Domenica 12 maggio 1957, esattamente 63 anni fa, mentre gareggiano alla Mille Miglia, il pilota spagnolo Alfonso de Portago e il suo copilota americano Edmund Nelson perdono la vita in un gravissimo incidente quando mancano ormai una manciata di km a Brescia, luogo di partenza e arrivo della gara.
Nello schianto, causato da una foratura ad alta velocità, la loro Ferrari 335S carambola sulla folla assiepata lungo la carreggiata causando la morte di nove spettatori, tra cui cinque bambini. Altre venti persone restano coinvolte e ferite.
L’episodio oggi è ricordato come “la tragedia di Guidizzolo”, dal nome della località situata sul velocissimo tratto finale della gara, sulla Mantova – Brescia.
L’incidente avviene sulla scia di altri avvenimenti drammatici. Alla Mille Miglia del 1938 c’era stato un precedente, a Bologna, in seguito al quale Benito Mussolini aveva posto il divieto per le gare di velocità su strade aperte al traffico.
Dopo la guerra, il provvedimento viene abrogato, e gli incidenti continuano. Celebri sono i fatti della 24 Ore di Le Mans del 1955, la cui gravità porta alla cancellazione di diverse corse su strada in tutto il mondo, tra cui la Carrera Panamericana.
Per la sua enorme popolarità internazionale, e grazie agli sforzi compiuti dai suoi organizzatori, la Mille Miglia invece prosegue fino al 1957, anno dei fatti di Guidizzolo. L’incidente di De Portago porta alla cancellazione definitiva della gara bresciana e di tutte le altre corse su strada.
Oggi a Guidizzolo, sulla SS 236, un monumento commemorativo ricorda quell’episodio che ha cambiato per sempre la storia delle corse.