Il marchio Citroën nasce nel 1919 dal genio di André Citroën che è riuscito a creare un brand diventato famoso e apprezzato non solo in Francia ma anche in tutto il mondo.
La prima vettura costruita dalla Citroën fu la Type A, concepita come auto economica, nel costo e nei consumi. Auto decisamente leggera che montava un motore quattro cilindri 1.3 da 18 CV e il tetto in tela; fu subito un successo. Tra il 1919 al 1921 furono vendute circa 24.000 esemplari.
Durante gli anni ’20 la casa automobilistica francese implementò la sua rete di concessionarie, già preparata in parte grazie ad alcuni amici di André Citroën, che furono ben contenti di adattare il proprio garage in punto vendita. Nel 1922 la rete poteva contare già ben 292 punti vendita in tutta la Francia. Fu aumentata anche la produzione giornaliera che superò le cento unità giornaliere, per arrivare a duecento al giorno nel 1923 ed a ben trecento nel 1924.
Nel 1923, fu costruita un’altra vettura che prese il nome di Type C, prodotta in oltre cinquantamila esemplari disponibile all’inizio solo in giallo, che le fece guadagnare il soprannome petite citron (piccolo limone).
Gli anni ’20 furono ricchi anche di altre novità; dopo aver lanciato nel 1924 la prima autovettura europea con carrozzeria interamente in acciaio, la B10, vennero introdotte qualche anno dopo la AC4 e la AC6, che tornarono a diversificare la gamma. La rivalità con la Renault, iniziata nella prima metà del decennio e divenne talmente agguerrita al punto che Louis Renault fece costruire il nuovo enorme stabilimento di Boulogne-Billancourt, presso l’Île Seguin per fronteggiare l’altrettanto imponente impianto di Quai de Javel.
Il secondo decennio di storia è considerato il migliore della storia della Citroën, nonostante il fallimento del 1934 (la proprietà diventa della Michelin) e la scomparsa del suo fondatore datata 3 luglio 1935. Nel 1934 debutta infatti la rivoluzionaria berlina Traction Avant, la prima auto rivoluzionaria realizzata dalla Casa francese che supportava la trazione anteriore ed era caratterizzata da diverse soluzioni innovative come sospensioni indipendenti e carrozzeria monoscocca, un’auto tecnicamente molto simile alla maggior parte di quelle odierne.
Gli anni ‘40 sono caratterizzati dalla seconda Guerra Mondiale e Citroën deve fare fronte alla distruzione dalla fabbrica parigina di Quai de Javel che decreta un grande rallentamento nella produzione delle vetture; La casa francese era fra le prime in Europa prima dello scoppio del conflitto, con vendite di circa 100.000 auto, mentre nel 1942 la produzione è di sole 9.000 unità.
Terminata la guerra, il brand francese riprende le attività lanciando sul mercato nel 1947 il furgone Type H, mentre nel 1948 sarà la volta della celebre e iconica utilitaria 2 CV, una vettura essenziale, basica ma che soddisfaceva le esigenze per la quale era stata ideata: diventare un mezzo di trasporto economico e affidabile per la classe media della popolazione. La 2CV sarà costruita fino al 27 luglio 1990 in oltre 5 milioni di esemplari.
Gli anni 50 sono il trampolino di lancio per un altro mito a quattro ruote…la DS; una berlina futuristica, opera dell’italiano Flaminio Bertoni, papà anche della 2CV, caratterizzata da linee inedite e rivoluzionarie, rispetto alle auto dell’epoca. Celebri le sospensioni pneumatiche, che isolano i passeggeri da qualsiasi asperità della strada, il suo interno di altissima qualità, servofreno, servosterzo e frizione idraulica. Un’altra importante creazione del designer italiano fu la Ami 6 del 1961, una cinque porte con il frontale che ricorda un volto umano e l’inconfondibile soluzione del lunotto inclinato verso l’interno. Tre anni dopo arriva la sua variante wagon.
Diverse furono le collaborazioni di Citroën con altri marchi tra cui Phanard e l’italiana Maserati dalla quale partnership nacque la Citroën SM dotata di sospensioni idrauliche e motore V6 2.7 da 170 CV che la rende piacevole da guidare. Nel 1974 debutta invece la berlina CX, una vera Citroën, nominata Auto dell’Anno nel 1975.
il 1º giugno 1974, Peugeot acquistò il 38,2% di Citroën dalla Michelin e divenne responsabile della gestione globale del nuovo gruppo. Peugeot procederà alla vendita della Maserati a De Tomaso nel maggio 1975.
Gli anni 80 sono caratterizzati dalle grandi berline e utilitarie e il brand francese non rimane a guardare; lancia la celebre versione Charleston della 2CV, con la sua fortunata vernice bicolore, e nel 1981 tocca invece alla rinnovata Visa, una piccola dal prezzo contenuto che dà inizio alla lunga stirpe di sportivette del marchio francese.
Gli anni novanta invece videro l’adeguarsi del brand alle tendenze di mercato dell’epoca, e quindi, come molte altre Case, propose vetture con carrozzeria monovolume: Citroën Evasion e Citroën Berlingo, capostipite delle odierne multispazio. Da ricordare anche la ZX, Saxo, Saxo VTS e la compatta Xsara del 1997, che ebbe successo nei rally grazie al sodalizio con il pilota Sebastien Loeb: oltre ai tre titoli vinti dalla Xsara, dal 2004 al 2006, la Citroën vinse l’alloro piloti fino al 2012.
L’arrivo del nuovo millennio coincise con l’arrivo della berlina C5, che seppur molto evoluta tecnicamente non ha l’aspetto distintivo e caratteristico delle antenate. Citroen aggiusta il tiro con la seconda generazione della C5, mostrata al Salone di Bruxelles del 2008, più gradevole nel look e con l’immancabile caratteristica delle sospensioni idrauliche, ma ciò non basta per farle “vincere” la concorrenza delle rivali tedesche.
Nel 2007 arriva la prima SUV – chiamata C-Crosser – mentre nel 2010 è la volta dell’elettrica C-Zero: entrambe le vetture sono realizzate in collaborazione con Mitsubishi e Peugeot.
Dunque una grande storia quella del marchio Citroën, che ancora oggi continua, seguendo quello che fu il sogno di André Citroën.
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