Elio De Angelis, romano classe 1958, nel 1977 si laurea campione nazionale di Formula 3. È il preludio al suo passaggio alla massima serie, che avviene due anni dopo con la Shadow, e al suo ingaggio in Lotus per la stagione 1980.
Con Lotus Elio ottiene le uniche sue vittorie, al Gran Premio d’Austria 1982 e al Gran Premio di San Marino 1985, affiancate da 10 podi e 3 pole.
Dopo 6 stagioni con Lotus arriva il turno della Brabham, in coppia con Riccardo Patrese, al volante di una poco competitiva BT55 nel cui sviluppo Elio si impegna personalmente. La ritiene infatti deludente sia per le prestazioni che per la sicurezza. I fatti, poco dopo, gli daranno ragione.
Durante una serie di prove sul circuito francese di Paul Ricard a Le Castellet, infatti, l’alettone posteriore della vettura si stacca. La macchina perde stabilità, si cappotta più volte e si ferma contro una barriera, prendendo fuoco. Alcuni piloti al seguito si fermano per cercare di soccorrerlo. Tra loro c’è anche Alain Prost, che prova ad estrarlo dalla carcassa della monoposto.
L’incidente avviene esattamente 34 anni fa, il 15 maggio 1986, durante una sessione di test. Si tratta di prove private, il circuito non è quindi attrezzato come in un gran premio. I mezzi di soccorso arrivano con forte ritardo, l’elicottero addirittura dopo oltre mezz’ora.
De Angelis, seppur gravemente ferito e ustionato, il giorno seguente muore all’ospedale di Marsiglia per asfissia, causata della lunga permanenza a contatto col fumo provocato dall’incendio, oltre sette minuti.
La morte di Elio De Angelis causa commozione e indignazione nel mondo della Formula 1. I piloti si riuniscono pochi giorni dopo in un’assemblea straordinaria, criticando i regolamenti minacciando di non partecipare all’imminente Gran Premio del Belgio senza nuove norme di sicurezza.
Dall’incidente di Le Castellet la Formula 1 non vedrà più morti per ben otto anni, fino ai tristi e noti fatti di Imola del 1994, in cui persero la vita Roland Ratzenberger e Ayrton Senna.