A 100 anni dalla nascita di Ferruccio Lamborghini, riproponiamo la nostra visita…….
La nostra emozione, oggi, è molta, ci porta anche a sbagliare strada, nonostante la presenza di un fido navigatore satellitare e dopo una divagazione turistica di 5 chilometri, si apre di fronte ai nostri occhi, la nostra meta….il fantastico Museo Ferruccio Lamborghini.
Il “sacro luogo”, ci aspetta, nel suo nuovo spazio di 5000mq, inaugurato nel maggio 2014, presso l’ex stabilimento di Oleodinamica Lamborghini, sostituendo il museo precedentemente sito nell’area ferrarese di 1000mq, che ha ospitato la storia della Lamborghini dal 1993 al 2013.
La storia di Ferruccio Lamborghini, è una storia d’altri tempi, quando i sogni potevano avverarsi, quando il mondo era aperto ai “suoi geni”, ed indubbiamente Ferruccio, fu un genio, capace, passionale, testardo, geniale e forse un po incompreso e non valutato, con attenzione, per il ruolo che è riuscito ad interpretare e per le migliorie tecniche che ha portato sul mercato, forse in virtù di qualche scelta non popolare, come la presenza minima nel mondo delle corse, che non gli ha dato la notorietà, che invece qualche “vicino di casa” ha esibito nel mondo.
Ferruccio Lamborghini, il celebre imprenditore emiliano che ha reso il marchio del Toro un mito internazionale, nacque il 28 aprile 1916 e morì improvvisamente il 20 febbraio 1993 nella sua Tenuta La Fiorita. Per onorare la sua memoria, il figlio Tonino ha ideato il Museo Ferruccio Lamborghini.
LA STRUTTURA: “Volevo una struttura dinamica, che esaltasse l’intelligenza, la creatività e la particolarità dell’uomo a cui è dedicata; un autentico spaccato di civiltà industriale, in cui tutto ciò che vi è esposto viene esaltato da una architettura di design post-industriale”. – dichiara l’ideatore del museo, Tonino Lamborghini. Il Museo Ferruccio Lamborghini è racchiuso all’interno di uno degli ex stabilimenti Lamborghini, sapientemente recuperato attraverso un intervento di riqualificazione industriale di forte impatto. Il progetto si caratterizza per precisi accorgimenti architettonici e una peculiare scelta dei colori che restituiscono all’ambiente una carica emotiva eccezionale, accompagnando il visitatore nel percorso museale. La struttura stessa esprime appieno l’energia che contraddistingue la storia della famiglia Lamborghini. L’involucro di colore neutro del museo contrasta con il colore rosso Lamborghini dei canali microforati per il riscaldamento, raffrescamento e ricambio dell’aria. L’intonaco spatolato rigato, utilizzato sia all’esterno che all’interno del museo, crea un effetto di movimento ispirandosi all’aerodinamicità delle auto sportive in esso contenute. Gli shed dell’edificio originale inondano lo spazio di luce, che filtra i particolari dei pezzi esposti, mentre i led delle colonne creano giochi di luce speciali per la scenografia serale. Tanti elementi a forma di scudo, come la pensilina e l’entrata all’esterno fino alle luci nelle colonne interne, richiamano il logo di famiglia presente in tutti i prodotti a marchio Lamborghini. I pannelli appesi accompagnano il viaggio del visitatore attraverso la storia e il tempo interiore di Lamborghini, perché qui l’edificio stesso è trasformato in un racconto di vita, mentre le colonne a forma piramidale donano monumentalità ad un luogo che omaggia un personaggio di altri tempi. LA STORIA “Ricordo molto bene la prima volta che discussi della creazione di un Museo con mio padre – racconta Tonino Lamborghini. – Mi guardò perplesso e ancora di più lo fu quando gli mostrai due trattori Lamborghini, malconci e arrugginiti, che avevo trovato presso un agricoltore della zona. Qualche mese dopo, gli mostrai i trattori completamente rimessi a nuovo. Li misi in moto: prima una nuvola di fumo nero, poi azzurro e finalmente il familiare pum pum del normale funzionamento, simbolo di una mai perduta potenza. In quel momento, gli occhi azzurri di papà diventarono lucidi. Mi disse: «Quando feci questi trattori, avevo la tua età e le tasche vuote». Il primo trattore, il mitico Carioca, mi fu segnalato dall’amico Giancarlo Corvini; era abbandonato in un vecchio fienile, in condizioni disastrose. Da allora cominciai un incredibile lavoro di ricerca di tutto ciò che era stato prodotto. Per anni, la domenica, ho percorso le campagne a caccia dei trattori. Curiosamente, i primi li ho rinvenuti in ordine cronologico di costruzione, l’ho interpretato come un segno del destino e la coincidenza mi incoraggiò a continuare la ricerca, nonostante lo scetticismo di papà. Estesi la ricerca ai bruciatori, alle prime automobili, ma anche alle piccole cose: i calendari con le nostre pubblicità, le fotografie, i listini prezzi e i libretti di istruzione, preziosi documenti della nostra storia. Contemporaneamente, cominciai a maturare l’idea di realizzare una struttura adeguata al valore di questa raccolta che, sempre più, stava diventando un vero spaccato della società italiana del secondo dopoguerra.”
