RALLY 4 REGIONI……..una storia importante
Gli anni sessanta stanno per finire in un turbolento autunno “caldo”, il sessantotto, fatto di rivolte studentesche, di scontri di piazza, di malcontento generale, di scioperi. Pavia, città universitaria, è decisamente “torrida” ma resta una città tranquilla, preferendo grandi discussioni teoriche nei bar e nei caffè che le sassaiole contro la polizia.
In questo periodo di confusione, di contestazione, di cambiamento, come novelli carbonari un gruppetto di appassionati guidati da Benedetto Pelliccioni, direttore di fresca nomina dell’Automobile Club Pavia e dal professor Siro Pietro Quaroni, decidono che è giunto il tempo di organizzare una manifestazione automobilistica che coinvolga tutti i pavesi. La scelta, quasi timorosa, cade sul Giro della Provincia di Pavia, una vecchia gara di regolarità “dimenticata” che viene immediatamente trasformata nella moda del tempo: i rally. Nel 1969 il Giro della Provincia di Pavia riparte con un percorso duro e massacrante che vede la vittoria della Renault R8 Gordini di Pietro Polese.
L’anno successivo, il 12 aprile, si disputa la dodicesima edizione del Giro della Provincia che viene vinta da Giuliano Altoè anch’egli al volante di una R8 Gordini. La febbre sale e l’Automobile Club Pavia decide di puntare più in alto. Il 15 aprile 1971 a Rivanazzano durante la riunione del Panathlon Club Pavia, i rappresentanti della Commissione Sportiva dell’Automobile Club Pavia presentano alla stampa una nuova manifestazione: il Rally Internazionale delle 4 Regioni.
La prima edizione si tiene dal 3 a 5 giugno 1971 con partenza da Pavia ed arrivo a Salice Terme. Il percorso è lungo 1.600 km. e tocca oltre alla Lombardia, l’Emilia, la Liguria e il Piemonte. Le prove sono 16 con 22 controlli orari. Le strade vanno da pochi tratti in asfalto, stretti e tortuosi, a vere e proprie mulattiere nel cuore dell’Appennino. Sono 59 le vetture al via con piloti come Lampinen, Ballestrieri, Trombotto, Barbasio, Paganelli e Bisulli.
La corsa è durissima e solo in 17 vedono il traguardo. La vittoria arride a Lampinen e Davemport con la Fulvia HF 1600 davanti a Ballestrieri e Barbasio. Si mettono in mostra piloti come Ormezzano, Pittoni, Tacchini, Pelganta e Ceccato che faranno la storia del rallismo negli anni settanta.
Alla seconda edizione del 4 Regioni in programma dal 2 al 4 giugno del 1972, aderiscono tutti i migliori piloti, rilanciati anche dalla vittoria di Munari al Montecarlo di quell’anno. La Lancia schiera Munari, Pelganta e Barbasio, mentre la Fiat, Paganelli, Trombotto, Verini, Pittoni, Bacchelli, Smania e le triestine Tomiz e Mamolo. Il percorso tiene fede alla sua fama: Oramala, Cencerate, Pietra Parcellara, Pradovera, sono prove terribili, con fondi “scassamacchine” e molto impegnative. Basta dire che dei 101 partenti solo 26 saranno all’arrivo di una gara durissima. Alla fine vince Alcide Paganelli in coppia con Ninni Russo sulla Fiat 124 Spider che precede le Fulvia HF di Barbasio e Pelganta. L’altra Fiat 124 di Trombotto è quarta davanti alla Fulvia privata di Tacchini. Ottimo il sesto posto delle triestine Tomiz-Mamolo con la Fiat 124 della 3 Gazzelle e della locale Enrica Vistarini settima. Costretti invece al ritiro Amilcare Ballestrieri, finito a muro nel tentativo di superare un automobilista che voleva emularlo e Sandro Munari mentre conduceva la gara.
