Oggi, 10 Luglio, si interrompe la produzione del mitico Maggiolino Volkswagen, un’ icona dell’automobilismo mondiale che ha attraversato un lunghissimo periodo che va dagli anni Quaranta fino al nuovo millennio, ma rimanendo sempre sulla breccia
Nella fabbrica di Puebla, Messico, dove da molti anni si produce l’auto, gli operai hanno posizionato sul parabrezza dell’ultimo maggiolino una lapide, un atto d’amore per un funerale che ha commosso il mondo intero. Non è stata semplicemente un’ auto ma un simbolo della ripresa economica tedesca del dopoguerra e della classe media che stava nascendo, emblema della contro-cultura negli USA ma soprattutto un punto di riferimento del design, riconoscibile ovunque.
Una vera star a 4 ruote celebrate e voluta da numerosi registi per i propri film entrati nella storia del cinema come “Un Maggiolino tutto matto”, classico Disney che racconta la storia di una macchina dai sentimenti umani, e tutta la sua saga, “Il posto delle fragole” di Ingmar Bergman, “Il dormiglione” di Woody Allen, “Dellamorte Dellamore” di Michele Soavi e “Bumblebee”, prequel/spinoff del primo Transformers, solo per citarne alcuni.

La Storia
Concepita durante il Terzo Reich, per voler di Hitler che sognava una vettura per tutti, simile alla Tatra V570, un prototipo di utilitaria disegnato da Hans Ledwinka per la casa automobilistica ceca Tatra.
L’incarico di progettare questo desiderio fu affidato all’ingegnere austriaco Ferdinand Porsche che avrebbe dovuto concepire un’auto economica in grado di trasportare due adulti e tre bambini, con un motore abbastanza potente adatto anche per i lunghi tratti ma non troppo oneroso da mantenere. Non sarebbe dovuta costare più di 1.000 Reichsmark, quando lo stipendio di un operaio era di 130 Reichsmark al mese: per l’epoca, pochissimo.
Per la produzione fu costruita una fabbrica in Bassa Sassonia nel 1938, nasceva così la Volkswagen. Nel febbraio dello stesso anno Ferdinand Porsche mandò in strada il primo prototipo dell’auto. Si chiamava Typ1 che montava un boxer quattro cilindri raffreddato ad aria, capace di raggiungere i 22,5 Cv di potenza, e il telaio con sospensioni a ruote indipendenti; un avanzamento tecnologico inimmaginabile nel settore automobilistico. L’avvento della Seconda guerra mondiale però bloccò la produzione.

(Photo by Fox Photos/Getty Images)
Solo nel dicembre del 1945, nello stabilimento Volkswagen, che nel frattempo era passato sotto il controllo del maggiore dell’esercito inglese Ivan Hirst e di Ferdinand Anton Porsche, il figlio di Ferdinand Porsche, inizia la produzione delle prime berline destinate a diventare simbolo della rinascita tedesca dopo la seconda guerra mondiale. Una versione aggiornata dell’utilitaria disegnata prima della guerra ma che solo nel 1967 fu definita per la prima volta “Der Käfer” (il Maggiolino) in un volantino pubblicitario. Fu un successo e nel 1955 Volkswagen ne produsse un milione.
Nel 1959 sbarca negli USA e diventa subito un simbolo di ribellione e anticonformismo in una cultura dominata da veicoli mastodontici e spettacolari. Un successo che nel 1968 vide il suo apice, dato che negli stati uniti furono acquistati circa 563.522 Maggiolini, il 40 per cento della produzione totale.

La febbre da Maggiolino è alle stelle ma la Golf di Giugiaro è alle porte e nel 1974 dopo trent’anni di trionfi, Wolfsburg cessa di essere la “città del Maggiolino”. Nel 1981 la produzione si sposta in Messico dove, nel 1992, si tocca il picco di venti milioni di esemplari prodotti. Qui il Maggiolino fu soprannominato il “vochito” ed ebbe una nuova vita come auto del popolo. Nel 1998 il nuovo amministratore delegato Ferdinand Piech, nipote di Ferdinand Porsche, ordinò la produzione del New Beetle, un modello retrò montato su una base Golf, e nel 2011 venne realizzato un nuovo Maggiolino con forme più snelle e meno bombate (tetto più piatto, interni e baule più spaziosi), disegnato da Walter de Silva.
Nel settembre del 2018 Volkswagen aveva annunciato che avrebbe smesso di produrre Maggiolini nel 2019, e come promesso, da oggi non verrà più prodotto!!!

(Foto: formulapassioni.it)
(Foto: alvolante.it)