Siamo alla puntata finale, della storia del Giro dell’Umbria, che si ripercorrerà, i giorni 5-6 settembre, sotto l’egida dell’ASI, con partenza quest’anno da Terni. Saranno circa 400 i chilometri di gara, tra le lussureggianti colline umbre, tra borghi incantati, storia, turismo, la famosa gastronomia umbra, l’arrivo di sabato a Perugia, con la sfilata in Corso Vannucci, il pernottamento all’hotel Brufani, tra i più incantevoli in Italia, poi le prove a Magione, la gara con 60 prove cronometrate…..insomma, potremo ripercorrere le epopee dei nostri beniamini, con le nostre amate auto d’epoca, rigorosamente prodotte fino al 1965, per due giorni….immersi nella storia dell’automobilismo.
“Nel 1953 sull’onda del tangibile successo raccolto sulla stampa specializzata e non, l’Automobile Club Perugia per il Giro dell’Umbria-Coppa della Perugina propone ed ottiene il riconoscimento di gara con validità internazionale. Un valore sportivo e di contenuti uguale a quello della Mille miglia.
Agli oltre 150 iscritti, per evitare la probabile assuefazione al percorso che avrebbe potuto far innalzare le velocità ed aumentare i rischi di incidenti, l’Automobile Club offre, fermo rimanendo la lunghezza di 383 km, una gara a senso inverso rispetto all’anno prima con partenza ed arrivo a Borgo XX Giugno passando per Todi, Narni, Terni, Passo della Somma, Ponte San Giovanni, Umbertide, Arezzo e Magione.
Ai nomi altisonanti e noti alle cronache sportive che circolarono sulla bocca di tutti, perché attori di altri combattuti confronti, si aggiunse l’importante partecipazione della squadra della Lancia, con le veloci Aurelia B20 affidate a Valenzano e Piodi, alle quali si unirono il toscano Biondetti, Bornigia e la presenza di alcune rosse Ferrari portate da Bracco, Serena di Lapigio, Lualdi, Bernabei. Per finire nella categoria Sport figurarono Sgorbati, Terigi, Venezian, Brandi.
Anche se il percorso fu a senso inverso, questo non preoccupò affatto i partecipanti, in particolare quelli delle categorie maggiori, che dopo i primi chilometri riuscirono a superare i centoventi di media.
Tutto filò liscio, la gente risultò affascinata dallo spettacolo offerto dai virtuosismi di guida dei piloti in corsa. La prima vettura che transitò a Todi, dopo aver superato alcuni concorrenti della categoria minore, fu la Panhard di Porfiri che impiegò 24 minuti e 45 secondi.
La classifica parziale punto vide in testa Musso che venne dato ad oltre 144 km/h, davanti alla Lancia di Valenzano e alla Ferrari di Serena. Sul lungo tratto dopo Terni, penalizzato dalla salita della Somma, e fino a Città di Castello la media generale calò leggermente e ad Arezzo passò al comando la Lancia B20 di Valenzano che precedette Musso e Piodi.
Con il trascorrere del tempo ed il percorrere dei chilometri la gara per più di uno si trasformò nella corsa delle occasioni perdute con ritiri, uscite di strada senza danni alle persone. Ma le sorprese non erano ancora finite. Il favorito Ronzoni ad un chilometro e mezzo dalle mura di cinta di Perugia dovette scendere dalla macchina e portarla a spinta fino al traguardo con il disastroso risultato di arrivare ultimo di categoria; Valenzano dovette accontentarsi solamente di arrivare al traguardo a causa della rottura di una candela. Ma tra tutti la sorpresa più forte riuscì a darla il romano Serena, che segnalato in testa alla corsa, all’ultimo rilevamento di Ferro di Cavallo lasciò in malo modo il bagno di folla che lo aspettava all’arrivo finendo la sua gara fuori strada a cinquecento metri dall’arrivo.
La vittoria andò meritatamente al combattivo e irriducibile equipaggio Musso-Favero su Maserati 2000 che portò a termine la gara a tempo di record in. 3h 04’47” alla media 124,359 km/h.
La sesta edizione del Giro dell’Umbria, il cui svolgimento vide la luce il 2 giugno del 1954, tornò al tracciato del 1952 ma con partenza ed arrivo a Borgo XX Giugno, con un chilometraggio complessivo di 383 km da percorrere in senso orario sul fronte: Perugia, Magione, Arezzo, Città di Castello, Ponte San Giovanni, Assisi, Terni, Perugia.