Il Museo raccoglie tutta la produzione industriale dell’ing. honoris causa Ferruccio Lamborghini: dal primo trattore Carioca con cui ha dato il via nel 1947 al suo gruppo industriale passando per i primi trattori cingolati fino ai modelli degli anni ‘70; dal prototipo della 350GTV alla 400GT; dalla mitica MiuraSV personale di Ferruccio all’avveniristica Countach; dagli esemplari di Jarama ai prototipi di Jalpa; dalle Urraco alla Espada con apertura ad ali di gabbiano che ha ispirato l’auto del film “Ritorno al futuro”; l’offshore Fast 45 Diablo Classe 1 di 13,5 metri con motori Lamborghini 11 volte campioni del mondo; uno splendido esemplare omologato di elicottero Lamborghini con doppi comandi; bruciatori, caldaie e sistemi di raffreddamento Lamborghini; la famosa “Barchetta” costruita da Ferruccio per partecipare alla Mille Miglia del 1948; la ricostruzione del primo ufficio personale di Ferruccio alla Lamborghini Trattori con suoi oggetti personali(1950); uno spazio dedicato ad altre auto e moto di quel periodo in un contesto di comparazione; riconoscimenti ufficiali e foto dell’epoca per ricordare non solo le vicende di Ferruccio, ma anche quelle della famiglia Lamborghini e di migliaia di persone che hanno ruotato attorno a lui. Il nuovo e poliedrico museo racchiude anche un’ala dedicata all’esposizione di prodotti di design industriale degli anni ‘50-‘70. Un percorso emozionante che racconta la storia del mito del Toro celebre in tutto il mondo all’interno di uno spazio più ampio, appositamente studiato per l’accoglienza di un nuovo e più numeroso pubblico.
All’ingresso ci aspetta Fabio Lamborghini, nipote di Ferruccio, che da splendido padrone di casa, ci fa immergere in questo mondo, rappresentativo di una eccellenza e genialità non comune……..e la pelle diventa d’oca!!!!!
Negli occhi di Fabio e nelle sue parole, trapela, emozione, passione, orgoglio e consapevolezza, di tramandare nel tempo, ricordi di un marchio rappresentativo della eccellenza automobilistica Italiana.
Ci facciamo prendere per mano, chiudiamo gli occhi….e ci immergiamo nel mondo Lamborghini…
Ferruccio Lamborghini, nasce lontano dalle auto da corsa, ma tutte le sue produzioni, sono votate all’innovazione, iniziando dal 1947, quando produsse il primo trattore economico “per tutti”, il “Carioca”, utilizzando nel dopoguerra, parti meccaniche di Jeep americane ed inglesi, ed ottenendo cosi un prodotto versatile e per via del costo molto basso, circa la metà, rispetto alla concorrenza, permise, un utilizzo massivo del mezzo ed un conseguente lancio delle attività agricole, in quegli anni, ancora prevalentemente di gestione manuale.
Ma la passione per i motori è forte, ma le finanze, languono, allora nel 1948, non potendosi permettere vetture sportive di livello, Ferruccio, acquista una barchetta Fiat, su meccanica Topolino e la stravolge, nasce la prima vettura che porterà il marchio della Trattori FLC, Ferruccio Lamborghini Cento, e con quella vettura, parteciperà alla mitica Mille Miglia.
