce di Vittorio Marzotto, secondo su Ferrari 500 Mondial, e del grande Luigi Musso su Maserati A6GCS /53. L’anno dopo fu la volta della rivincita delle frecce d’argento, con i primi due posti occupati dalle poderose Mercedes 300 SRL, condotte rispettivamente da Stirling Moss e Juan Manuel Fangio, davanti a un buon terzo Umberto Maglioli su Ferrari. Un affronto difficile da digerire per il commendatore, che correrà ai ripari aggiudicandosi la vittoria dell’edizione 1956, ad opera di Castellotti su Ferrari 290MM, e quella del 1957 addirittura con una tripletta: ai primi tre posti Gendebien, Von Trips e Taruffi!
Il Gran Premio Nuvolari terminò bruscamente nel 1957, assieme all’ultima edizione della Mille Miglia, per la triste vicenda legata all’incidente di De Portago. Ma dal 1991 è tornato a rivivere in forma rievocativa per auto storiche grazie al lavoro di alcuni volenterosi soci della scuderia Mantova Corse: Luca Bergamaschi, Marco Marani, Fabio Novelli e Claudio Rossi, mantenendo lo stesso spirito della gara di allora: veder sfrecciare le più belle vetture che scrissero la storia di quei giorni, e continuare a ricordare il pilota con la P maiuscola, Tazio Nuvolari, nel modo che lui avrebbe maggiormente apprezzato.
Photo Credit:
www.gpnuvolari.it
www.motori.ilmessagero.it
www.redbull.com
www.wikipedia.org
www.lastampa.it