Le condizioni meteorologiche dei giorni immediatamente a ridosso della corsa, compreso quello della vigilia, sembrarono vanificare gli sforzi fatti dall’Automobile Club Perugia per dare maggior lustro all’ente e alla corsa. Poi per fortuna tutto tornò a posto con una bella giornata di sole.
Centoquaranta iscrizioni gratificarono le attese della gente che per giorni attese impaziente l’arrivo dei concorrenti la maggior parte dei quali giunse direttamente a bordo delle loro auto o trainate con carrelli sui quali trovarono posto le vetture sport.
I favori del pronostico per il primo gradino del podio si divisero tra la rossa Ferrari 3000 4 cilindri ufficiale affidata al collaudato ed esperto Umberto Maglioli e il vincitore dell’ultima edizione del Giro, il giovane Musso, ai quali avrebbero cercato di rendere la vita difficile lo stuolo di vetture rappresentato da 12 Ferrari, 4 Maserati e la nuova Osca 2000 iscritte nella stessa categoria Sport oltre 1100.
Sul campo di gara, caratterizzato dall’impegnativo tracciato, i valori espressi dal confronto uomini-mezzi meccanici, uniti ai colpi di scena che si verificarono, fecero stare, infatti, con il fiato sospeso.
Fino a metà gara poco si ebbe da segnalare tranne il regolare sgranarsi delle vetture più veloci che andarono guadagnando terreno e minuti di vantaggio. Al termine della prima metà gara, segnata dal controllo a timbro di Ponte San Giovanni dopo 183 chilometri dal via, di fatto si delineò la classifica definitiva di una corsa combattuta ed esaltante. Mantenendo fede al pronostico della vigilia con il miglior tempo assoluto, dopo averlo già fatto segnare al rilevamento volante di Città di Castello, transitò la rossa Ferrari 3000 di Maglioli, seguita a 47” dall’altra Ferrari 2000 guidata da Gerini il cui tempo risultò di appena 3/10 inferiore a quello fatto registrare dalla Maserati di Roberto Sgorbati. La Maserati 2000, con alla guida Musso, che strada facendo accusò una lieve indisposizione, venne registrata con il quarto tempo a 1’e 3” davanti all’ultima creatura dei fratelli Maserati la nuova Osca 2000 condotta da Roberto Sgorbati.
Ma le emozioni continuarono ancora lungo il percorso con la Ferrari del battistrada Maglioli che, penalizzato dai capricci del motore, dovette dare spazio ad alcuni inseguitori, nonché dalla rimonta di Musso.
Come la macchina di Gerini seguita dal rumore del motore, che rimbalzò da sotto l’arco di Borgo XX, superò lo striscione d’arrivo gli occhi del pubblico andarono sulle lancette del cronometro per l’arrivo della Maserati di Musso. Dopo qualche minuto il romano chiuse la sua avventura a Perugia con un tempo migliore di quello dell’anno passato, ma non in grado di scalzare Gerini dal gradino più alto del podio conquistato dopo 2h39’38” che costituì il nuovo record della corsa.
Il VI Giro dell’Umbria -Coppa della Perugina- fu la corsa dei record che vennero raccolti in quasi tutte le categorie a cominciare dalla 750 cc. Turismo speciale dove svettò la Dyna Panhard di Bianchedi in 3h50’50”, nella 750 Sport dove la Stanguellini di Monti raccolse il successo in 3h23’28”, nella 1300 Turismo speciale con il risultato del debuttante Leopardi che concluse in 3h10’53” davanti all’esperto ma incredulo Carini.
Lo splendido Giro disputato nel 1954 rimase segnato nella storia del’automobilismo italiano come l’ultima edizione di una gara che in pochi anni era riuscita a svettare sul panorama sportivo nazionale affermandosi per la sua selettività e panoramicità del percorso, per l’accoglienza degli organizzatori e della gente. La sua storia si concluse non per demeriti ma in seguito alla concomitanza di una serie di incidenti luttuosi, (Le Mans; Milano-Taranto; Mille Miglia), che costrinsero il Governo e l’Autorità sportiva a sospendere lo svolgimento delle corse su strada.”
Vi aspettiamo il 5-6 settembre, per ripercorrere, strade,luoghi con immutata passione.
ADRENALINE24H