Fra pochi giorni parte la Mille Miglia 2016, ed Adrenaline24h, avrà il piacere e l’onore di partecipare alla “Corsa più bella del mondo”, a bordo di un’ auto della Squadra Corse, della Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia, che schiererà al via in questa edizione ben 10 vetture.
Oltre alla gara classica, i veicoli militari si contenderanno l’ambito trofeo Mille Miglia Militare e parteciperanno al prologo di martedì 17, con la prima edizione del Trofeo Roberto Gaburri.
Ma cerchiamo di capire il legame dell’esercito, con la Mille Miglia:
GLI UOMINI IN UNIFORME E LA 1000MIGLIA
LA STORIA DELLA 1000MIGLIA.
La città di Brescia fonda le proprie tradizioni e la passione per l’automobilismo sportivo fin sul finire del diciannovesimo secolo. La prima apparizione di un veicolo da corsa sul territorio bresciano avvenne il 14 marzo 1899, nel corso della Verona-Brescia-Mantova-Verona: a vincere, a bordo di un triciclo Prinetti e Stucchi, fu tal Ettore Bugatti.
I bresciani, pur se coinvolti nell’organizzazione veronese, vollero però una gara tutta loro.Decisero quindi di organizzarne immediatamente due nello stesso anno, nei giorni 10 e 11 settembre.Per questo si dice che nelle vene dei bresciani non scorra sangue ma benzina e la conferma di questa vocazione è testimoniata anche dalle sei aziende costruttrici di automobili che sorsero in Brescia.
Nei primi anni del XX secolo, nel 1904 fu approntato il Circuito di Brescia, sul percorso Brescia-Cremona-Mantova-Brescia, per un totale di 185 Km da ripetersi due volte; l’evento fu replicato anche l’anno successivo e il 9 settembre sullo stesso circuito si disputò anche la prima Coppa Florio.
La grande passione per i motori aveva indotto i bresciani a costituire già nel 1906 un loro Automobile Club, inserito nell’ambito dell’A.C. Milano.
Dopo la Prima Guerra Mondiale non furono indette a Brescia altre competizioni ma, la ripresa avvenne alla grande tanto che, grazie al bresciano d’adozione Arturo Mercanti, la città ottenne di organizzare il 1° Gran Premio d’Italia sul nuovo Circuito di Brescia, detto anche Circuito della Fascia d’Oro, nome della località dove prese il via la gara, il 4 settembre.
Con l’emanazione del decreto del 14 novembre 1926 del nuovo ordinamento del Regio Automobile Club d’Italia, fu ufficialmente costituito l’Automobile Club di Brescia ed Il 18 gennaio 1927, per iniziativa e grande volontà di Franco Mazzotti, Aymo Maggi, Renzo Castagneto e Flaminio Monti, si aprì la sede di Corso Magenta, dove ebbe subito inizio l’attività organizzativa della prima Coppa delle Mille Miglia. Il nome Mille Miglia e il marchio con la Freccia Rossa, da quel giorno, sono inalienabile proprietà dell’Automobile Club Brescia.
Il giorno, il 26 marzo 1927 come ricorda il giornalista Canestrini: «Nessuno ha dimenticato il debutto trionfale della Mille Miglia, le 77 vetture partite da Brescia trovarono due ali ininterrotte di folla entusiasta e plaudente per tutti i 1600 km. Non un tratto di strada che non fosse sorvegliato, non un atto di indisciplina, non un incidente. Trentamila militi, innumerevoli sportivi con commovente passione ed abnegazione avevano reso possibile un miracolo di organizzazione che con orgoglio può dirsi costituisca una delle espressioni dello spirito nuovo che anima il popolo italiano. L’altro miracolo fu costituito dai risultati tecnici della competizione e dalla trascinante combattività dei concorrenti tutti».
A sorprendere non fu solo il tempo, 21 ore, 4 minuti e 48 secondi, impiegato dai vincitori, Minoja e Morandi su O.M. 665 S, quanto quello del vincitore della ormai famosa classe H con una Peugeot 5 HP Tipo Mille Miglia, di soli 747 c.c., Cazzulani e Monferroni che fecero ritorno a Brescia in sole 33 ore 51 minuti primi e 33 secondi: un tempo del quale, secondo certa stampa, non avrebbero dovuto essere accreditati neppure i vincitori assoluti. Da qui prende il via la storia della 1000miglia che, a fasi alterne, perviene sino ai giorni nostri. Il merito va attribuito a tutti coloro che, nelle varie epoche si sono prodigati nell’organizzazione e si sono succeduti nel tempo; da quest’anno, dopo l’interruzione avvenuta nel 1961, l’organizzazione ritorna in toto all’Automobili Club Brescia.