Gli anni trascorrono, le aziende Lamborghini crescono, i trattori, la meccanica, la oleodinamica, si aggiunge la Bruciatori e la Oleodinamica, arriva la prosperità, ed allora, nel garage, arrivano le Jaguar, Aston Martin, Lancia, Alfa Romeo, insomma tutti i gioielli dell’epoca ed ovviamente la Ferrari.
Ne possedè svariate, sempre critico nei confronti del Drake, con il quale intratteneva un ottimo rapporto, per la delicatezza della meccanica e delle rifiniture, secondo lui non in linea con le aspettative della clientela.
Un giorno, nel portare, per l’ennesima volta una Ferrari in officina, ebbe un alterco, con il Drake, lamentandosi, di un nuovo guasto alla frizione, secondo Ferruccio, inadeguata a sopportare la potenza del motore. Di tutta risposta il Drake, accusò Ferruccio, di non saper “guidare”, di non saper gestire una Ferrari e di essere lui, la causa dei guasti.
Valentino Balboni, collaudatore storico della Lamborghini, ricorda così l’evento: «Ferruccio si divertiva a sgommare. Possedeva due Ferrari identiche e più di una volta ha rotto la frizione. Dopo aver sborsato fior di quattrini per ripararle a Maranello, un giorno – dopo l’ennesimo guasto – ne portò una nella sua officina e un meccanico, anche lui di Casumaro, la smontò. La frizione che si rompeva era identica a quella che montava sui suoi trattori». Da quel momento le lamentele di Ferruccio Lamborghini con il Drake divennero molto più accese: «Spendo una fortuna per un’auto fatta con i miei pezzi!». Pare che la risposta di Enzo Ferrari sia stata: «La macchina va benissimo. Il problema è che tu sei capace a guidare i trattori e non le Ferrari».
Il giorno successivo, nello studio di Ferruccio, iniziò la gestazione della prima auto sportiva!!!!
Nel 1963, la prima Lambo vede la luce è la 350GTV, 358 cavalli, 3500 cc., l’auto però rimase un prototipo e sarà prodotta nel 1964 con un restyling estetico e si chiamerà 350GT.
Arriviamo al 1966 ed ecco la GT400, una gran turismo da 4000cc., che troviamo “sonnecchiante”, proprio dietro alla ex Ferrari di Ferruccio, come a volerla sfidare e sorpassare……
Nello stesso anno nasce il logo di Lamborghini, ed il Toro, fa bella vista di se, sui gioielli tecnologici di Ferruccio. All’interno del museo, si ha veramente l’impressione di ripercorrere la vita di Ferruccio, sarà per il modo di comunicare del nostro “cicerone ” d’eccellenza Fabio, sarà, per l’alternarsi, ai nostri occhi, di tutta la produzione Lamborghini, in un alternarsi, di auto, trattori, bruciatori, mini auto, che ci fa capire come, il genio di Ferruccio e le sue invenzioni, hanno accompagnato la vita del nostro paese, contribuendo, ad un fenomeno di industrializzazione e sviluppo, che ebbe pochi esempi simili nel mondo.
Come per il primo trattore al mondo “stretto”, largo solo 80cm, che ebbe uno straordinario successo, nell’utilizzo vinicolo, o il primo trattore diesel nel 1954, il più potente al mondo, l’auto elettrica di Papa Wojtyla.
Nel perderci tra queste meraviglia, ci imbattiamo anche nella collezione personale di auto di Ferruccio, dove troviamo, Alfa Romeo, Fiat, Jaguar, che fanno bella mostra di se e si perdono tra le bellezze delle opere d’arte di Ferruccio…….
Ad un certo punto, ci fa l’occhiolino..un mostro…la LM002..anche qui la lungimiranza di Lamborghini, che già nell’anno 1986, anche se destinato primariamente ad un utilizzo militare, capì che ci potesse essere una esigenza, di un grande e potente fuoristrada, antesignano dei moderni Suv.
Le emozioni non finiscono e illuminata da una luce soffusa, quasi a non volersi far notare…una Diablo..gialla del 1991!!!