La terza edizione in programma dall’8 al 10 giugno 1973 segna cambiamenti importanti. Siro Pietro Quaroni è eletto Presidente dell’ACI Pavia ad arriva lo sponsor Marlboro accanto alla Elf. Il percorso viene rinnovato e sono ben 114 gli equipaggi iscritti ad iniziare da Munari, Barbasio, Ballestrieri, Pelganta, Verini e Trombotto. Il duello Fiat-Lancia è nel pieno della sua storia sportiva ma anche la Opel con Conrero non è da meno. Questa edizione è segnata da una pioggia battente ma soprattutto dalla rinuncia per una bronchite di Munari. La prima tappa ferma Trombotto, Ormezzano, Bobo Cambiaghi mentre Maurizia Baresi cappotta la sua Alpine e la Donatella Tomiz blocca la corsa “infilandosi” con la sua 124 Spider in una voragine creata dal maltempo a Bettola. Cambia completamente lo scenario nella seconda frazione con il sole uscito nel pomeriggio.
La prova di Rocca Susella, ancora umida, diviene subito un campo di battaglia con molte uscite di strada. Il più spettacolare è Dall’Ava che, dopo cinque capriole, “atterra” nel sottostante tornante e riprende con la vettura assai malconcia. Anche Ballestrieri “vola” in una vigna e rimesso in strada, riprende con tanta rabbia da recuperare il primato e la vittoria finale davanti a Verini, Bisulli, Pelganta e Bacchelli.
E’ primavera e il Rally 4 Regioni è pronto per la sua quarta edizione in calendario dal 31 maggio al 1 giugno 1974. Benedetto Pelliccioni ha lasciato Pavia ed il compito di gestire la macchina organizzativa resta nelle mani del solo Siro Pietro Quaroni che chiama a dirigere la corsa Adolfo Rava. Ben 238 i partenti pur con la crisi energetica in atto. Munari-Mannucci si presentano con la nuova arma Lancia: la Stratos. La Fiat risponde con le 124 Abarth 1800cc. fra cui un prototipo affidato a Pianta-Scabini. Esordisce anche una Beta Coupè Prototipo nelle mani di Pregliasco-Garzoglio mentre nutrita è la schiera delle Opel Ascona e Commodore di Conrero. Si presenta ufficialmente anche la Skoda con due 120S affidate a Baffor-Cartotto e Paroli-Bondi ed una 110LS per Maggi-Rossi. Munari parte all’attacco inseguito dalle Fiat di Bacchelli e Paganelli mentre Ballestrieri “fatica” a capire la Stratos. Le Fiat attaccano con decisione fin quando la Lancia non da la “sveglia” ai propri piloti che fanno finalmente valere le doti della Stratos conquistando il successo con Munari ed il secondo posto con Ballestrieri. Per le Fiat 124 Abarth non resta che il terzo posto di Verini ed il quarto delle fortissime Donatella Tomiz e Gabriella Mamolo. Quinta è l’Ascona di Chicco Svizzero. Anche se il percorso è stato ridotto di molto solo 85 concorrenti terminano la corsa.
Nel 1975 la gara è in programma dal 30 maggio al 1 giugno diventa valida per il Campionato Europeo Rally. La Stratos diventa Alitalia, ritorna l’Alfa Romeo mentre il Jolly Club schiera una squadra fortissima e il Prof. Quaroni assume anche la carica di Direttore di Gara diventando, fatto raro nella storia rallistica, responsabile di tutto. Altra novità è l’allungamento da 18 a 23 chilometri della “impossibile” prova di Pradovera, la più temuta o amata di tutto il rally. La Lancia oltre alla Stratos per Munari-Mannucci, schiera anche una Beta Coupè per Pregliasco. La Fiat porta a Pavia le solite 124 Abarth per Paganelli-Russo, Bacchelli-Scabini e Cambiaghi-Sanfront mentre Ballestrieri-Gigli e Svizzero-Masetto sono alla guida delle Alfetta GT ufficiali. Molta curiosità desta la presenza del belga Rouget con la Porsche, le grosse Opel Comodore di Conrero affidate a Presotto ed a Bray e l’insolita De Tomaso Pantera di Pietro Polese.
Al via sono in 166 e alla prima prova speciale Munari esce di strada e paga 4 minuti mentre Ballestrieri si ferma con la macchina ammutolita. Al comando si porta De Eccher-Garzoglio con la Stratos Jolly Club mentre Munari, rimessosi in strada, attacca con decisione portandosi in testa dopo che De Eccher paga 20 minuti ad un controllo. Da quel momento è una corsa trionfale per Munari-Mannucci che vincono davanti alle Fiat 124 di Paganelli e Cambiaghi mentre l’Alfetta di Chicco Svizzero è quarta.