Dopo il tragico incidente del 1957, la connotazione della gara muta da competizione di velocità, a gara di regolarità nella versione “rievocazione storica 1000miglia”.
Di seguito, sono riportate le varie tappe dell’evoluzione della 1000miglia e per ciascuna epoca è indicato l’Ente che ne ha curato l’organizzazione.
L’ESERCITO ALLA 1000MIGLIA.
Nel 1952 l’Esercito Italiano affronta la prima esperienza alla 1000miglia. In quel periodo, nel pieno della ripresa industriale postbellica, le due maggiori case automobilistiche italiane, Fiat ed Alfa Romeo, stavano sviluppando ciascuna per proprio conto un progetto di un veicolo che avesse le caratteristiche di fuoristrada, simili all’analogo e celeberrimo Jeep Willys, di produzione americana. Questi progetti erano destinati a soddisfare sia le esigenze di utilizzo in campo civile, nelle attività produttive che dovevano svolgersi su terreni accidentati o fuori strada, sia le esigenze di carattere militare, nell’impiego in operazioni in attività di ricognizione. Non a caso, ancor oggi la tipologia di queste vetture è identificata dalla sigla AR, ovvero “autovettura da ricognizione”, seguita da due cifre che ne identificano l’anno di sviluppo del progetto. Nel caso particolare delle vetture schierate nella gara, il “51”, indica che in entrambe le aziende i progetti hanno preso forma nell’anno 1951.
E così, ancor prima che i mezzi entrassero nella produzione di serie, tanto che la fornitura alla Forza Armata avverrà solo nel corso del 1953, sia Fiat sia Alfa Romeo, per ovvi motivi di concorrenza e nell’intento di dimostrare l’affidabilità del proprio nuovo prodotto, invitarono l’Esercito a partecipare alla XIX^ edizione della corsa più bella del mondo portando in gara due Alfa “Matta” e due Fiat “Campagnola”.
Gli equipaggi, tutti composti da Ufficiali dell’Esercito rigorosamente in uniforme, erano così costituiti:
FIAT “Campagnola” EI 15936 NR.(1M) Cap. MARLETTA/ Ten. IZZO;
FIAT “Campagnola” EI 15935 NR.(2M) Cap. LIVOTI/Cap. PAGNONE;
ALFA “Matta” EI 15938 NR. (3M)
Ten. BELTRAMIN /Ten. BRUNO;
ALFA “Matta” EI 15937 NR.(4M)
Cap. COSTA/Ten. VERGA
La numerazione delle quattro vetture militari in gara era contraddistinta dalla sigla “M” in quanto, al di là del risultato di classifica generale, era stato previsto un trofeo particolare per veicoli militari con classifica a parte.
Il 4 Maggio 1952, l’Alfa Romeo “Matta” iscritta con il numero “4M”, condotta dal Cap. Costa e dal Ten. Verga, vince la propria categoria alla strabiliante media di 92,5 Km, giungendo al 114° posto della classifica generale su ben 501 equipaggi partiti. Il risultato ottenuto può considerarsi di assoluto rilievo se si considera che il mezzo in gara apparteneva alla tipologia “fuoristrada” e gareggiava contro veicoli che per la maggior parte erano espressamente allestiti e preparati per competizioni sportive.
Nella speciale classifica al secondo ed al terzo posto giunsero rispettivamente la Fiat “Campagnola” numero “1M”, con 42’ di distacco, dell’equipaggio composto dal Cap. Marletta e dal Ten. Izzo e l’altra Fiat “Campagnola” numero “2M”, dell’equipaggio Cap. Livoti, Cap. Pagnone, posizionatesi nella classifica generale al 157° ed al 217° posto. L’altra vettura Alfa “Matta” “3M” si è ritirata lungo il percorso.
Seguì poi un lungo periodo di assenza della rappresentanza in uniforme alla 1000miglia.
Solo nel 2004, la Scuola Trasporti e Materiali che incorpora nel proprio ambito il “Museo Storico della Motorizzazione Militare”, su autorizzazione dello Stato Maggiore dell’Esercito si presentò alla 1000miglia con due equipaggi sotto l’egida della “Scuderia Autieri d’Italia”:
Lancia “Aprilia” 1939 Ten.Col. MATTEACE/1° M.llo TROIA
Alfa Romeo “2500 coloniale” Magg. IANNI/M.llo Ca. BRAVACCINI
A questa partecipazione, seguirono poi ben altre sette presenze degli uomini in uniforme alla 1000miglia che, fino all’anno 2010 operarono in rappresentanza della Scuderia Autieri d’Italia e nei due anni successivi, intervennero nella veste di compagine ufficiale dell’Esercito Italiano. In particolare la partecipazione nell’anno 2011 è coincisa con il 150° anniversario della costituzione della Forza Armata:
“2005” Lancia “Aprilia” 1939 Ten.Col. MATTEACE/Magg. MOLINARI
“2007” Alfa Romeo “6C 1750 SS Zagato” 1929 1°M.llo FARINA/C.M.C.. CAPOZIO
“2008” Fiat “Balilla spider” 1932 Ten.Col. MATTEACE/Col. ABBENANTE
“2009” SAM “C25 F” 1925 Ten.Col. MATTEACE/Col. ABBENANTE
“2010” Alfa Romeo “6C 2500” 1947 Gen.c.a. MAGGI/Ten. Buraccini;
“2011” Fiat “Campagnola” 1951 Gen.D. SPEROTTO/Col. SPEROTTO
“2012” Lancia “Aprilia” 1939 Magg. Gen. MARIANTONI/Col. TEODORI
Fiat “508 CM 1100” 1939 Col. DE LORENZO/Col. PESCARA
LA 1000MIGLIA IN DIRETTA.
