Ne parlavamo qui su adrenaline24h.com proprio pochi giorni fa, a proposito dei blocchi del traffico, ipotizzando una situazione tipo: hai la tua bella casa in centro storico, con un garage annesso dove tieni la tua piccola collezione. Bene, da un momento all’altro potresti trovarti nell’impossibilità di tirar fuori l’auto dal garage. Per sempre.
Certo, è un caso limite, ma neanche così remoto, visto che i centri storici stringono sempre più su tutto quello che non è mosso da trazione elettrica, ibrida o… umana. Ed è proprio di queste ore la proposta del governo di tassare i veicoli in maniera proporzionale ai valori di emissioni, ovvero più inquini, più paghi. E cosa inquina di più di un veicolo “datato”?
Cosa ne penserà la Regina?
Per la gioia dei puristi, in Inghilterra già da qualche tempo si è iniziato a convertire auto storiche in elettriche. Di Mini classiche senza carburatori e marmitte se ne vedono già da un po’, e molto si è detto e scritto a proposito della Jaguar E-type degli sposi reali Harry e Meghan, bellissima fuori ed elettrica sotto il cofano.
L’ultima notizia proveniente da oltremanica ha però tutt’altro valore, perché arriva direttamente da una casa madre, e che casa madre! In un comunicato stampa ufficiale, Aston Martin ha annunciato che sulla scia dei suoi moderni progetti di ingegneria EV (electric vehicles) come la Rapide E, sta testando un programma di conversioni reversibili per i suoi modelli classici, sviluppato direttamente dal dipartimento EV di Aston Martin Works. In altre parole, si stanno preparando a lanciare, nel 2019, un servizio di sostituzione dei vecchi e nobili propulsori termici con un pacco batterie, assicurando la reversibilità dell’operazione; uno “swap” plug-and-play, per dirla alla maniera loro, con modifiche minime. Andy Palmer, presidente di Aston Martin Lagonda e CEO del gruppo, dichiara: “Siamo molto consapevoli delle pressioni ambientali e sociali che minacciano di limitare l’uso di auto d’epoca negli anni a venire. Il nostro piano non comprende soltanto i nostri modelli nuovi e futuri, ma protegge anche il nostro prezioso patrimonio.”
All’ultima fiera di Padova avevamo anche visto una ben più modesta Fiat 600 classica, convertita in elettrico da un piccolo artigiano dell’est Europa. Certo, non si trattava di preziose Aston Martin, ma il concetto è lo stesso.
E in Italia?
L’ingegner Giorgio Onori, in collaborazione con la facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma La Sapienza e col CLAS, Circolo Latina Automoto Storiche, ha organizzato lo scorso 13 ottobre un convegno, a Latina, intitolato “Il Futuro del Passato” e incentrato proprio sulla conversione in elettrico dei veicoli storici. È stato un successo, con la sala gremita e gente che ascoltava dai corridoi perché sono andati esauriti anche i posti in piedi. Segno che l’argomento è di estremo interesse anche alle nostre latitudini.
Noi di Adrenaline24h abbiamo recentemente incontrato i titolari di una bella officina romana che effettua operazioni di questo tipo su vecchie scocche di Fiat 500. E il loro lavoro ci è piaciuto, e tanto. Vi spieghiamo perché.
Come ogni buon appassionato, anche noi siamo paladini della salvaguardia delle vetture storiche, della conservazione conforme, dell’originalità o, al massimo, di qualche piccola licenza realizzata con lo spirito e i materiali di un tempo, purché coerente col mezzo e con l’uso che se ne faceva all’epoca. Ma, anche quando si parla di passioni, ogni tanto c’è da fare i conti con la realtà, e su questo presupposto abbiamo preso spunto da queste belle repliche di 500 Jolly, le famose “spiaggine”, per fare alcune considerazioni.
La 500 è l’utilitaria italiana per eccellenza, un pezzo cruciale della nostra storia automobilistica. Ma è comunque una vettura ancora relativamente molto diffusa, tuttora spesso usata quotidianamente e senza troppi riguardi. Fatta eccezione per le più ricercate “N” e “D”, da Roma in giù se ne trovano spesso e volentieri parcheggiate in strada, ammaccate e polverose; vetture il cui valore finale molte volte non ne giustifica il restauro, soprattutto se poi, a causa delle restrizioni, sarà impossibile usarle in città, che è l’ambiente naturale della piccola Fiat. A questo punto, il bivio: meglio demolire o smembrare, oppure convertire in elettrico la propria vettura, alla quale magari si è anche legati sentimentalmente, rinunciando sì al borbottio del bicilindrico, ma continuando ad usarla tutti i giorni in barba a blocchi del traffico e ZTL? Pensiamoci.
E non è finita qui. Nelle grandi città esiste da tempo il car sharing di mini vetture elettriche. Le avete mai viste? Sono orrende. Sono la brutta copia delle più brutte e scarne microcar per quattordicenni. Probabilmente molti rinunciano ad utilizzarle per il timore di essere riconosciuti da qualche conoscente. Ecco, pensate ora se invece di quelle brutte scatolette gialle si potesse noleggiare una scintillante 500 scoperta, con tanto di cromature e tendalino. Immaginatevi alla visita del Parco del Valentino o di Villa Borghese su un mezzo le cui fattezze sono la naturale estensione di quelli che sono i centri storici delle nostre città d’arte; pensate cosa sarebbe percorrere il lusso di Via Veneto stringendo un volante che è lo stesso che impugnavano gli italiani degli anni della Dolce Vita. Un simile scenario non è forse più romantico e dignitoso, per una modesta 500, che finire a pezzi sul banchetto di un ricambista?
Le 500 Ferranti
Bene, questo scenario è già realtà, e ha un nome: Le 500 Ferranti (www.le500ferranti.com). Attiva dal 1925, la carrozzeria Ferranti realizza oggi, in quel di Roma, favolose “spiaggine” su base Fiat 500 (di tutte le serie, comprese le Giardiniera), 600 berlina e Multipla, restaurandole integralmente partendo dalla sabbiatura della scocca. E, in alternativa al restauro della meccanica originale, che pure esegue, Ferranti offre a richiesta la trazione elettrica, realizzata installando un piccolo propulsore da 10kW e batterie al litio. Il tutto chiavi in mano, con la vettura regolarmente omologata e targata, e con la possibilità di tanti simpatici accessori vintage su richiesta. Da febbraio sarà inoltre disponibile la conversione in trazione elettrica anche per le vetture “standard” a carrozzeria chiusa, da realizzare sulla propria vettura o da acquistare già bell’e pronta. Prossimamente sui nostri canali TV e social vi illustreremo tutto il processo di realizzazione e trasformazione di queste simpatiche vetture, per le quali seguiremo anche la comunicazione e la promozione. Per ora possiamo dirvi che non vediamo letteralmente l’ora di saltarci su e di raccontarvi la nostra prova su strada, ma di una cosa siamo già sicuri: ce ne innamoreremo perdutamente.
Michele Di Mauro