Spesso, qui in Europa, sentiamo nominare la Pontiac Fiero come base per kit car più o meno fantasiose o repliche, non sempre legali, di modelli sportivi più prestigiosi, Ferrari in particolare.
Questo perché la Fiero è una delle sportive a motore centrale più economiche sul mercato dell’usato. Che però, avendo superato ampiamente la fatidica soglia dei 30 anni, inizia ad essere collezionabile ed apprezzabile così come mamma GM l’ha fatta.
Prodotta dal 1984 al 1988, la Fiero è la prima Pontiac a due posti dopo diversi decenni, nonché la prima sportiva popolare americana a montare il propulsore al centro. Viene battezzata Fiero come richiamo a due parole “latine”: in italiano significa “orgoglioso”, in spagnolo vuole dire “feroce”.
Con la crisi energetica del 1979 la General Motors decide di affiancare un’alternativa più piccola ed economica alla Corvette e ai suoi grossi V8.
La nuova vettura monda un motore “Iron Duke” a quattro cilindri in linea da 2,5 litri in grado di promettere un consumo inferiore ai 6 litri per 100 km in autostrada, grazie anche ai rapporti lunghi della trasmissione. Un sogno per l’utenza americana dei primi anni ottanta.
Consumi e prestazioni limitate, forse troppo rispetto alle promesse della linea sportiva, collocano la Fiero in un settore di mercato ben distinto da quello della Corvette, garantendole un ottimo successo commerciale.
La rivista Car and Driver include la Fiero tra le 10 migliori auto del 1984.
Nonostante i tre turni di lavoro in fabbrica istituiti da Pontiac, chi vuole una Fiero nel 1984 deve aspettare diverse settimane.
Dal 1985 la casa cerca di accontentare la clientela insoddisfatta delle prestazioni lanciando la versione GT con assetto sportivo, pneumatici più larghi e un V6 da 2,8 litri con oltre 40 cavalli in più rispetto al 2,5.
L’anno seguente anche la carrozzeria viene aggiornata. Tra il 1987 e il 1988 la General Motors prevede un calo delle vendite delle sportive a due posti, e avvia il pensionamento del modello.
Nel 1988, ultimo anno di produzione della Fiero, le vendite si rivelano effettivamente più basse che negli anni precedenti, ma comunque superiori al doppio delle previsioni.
A fine carriera, la Fiero totalizza 370.168 esemplari prodotti.
Oggi, finalmente, le viene riconosciuto anche il suo meritato valore collezionistico.