Fin da bambino, alla fine degli anni ’50, inizio anni ’60 ho sempre sentito una particolare attrazione per le vetture d’epoca. In quei tempi ne giravano ancora parecchie. Mi ricordo la Balilla, nelle sue varie versioni, la 1100 musone, ed anche qualche modello anteguerra di produzione inglese che mi affascinavano in particolar modo. Quando arrivavano nella piazza del paese o quando nei pomeriggi della domenica, al mattino i miei genitori lavoravano nel negozio di famiglia, le incrociavamo durante le gite in “giardinetta”, non riuscivo a tenere a freno l’interesse e la curiosità e chiedevo a mio padre notizie sulla marca, sui modelli e sulle caratteristiche tecniche di ognuna.
In gioventù poi, l’effetto del ’68 e l’epoca del Rock, mi hanno fatto affievolire questo particolare interesse che però si è ben presto ravvivato nel 1975. Arruolato quale allievo ufficiale di complemento presso le Scuole della Motorizzazione in Cecchignola, nel seguire le lezioni di “tecnica organi autotelaio”, durante le quali il Maresciallo GIZZI ci insegnava a smontare e montare i motori, nel padiglione adiacente erano conservati i mezzi del “Museo della Motorizzazione Militare”. Grande fascino ed ammirazione l’ho subito rivolto all’Alfa Romeo 6c 1750 ss Zagato del 1929. Mai all’epoca avrei pensato che 35 anni dopo sarei stato a bordo di quella vettura partecipando all’edizione 2010 della1000miglia.
Le emozioni, le preoccupazioni e le tensioni in gara.
Non mi posso definire un veterano della 1000miglia, anche se ho avuto nel percorso della mia vita militare l’opportunità, nel 2008, di svolgere l’attività di responsabile del supporto logistico alle vetture della Scuderia Autieri d’Italia, negli 2009 e 2010, sempre con la medesima scuderia, di partecipare alle 1000miglia nel ruolo di membro di equipaggio e nel 2011, di essere a bordo dell’unica vettura in gara in rappresentanza dell’Esercito Italiano, nell’ambito del 150° Anniversario della costituzione della Forza Armata.
Le emozioni che si vivono all’interno ed all’esterno della gara, non cambiano con il passare degli anni.
Prima di tutto, si sente la responsabilità che deriva dal rappresentare, l’Istituzione sia nella forma diretta, in rappresentanza della Forza Armata sia, nella forma indiretta, attraverso la Scuderia Autieri d’Italia, responsabilità che impone l’assunzione di un adeguato assetto formale, una sobrietà di stile, una giusta riservatezza e una proprietà di linguaggio in linea con l’etica militare, anche in quegli eventi di contorno alla gara vera e propria che, assumono talvolta un carattere di mondanità.
Sotto l’aspetto prettamente personale, le emozioni che si vivono all’interno della gara, sono indescrivibili; incontrare un folto pubblico lungo tutto il percorso, attraversare i luoghi della storia d’Italia, alcune prove cronometrate che si svolgono nei pressi dell’ossario di S.Martino della Battaglia, percorrere i centri storici delle città d’arte, salire sulla passerella tra due ali di folla a Castel S.Angelo a Roma, scoprire località che ti riportano nel medio evo, Monteriggioni o Radicofani, immergersi nei paesaggi delle colline toscane di Siena e dintorni ed infine entrare nel “gotha” della formula 1 quando affronti le prove cronometrate sui circuiti di “Fiorano”e di “Imola”, sono sensazioni che difficilmente si possono esprimere con le parole e che costituiscono patrimonio indelebile del singolo. Ancor oggi quando parlo o penso alla 1000miglia rivivo le stesse profonde sensazioni e non nego, mi vien la “pelle d’oca”.