Il 1976 porta la novità delle “Ronde”, prove di oltre 50 chilometri, quasi un circuito, che proietta il 4 Regioni come riserva del Mondiale Rally. L’idea del vulcanico Prof. Quaroni farà scuola ma intanto dal 4 al 6 giugno tutti i migliori si presentano al via di Salice Terme. Sono 137 i partenti.
La Fiat schiera le nuove 131 Abarth e Conrero porta un nugolo di Kadett GTE mentre le Alfa ufficiali sono affidate alla gestione del Jolly Club. La Lancia cerca il tris con la Stratos-Alitalia di Pregliasco-Garzoglio e quella Chardonnet del francese Darniche in lotta con lo spagnolo Zanini (Fiat 131 Abarth) per l’Europeo. Dopo le prime cinque speciali è Pregliasco al comando davanti a Darniche e Cambiaghi. La Pradovera aspetta tutti al varco con due tratti in asfalto misti a tanti chilometri in terra dove le forature la fanno da padrone. Darniche esce incolume mentre molti “escono” di strada pagando il solito alto contributo che si ripete sulla successiva prova del Cerro. Darniche è sempre primo davanti a Pregliasco mentre terzo è Bianchi che però perde una ruota sul Giovà. Darniche guadagna sempre più terreno e va a vincere con disinvoltura davanti a un Bobo Cambiaghi che le ha provate tutte per distruggere il suo 131 senza riuscirci. Sul gradino più basso del podio un’altra Stratos quella di Tony-Mannini davanti alla Porsche Carrera di Brambilla-Bertocchi.
Va in programma il 3-4-5 giugno 1977 la settima edizione con 162 iscritti più i 72 del Trofeo A112. Pregliasco, Pinto e Carello si presentano con le Stratos ufficiali Alitalia e il campione europeo Bernard Darniche con la Stratos di Chardonnet. La Fiat schiera le 131 Abarth per Tony, Cambiaghi, Ambrogetti e Verini mentre Conrero affida le sue Kadett a Ballestrieri, Ormezzano e Lucky. Pittoni e Trucco portano in gare le Alfetta GTV. Della partita anche i portoghesi Salvi e Borges, i belgi Colsoul, Caro e Compere ed i monegaschi Pallanca e Zelioli. Le tappe come sempre sono due, una di 750 chilometri l’altra di 423 con le famose “ronde” di Cecima, del Penice e del Giovà. Fra i trofeisti con le A112 Abarth molti i giovani piloti tra cui Bettega, Tabaton, Pelganta e Lucio Guizzardi. Subito sono le Lancia Stratos a dominare con le 131 Abarth e le Kadett che hanno difficoltà a tenere il ritmo degli scatenati Pregliasco, Darniche, Pinto e Vudafieri. E’ ancora la prova di Pradovera il responso più duro con Ballestrieri che si ritira e Rinaldo Brambilla che, in panne con la sua 124, viene investito da un concorrente ed il rally si spacca in due per soccorrere il pilota pavese. Sul Passo del Cerro, Darniche sferra l’attacco che si concretizza nella speciale di Travo. Al termine della prima tappa sono rimasti in 73. Le “ronde” sono molto lunghe ed impegnative ma per Bernard Darniche tutto è facile con Pittoni, Ormezzano, Pregliasco che tentano vanamente di attaccarlo. Darniche-Mahe centrano il secondo successo consecutivo con l’azzurra Stratos-Chardonnet davanti a Pregliasco-Reisoli e Ormezzano-Tesio con il Kadett. Con la seconda tappa prende avvio anche il Trofeo A112 con Attilio Bettega che vince davanti a Turetta.
Nel 1978 la gara viene anticipata al 19 maggio con ben 192 iscritti più una sessantina nel trofeo A112.
