Come anticipato negli scorsi giorni, la Regione Piemonte, con l’approvazione della Legge Regionale n. 27 del 6/11/2020 dedicata alla “Valorizzazione dei veicoli di interesse storico e collezionistico, ha accolto le istanze avanzate dall’Automotoclub Storico Italiano per salvaguardare il motorismo storico, un settore che crea un indotto di 2,2 miliardi di euro l’anno (123,4 milioni dei quali generati nel solo Piemonte) e per mantenere in vita realtà produttive altamente specializzate.
La Legge regionale è stata pubblicata il 9 novembre sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ed ora è possibile consultare il testo definitivo cliccando Qui.
Grazie a questa normativa, sono esclusi dai provvedimenti di limitazione alla circolazione adottati ai sensi dell’articolo 7, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada) i veicoli con oltre 40 anni di età, con il riconoscimento di storicità riportato sulla carta di circolazione e i veicoli di interesse storico con età compresa tra i 20 ed i 39 anni nelle giornate festive e prefestive.
“L’obiettivo – ha sottolineato il presidente della Regione, Alberto Cirio – è valorizzare i veicoli di interesse storico e collezionistico, che in una terra come il Piemonte non rappresentano solo una tradizione ma sono anche un’importante opportunità di promozione turistica”.
“Le auto storiche certificate – ha aggiunto l’assessore all’ambiente, Matteo Marnati – sono un museo viaggiante, un patrimonio da tutelare e preservare. Così manteniamo viva la storia di un mondo automobilistico del passato che oggi si può ancora apprezzare su strada. Un valore, quello delle auto storiche non solo collezionistico o storico-culturale, ma anche dagli importanti riflessi turistici in termini di manifestazioni itineranti”.
“Questa nuova legge – ha commentato Alberto Scuro, presidente dell’ASI – è il risultato del confronto concreto e trasparente che abbiamo instaurato da mesi con la Regione Piemonte, in particolare con l’Assessorato all’Ambiente, ed è l’effetto delle tante iniziative che la Federazione ha perseguito per dimostrare come i veicoli storici certificati non impattino sull’ambiente e come costituiscano una leva di sviluppo per l’indotto economico ed occupazionale, oltre ad essere una grande opportunità per il turismo, in particolare proprio in Piemonte. L’Automotoclub Storico Italiano, con la collaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità e della Motorizzazione, si è prodigato nella ricerca e nella trasmissione di dati riferiti al reale impatto ambientale dei veicoli storici, che in Piemonte producono lo 0,000595% dei PM10 globali e lo 0,00234% degli NOx. Numeri che dimostrano l’assoluta inconsistenza degli agenti inquinanti prodotti dai veicoli di interesse storico e collezionistico: sostanzialmente perché sono pochi e fanno poca strada. Alla base di tutto, resta quindi fondamentale il principio di distinzione tra i veicoli vecchi di uso quotidiano e quelli certificati di interesse storico e collezionistico.”
Fonte: Automotoclub Storico Italiano