Ma alla sfera delle emozioni appartengono anche quelle meno piacevoli ovvero, le preoccupazioni, le tensioni all’interno dell’equipaggio e le delusioni. La preoccupazione principale è che comunque sei a bordo di una vettura che ha sulle proprie spalle dai 60 agli 80 di vita, gli inconvenienti ed i guasti sono sempre degli imprevisti non programmabili. E’ necessario pertanto mantenere una condotta di gara improntata sul totale e completo rispetto del mezzo alla quale va aggiunta anche una buona dose di fortuna; elementi indispensabili che ti garantiscono di portare, quasi sempre, alla conclusione della gara. Altra preoccupazione che non ti lascia lungo tutto l’itinerario, è la corsa contro il tempo; gli imprevisti meccanici e del traffico, il variare delle condizioni metro, mi ricordo la bufera di neve sul Terminillo nel 2010 e tutto quello che mai ti sogni di incontrare sulla tua strada è sempre dietro l’angolo.
Poi con il sommarsi delle preoccupazioni, della stanchezza fisica, nelle tre notti di gara si dorme mediamente per 3 al massimo 4 ore, della pressione psicologica che deriva dall’attenzione da porre sia in fase di trasferimento sia in fase di prova cronometrata, portano irrimediabilmente ed ovviamente a vivere qualche momento di tensione. Ricordo con particolare piacere e lo ricordiamo quando ci ritroviamo con altre persone a parlare di 1000miglia, quello vissuto con il mio omonimo Gen.D. Amedeo SPEROTTO durante l’edizione 2011 sul tragitto Bologna-Modena, in ordine ad una diversa interpretazione di alcune annotazioni riportate nel “Road book” di gara; momento che comunque si è dissolto in un battibaleno e che non ha minimamente compromesso l’amicizia e la stima che ci legano da molti anni. Infine la delusione. Per fortuna solo una volta, la prima mio malgrado, ho provato la delusione di non giungere al traguardo. Nonostante tutti gli sforzi messi in campo dal membri dell’assistenza per consentirci di concludere la gara, il mezzo ci ha lasciati a Monteriggioni. E’ un’esperienza che non auguro a nessuno; tanto lavoro in fumo a pochi chilometri dall’arrivo.
IL PRESENTE ED IL FUTURO.
La crisi economica, degli ultimi anni ha imposto, nel 2013 una revisione delle priorità della Forza Armata ed ha portato scelte di cancellare le attività di carattere promozionale ed a privilegiare gli aspetti di carattere prettamente operativo/addestrativo. Ma nel 2016 ci saremo con ben 10 equipaggi!!! L’eredità di portare alla prestigiosa gara le uniformi di tutte le Forze Armate, nonchè di mantenere viva la tradizione e tramandare lo spirito di uno dei quattro fondatori della 1000miglia, il Conte Franco Mazzotti, ufficiale di complemento della Regia Aeronautica, abbattuto dalla Royal Air Force il 26 novembre 1942 nel canale di Sicilia ai comandi del suo Savoia Marchetti SM75, è stata assunta in parte già nel 2012 dall’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia che, ha fatto la prima apparizione alla 1000miglia con due equipaggi:
Alfa “Matta” 1951 Ten.Gen. RIGHELE/Ten.BURACCINI
Fiat “Topolino” 1951 Brig.Gen. ABBENANTE/Gen.Sq.A.LODOVISI
Alla Rievocazione storica della Mille Miglia 2016, che prenderà il via il prossimo 19 maggio, l’UNUCI scenderà in campo con ben 10 equipaggi:
RINGRAZIAMENTI.
La partecipazione degli uomini in uniforme, rientra nell’ambito delle attività promozionali dell’Esercito Italiano, pertanto il primo ringraziamento è rivolto allo Stato Maggiore d’Esercito che ha autorizzato nel corso degli anni la partecipazione di una propria rappresentanza all’evento, permetterà che alcuni dei preziosi gioielli conservati presso il “Museo storico della Motorizzazione Militare” fossero riportati sulle strade d’Italia.
Infine un particolare ringraziamento a tutti coloro uomini con le stellette e non che operano in silenzio nell’ambito della Forza Armata e che nell’espletamento delle proprie mansioni si dedicano e si sono dedicati con vera passione ed indiscusso spirito di servizio alla conservazione dei mezzi presso il museo, al restauro e rispristino degli stessi presso le formazioni logistiche e che infine hanno contribuiranno nella preziosa ed indispensabile opera di supporto logistico durante le fasi di gara.
Brigadier Generale (ris)
Arma trasporti e materiali
Giovanni SPEROTTO
Vicedirettore Sportivo U.N.U.C.I. – Squadra Corse
Questa è la storia della Squadra Corse UNUCI, sarà una grande avventura, siamo felici di contribuire a scrivere la pagina del 2016…
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