Fra le vetture più attese oltre alle solite Stratos e 131 anche la Vauxhall Chevette di Sclater-Holmes e la Stratos di Billi Colemann. Il percorso cambia notevolmente e “spariscono” tutte le prove emiliane compresa la temuta Pradovera. E’ subito lotta fra Carello e Bettega con le Stratos, Tony e Verini con le 131, Pregliasco con l’Alfetta GTV e Ormezzano con la Opel Kadett. Nel gruppo 1 scontro fra la Ford Escort di Presotto e la Kadett di Cerrato. Nella lunga e difficile prova del Giovà si ritirano Ormezzano e Sclater mentre Coleman “chiude” a metà classifica. Al termine della prima tappa al comando c’è la 131 Abarth di Tony-Scabini che aumenta subito il vantaggio nella ripetizione di Oramala mentre si ferma Coleman. Si ritirano Del Zoppo con l’Alfasud TI e Noberasco con il Kadett. La prova del Giovà è fatale a Tony mentre Attilio Bettega fa il miglior tempo davanti a Vudafieri. Sul secondo passaggio di Rocca Susella in piena notte, Bettega ottiene il miglior tempo precedendo Vudafieri e Carello.
Al termine della tappa sono le Stratos al comando con Carello, Bettega e Vudafieri davanti alla 131 di Verini ed alla Kadett di Cerrato. La seconda tappa comprende 15 prove ma non cambia nulla con Carello sempre primo che capisce d’aver la vittoria in tasca dopo la prova di Castellaro quando anche Attilio Bettega è costretto a fermarsi. Nel frattempo si scatena Mauro Pregliasco con l’Alfetta che infila una serie di vittorie che lo portano sul podio. Carello centra una vittoria meritata, che segna anche la quinta vittoria consecutiva della Lancia Stratos nel rally pavese.
Sono duecento più i quarantatre del Trofeo A112 gli iscritti dell’edizione del 1979 in programma dal 18 al 20
maggio. A contendersi la vittoria le immancabili Stratos di Tony, Tabaton, Bagna ed Anna Cambiaghi davanti
alle 131 Abarth per Bettega, Lucky e Pasetti oltre agli spagnoli Zanini-Petisco.
Alle ore 20,01 la Stratos Piave Jolly Club di Tony lascia la pedana di partenza dell’Iper Montebello per
affrontare le due tappe con 30 prove speciali. Sulla prima prova Tony prende subito il comando davanti alle Opel Conrero di Cerrato e di Verini che precedono la 131 di Zanini e la gemella della 4 Rombi di Lucky-Fabrizia Pons. Nella seconda speciale, Rocca Susella si registra la rovinosa uscita dei pavesi Bernini-Mazzi con sospensione momentanea della prova.. Sulla stessa speciale si arrendono anche Tabaton, Bagna, Furini ed altri sette. Tony vince anche a Oramala mentre a Castellaro è Bettega il migliore che fa il bis sulla successiva speciale. Sul Giovà Tony si riprende la vittoria . A questo punto la corsa si infiamma con Bettega e Zanini che stringono la Stratos di Tony come in una morsa. La tappa termina con Bettega primo davanti a Zanini. La seconda tappa vede Bettega sempre all’attacco e sulla pedana di Salice la vittoria non sfugge alla sua 131 Alitalia che precede Zanini e Kadett di Cerrato-Guizzardi.
La decima edizione, in calendario il 15-16-17 maggio 1980, verrà ricordata per la meteora Alberto Alberti e per il massimo coefficiente nel Campionato Europeo. L’edizione del decennale prevede una lunga cavalcata da Salice fino a Salsomaggiore per i 173 iscritti. Della partita fanno parte i forti francesi Beguin-Lemme con la verde Porsche 911, Tony e Cerrato con le Opel Ascona, Coleman e Presotto con le Ford Escort, Bacchelli con la Porsche, Verini e Pregliasco con le Alfetta Turbo, Vudafieri-Mannucci e Lucky-Pons con le Fiat 131 Abarth. Nico-Barban portano in gara la Ferrari 308 GTB. Prima del via arriva la notizia che oltre i 1.000 metri nevica. Sulla prima speciale si ferma il monegasco Tchine mentre Cunico “decolla” con la sua Stratos su di un dosso e Gerbino cappotta la sua Talbot Lotus. La prova viene vinta da Fabrizio Tabaton con la Stratos-Grifone mentre secondo è Beguin. La terza prova va a Pregliasco a pari merito con un giovane sconosciuto Alberto Alberti in gara con la sorella Maddalena su una Stratos privata. Mentre tutti si interrogano, Alberti si porta al comando della gara davanti a Tabaton, Pasetti, Lucky e Cerrato. A Casoni continua il dominio dei fratelli Alberti con Cerrato secondo, Tabaton terzo e Beguin quarto. Le successive prove in terra, rilegano Alberti al decimo posto in carenza di gomme. Ne approfitta Beguin per balzare al comando davanti a Tony e Lucky. Con il ritorno all’asfalto ritorna anche Alberto Alberti che vince due prove di fila.