A fianco, della Diablo, scopriamo, che Lamborghini, costruì, anche gli elicotteri, che per motivi “politici”, non videro, mai la luce del cielo, per la mancanza delle dovute autorizzazioni…questo fu l’unico esemplare omologato al volo.
Un susseguirsi di emozioni, ad ogni angolo, un gioiello, un aneddoto, le ore dedicate a studiare soluzioni, collaudare, modificare….le auto, sono li, tutte insieme, sembra quasi, vogliano raccontare…le loro avventure….le emozioni di chi le ha guidate…
Le corse, la passione, l’esperienza di Lamborghini, nel 1986, arriva l’esperimento Formula1, insieme a Chrysler, un 12 cilindri, da 710 cavalli.
Diverse scuderie, si approvvigionarono, con il propulsore Lambo, Lola, Ligier, Lotus, Larousse e la stessa Ferrari, ebbe “paura”, di un forte concorrente interno, fino ad arrivare all’episodio, che poteva rappresentare la svolta: Ayrton Senna, ormai uomo Mc Laren, provò il motore sul circuito dell’Estoril, rimanendo, colpito positivamente, rispetto al motore Peugeot, precedentemente collaudato, tanto fu, che Senna, richiese, esplicitamente il Lambo sulla sua monoposto. Ma forti interessi economici, sembra addirittura che Peugeot, “pagò”, per utilizzare i suoi motori, spinsero la McLaren ad una scelta Francese, che portò al divorzio con Senna, che si dice non abbia mai gradito la scelta Peugeot, passando poi alla Williams. L’avventura finisce nel 1993, con la fuoriuscita di Chrysler dal progetto, ci immaginiamo, una gara di Formula 1…… Ferrari contro Lamborghini…… peccato!!!
In fondo, scorgiamo una enorme sagoma rossa, elegante, enorme, sinuoso… ed entriamo nel campo motonautico, dove Lamborghini, sviluppò un motore V12 da 8200cc., un potentissimo propulsore marino che venne montato su motoscafi offshore di classe C1. Con questo motore, Il 25 novembre 1994, Norberto Ferretti e Luca Ferrari, conquistarono il primo titolo mondiale per la casa bolognese. In seguito le imbarcazioni motorizzate Lamborghini vinsero altri nove campionati mondiali, dal 1997 al 2008.
Scopriamo poi, soluzioni per il tempo libero …sportivo…immaginate…terza..quarta…vedo un tornante….terza…seconda…oppss la roulotte…!!!!!
e tante auto, più o meno conosciute, rappresentative della storia del marchio e delle evoluzioni tecniche e dello stile.
Uno sguardo…. nell’ufficio di Ferruccio….
Poi un brivido,,,la Countach…..
Basta..basta…Fabio Lamborghini, ci stordisce di emozioni, ci vuole un minuto di relax, quale miglior posto….
Riprendiamo fiato, siamo inebriati, ma l’emozione sale..si perchè, Fabio, ci dice:” è dietro di te!!!”
Mi giro ed lei…..la Miura!!!
Non c’è nulla di dire, il silenzio è d’obbligo!!!
Ma siamo a casa Lamborghini, non può mancare anche..gialla!!
La nostra giornata, immersi nella storia Lamborghini, che ricordiamo, si trova a Funo di Argelato,in provincia di Bologna, Strada Provinciale 4 Galliera Sud 319, volge al termine, abbiamo ripercorso insieme, la storia di un uomo ed marchio, che ha accompagnato la nostra passione per i motori dagli anni ’50 ad oggi, come sempre, abbiamo voluta raccontarla a modo nostro, come fossimo insieme, le note tecniche, le lasciamo ai bravissimi esperti, noi ci godiamo l’emozione, delle linee, dei colori, immaginiamo emozioni, sacrifici, aspettative, dolori, provati da tutte le persone, tecnici, operai, collaudatori, a partire da Ferruccio Lamborghini, che hanno permesso e costruito tutto questo e per chi l’ha conservato, per capire, ammirare….sognare!!!
Fabio Lamborghini, il nostro narratore, è soddisfatto, forse vede i nostri occhi brillare, sa che un pizzico di sana invidia l’abbiamo…per lui che vive, in questa pagina di storia.
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