Il 15 marzo ricorre l’anniversario di una piccola follia: in questo stesso giorno del 1928 un’auto spinta da razzi raggiungeva la velocità di 75 km/h.
Facciamo un passo indietro. Tutto inizia quando, nel 1926, l’astronomo e collaudatore Max Valier contatta Fritz Von Opel proponendogli di sviluppare insieme un motore a razzi.
Von Opel è anche pilota di vetture da corsa e aerei. Conosce entrambi i mondi e intuisce rapidamente la portata pubblicitaria dell’operazione.
Avvia quindi nella sua fabbrica di Rüsselsheim una serie di studi sulla propulsione a razzo, sfruttando dei prototipi a carburante solido forniti dalla società Sander di Bremerhaven.
Il 15 mazo, la Opel RAK 1, spinta da razzi montati al posteriore, raggiunge i 75 all’ora.
L’11 aprile la vettura debutta pubblicamente sul circuito di prova privato dell’azienda, raggiungendo la velocità di 100 km/h in appena 8 secondi. L’evento è un successo e rimbalza su tutti i giornali.
Sulla scorta dell’entusiasmo generale, il 23 maggio la nuova Opel RAK 2, spinta da 24 razzi, tocca i 238 km/h.
Le prove si svolgono davanti a diverse personalità pubbliche e tremila spettatori sul circuito dell’AVUS, nei pressi di Berlino, perché il circuito Opel non è progettato per velocità superiori ai 140 km/h.
Nera e minacciosa, la vettura monta ali rovesciate per evitare di decollare.
Ad alzare ulteriormente l’asticella ci pensa la successiva RAK 3, capace di avvicinarsi ai 300 km/h, ma alla sua seconda corsa resta distrutta in un incidente.
Stessa sorte per la RAK 4, incendiata a seguito dell’esplosione di un razzo che, a catena, fa saltare anche tutti gli altri. A questo punto le autorità vietano ulteriori corse.