E’ decisamente il più veloce su questo fondo ma sull’ultima prova il giovane pilota pavese esce di strada. Dopo 600 chilometri tutta Salice parla dei giovani figli di Giovanni Alberti, noto ex Campione Italiano di velocità. Alberto e Maddalena sono i nuovi idoli dei tifosi ma purtroppo per Alberto questa gioia è come un soffio di vento che lo porterà via per sempre qualche mese dopo durante le prove del rally Colline di Romagna. La corsa riprende con 88 superstiti ed una forte nevicata sul Giovà. Le prove proseguono con Tony che abbandona e Beguin-Lemme che alla fine conquistano la vittoria davanti alla Stratos di Tabaton ed alla 131 di Vudafieri.
La novità del 1981 è la nascita del Circuito di Cecima che permetterà agli spettatori di seguire ancora più da vicino il rally. Iscritto a calendario dal 13 al 17 maggio, il 4 Regioni presenta le solite due tappe, una di 601 chilometri la seconda di 551. Nell’insieme sono due grandi circuiti da percorre per due volte in ogni tappa con la scalata del Pian dell’Armà, Passo del Giovà e del Brallo. Un attento calcolo dice che sono circa 400 mila gli spettatori che assistono a questo rally. Grosso interesse le Ferrari 308 GTB preparate da Michelotti per Anduet-Emanuelli, Pregliasco-Mannini e Liviero-Spollon. Si entra subito nel vivo della gara con Fabrizio Tabaton con la Stratos della Grifone che mette tutti in fila sulla prima prova dove si registra l’uscita di strada di Cunico con la Ford Fiesta ufficiale. Nella seconda è Pregliasco in più veloce che prende il comando. Andruet, Lucky, Tony, Tabaton, Beguin seguono nell’ordine mentre si arrende l’Audi Quattro ufficiale di Cinotto. L’umido mette in difficoltà molti piloti fra cui Giovanni Alberti, tornato coraggiosamente in gara dopo la scomparsa del figlio. Andruet porta la sua Ferrari 308 al secondo posto dietro Pregliasco ma viene fermato dai Carabinieri per un sorpasso azzardato in trasferimento che gli costa 2 minuti al controllo successivo. Pur arrabbiato, il francese vince la prova di Ottone ma il rally è sempre nelle mani di Pregliasco con la Ferrari gemella. Grande lotta nel gruppo 1 fra Bigo, Bentivogli e Cassinis. Nel tratto ligure le due Ferrari lamentano guai meccanici e di gomme tanto che Lucky passa in testa al rally seguito da Tony con le Opel mentre Tabaton è terzo con la Stratos. Nel proseguo della tappa si registra l’uscita di strada di Cerrato che perde 4 minuti e il ritiro della Mercedes di Bohne. La prima parte si chiude senza altri colpi di scena con Lucky-Penariol in testa. Si riparte e Tabaton “vola” fuori strada mentre le due Ferrari recuperano. Alla sedicesima prova colpo di scena: Lucky è fermo. In testa passa Tony inseguito da Pregliasco. Fuori anche Liviero e Busseni. La prima tappa termina con Tony davanti a Pregliasco, Biasion, Andruet e Vudafieri.
Dopo qualche ora di riposo i 54 superstiti riprendono il cammino con Pregliasco che supera Tony mentre Andruet si scatena vincendo ben nove speciali di fila sorpassando Biasion prima e Tony dopo portandosi alle spalle di Pregliasco. A Pometo le Ferrari sono in testa alla corsa. Il rally viene interrotto perché due sprovveduti residenti vogliono entrare in prova con una A112 ed un autocarro. Andruet sale addirittura sul camion con l’intento di spostarlo poi tutto rientra e il rally riprende. Andruet è sempre più veloce e Pregliasco deve difendersi strenuamente. Arriva il circuito di Cecima dove una folla enorme è assiepata dopo aver pagato, per la prima volta nella storia di un rally, il biglietto d’ingresso. Le squadre posizionano uomini e meccanici lungo i 52 chilometri e subito Anduret attacca Pregliasco. Il francese si avvicina rabbiosamente, raggiunge fisicamente Biasion che si fa da parte e chiude vittorioso il rally per soli 5” sull’italiano. Le due Ferrari 308 GTB conquistano il primo ed il secondo posto. Terzi Tony-Rudy con l’Opel Ascona 400 di Conrero precedono la gemella semi privata di Biasion della Hawk Rally mentre le Fiat 131 Abarth Jolly di Vudafieri e quella ufficiale di Cerrato-Guizzardi seguono. In fondo al rally si è corso il Trofeo A112 dove la vittoria è andata al giovane romagnolo Paolo Fabbri.
Sono le 22 di giovedì 20 maggio 1982 quando parte la dodicesima edizione del 4 Regioni. I tempi sono cambiati, ora il professionismo impera. E’ l’inizio e la fine di un’epoca. Sono in 102 gli equipaggi che affrontano questa edizione con Battistoli su Ascona 400 che vince subito davanti alle Stratos di Tabaton e di Cerrato che vince la seconda speciale. Nel successivo trasferimento Cerrato è però costretto all’abbandono. La lotta si accende tra Tognana con la Ferrari, Biasion e Tony con l’ Ascona. Dopo il riordino si riprende con Tognana che si ferma e Battistoli che si riprende il comando parando gli attacchi di Zanussi con la 037 e Tony con l’Ascona 400 mentre si ferma Tabaton. Alla fine Gigi Battistoli e Fabio Penariol centrano questo importante successo precedendo Tony-Rudy e Biasion-Siviero tutti con le Opel di Conrero.
Al 4 Regioni hanno sempre vinto i migliori piloti con le migliori macchine ed anche l’edizione del 1983 in programma dal 12 al 15 maggio non si stacca dal copione. Alle 22,01 la Ferrari 308 di Tony-Redaelli lascia Salice Terme per dare il via ad una nuova edizione spettacolare di questa corsa. Sulla Pozzolgroppo zeppa di tifosi è la Lancia 037 Wurth di Tabaton-Tedeschini a vincere davanti alle 037 di Capone, Biasion e Cunico. Per Virgilio Conrero e le sue nuove Opel Manta la partenza è in salita con Lucky-Rudy costretti al ritiro sulla seconda speciale. Cunico, Capone, Biasion, Tabaton e Cinotto si danno battaglia ma è la prova del Giovà a dare il primo responso con Capone-Pirollo fermi e Cunico-Bartolich che restano senza luci. La testa viene presa da Biasion davanti a Tabaton, Cunico e Zanussi. Alla termine del primo giro mentre l’albeggia, Biasion è sempre primo con Zanussi a oltre 1 minuto e Cinotto terzo. Fuori gara Tabaton mentre si distinguono Caneva con la Citroen Visa, Tony e Giordano con le Ferrari, Noberasco e Bentivogli con le Alfetta.
Alla ripetizione del percorso Biasion, Zanussi e Cerrato menano sempre le danze con Caneva che abbandona e Ormezzano la cui Alfetta fuma vistosamente. Il Giovà è nuovamente decisivo con Cunico che va a “sbatte”. Tutto procede senza colpi di scena fino a Zavattarello dove Zanussi esce di strada e consegna a Biasion la leadership. Il pilota della 037 vince il primo giro della Ronde di Cecima lasciando a Cerrato la seconda. La seconda tappa riparte con i 43 equipaggi rimasti e la musica non cambia ad eccezione di Noberasco che sulla Rocca Susella capotta la sua Alfetta. Biasion continua suo dominio nelle prove successive mentre alla ripetizione della Ronde di Cecima, la Ritmo di Mattiazzo “vola” fuori strada ferendo alcuni spettatori. Il rally viene sospeso e la vittoria va a Biasion-Siviero con la 037 Jolly-Totip che precedono la Manta di Cerrato-Cerri e l’altra 037 Tre Gazzelle di Cinotto-Cresto. In coda al rally nel Trofeo A112 è Cannobbio a prevalere su Torricelli.
Passa un’altro anno e il 4 Regioni si presenta sulla scena il 18 maggio.
Sul Ponte Vecchio di Pavia sono in sessantasei a prendere la partenza e già dopo la prima prova si capisce che solo la nebbia potrà rallentare Adartico Vudafieri e la sua Lancia Rally del Jolly Club. Il solo Dario Cerrato con la Manta cerca di tenere il passo sfruttando il maltempo ma il divario è troppo. Dietro Lucky con la Ferrari, Tony con la 037, Cunico sulla Porsche Turbo e Lupidi con la R5 Turbo tengono il passo. Sulla Oramala esce di strada Lupidi; la vettura prende fuoco ed il navigatore Monanesi finisce all’ospedale con una mano bruciata. La corsa riprende con Del Zoppo e la piccola Samba Rally sugli scudi mentre il copione ai vertici non cambia. Un muro di nebbia si abbatte sulla prova di Zavattarello e le 037 vanno in crisi mentre Lucky sbaglia strada finendo fra le galline di una cascina. Cerrato passa al comando con Vudafieri incollato ed un Del Zoppo sempre spettacolare. Cunico supera Tony e Lucky ma sul Giovà è ancora la Manta 400 di Cerrato a vincere. A Ponte Organasco diminuisce la nebbia e Vudafieri riprende il suo ritmo ma deve restare alle spalle di uno scatenato Dario Cerrato che chiude al comando la prima tappa. Si riparte con l’ennesimo testa a testa fra Cerrato e Vudafieri che infila ben sei successi ritornando primo. Per Vudafieri è oramai una formalità ed a Salice Terme coglie la vittoria davanti a Cerrato ed a uno spettacolare Del Zoppo.
La fine si avvicina e nel 1985 per vari problemi il 4 Regioni non viene disputato fra polemiche accese e speranze deluse.
Il rally si ripresenta sulla scena il 31 maggio 1986 e tra la folla delle grandi occasioni è nuovamente il Ponte Vecchio sul Ticino di Pavia a dare il via ai 55 partenti. L’uomo da battere è Federico Ormezzano, funambolo biellese che porta in gara la Toyota Celica ufficiale. A contendergli il successo mancano tutti i grandi nomi e solo i piloti locali sembrano in grado di impensierirlo.La prima prova vede la 037 di Zavattoni-Grisoni spiccare il miglior tempo davanti alla Talbot Samba di Romeo Deila ed alla Opel Manta di Furini entrambe iscritti i gruppo B. All’attacco di Zavattoni risponde il locale Filippo Musti che si aggiudica tre prove di fila portandosi al comando della corsa. Sulla quinta speciale abbandona Zavattoni mentre Musti continua a menare le danze ipotecando la vittoria finale. Sulla nona speciale sale in cattedra Ormezzano. Filippo Musti sente il peso del comando tanto che nella prova di Pietagavina commette un errore ed esce di strada buttando al vento la vittoria nel rally di casa. La testa della corsa viene presa dalla Manta di Furini con Ormezzano in seconda posizione. Nelle prove successive Deila ed Ormezzano spiccano lo stesso tempo mentre Furini si ritira. Federico Ormezzano balza al comando e nell’ultima prova, la mitica Cecima con il secondo tempo dietro alla Golf di Russolo-Grassi fa finalmente suo il 4 Regioni.
Da quel 1 giugno 1986 il Rally 4 Regioni è entrato nella storia e con l’uscita di Siro Pietro Quaroni dall’Automobile Club di Pavia nell’estate 1999 si chiude definitivamente la favola meravigliosa di questo rally lungo 4 Regioni.
Fulvio Negrini
Crediti dal libro:
Un rally lungo 4 Regioni
di Piero Ventura
Foto inedite di Ugo Pasini
Foto Archivio Automobile Club Pavia
ADRENALINE24H