Il fondatore della Pegaso, Don Wilfredo Ricart, nacque a Barcellona il 15 maggio 1897, figlio di Marino, direttore della Scuola Nautica José Ricart e Giralt.
Nel 1918 conseguì, a poco più di vent’anni, il Dottorato di ricerca in ingegneria industriale. Subito dopo iniziò la sua attività lavorativa, come direttore della compagnia Vallet e Fiol, che produceva motori per pompe idrauliche, ed era al contempo distributrice delle vetture Hispano Suiza. Ricart si interessò sempre maggiormente all’ingegneria automobilistica, e nel 1922 disegnò la sua prima auto caratterizzata da un motore a 4 cilindri, 16 valvole da 1,5 litri, molto innovativo per l’epoca. Due di queste auto parteciparono al Gran Premio di Barcellona, di quell’anno e una vinse il primo posto nella sua categoria.

Nel 1936 Ricart si trasferì in Italia, a Milano dove iniziò a lavorare per il dipartimento motoristico dell’Alfa Romeo, presso il quale sviluppò alcuni motori per auto da corsa e per aeroplani. Dopo l’abbandono della direzione da parte di Vittorio Jano, Ricart divenne capo progettista e sviluppò le vetture da gran premio Tipo 512 e Tipo 162.
In quel periodo, un certo Enzo Ferrari, con il quale Ricart, lavorara affianco, contribuì, per una serie di dissidi, al divorzio, dalla stessa Alfa Romeo, ed al suo ritorno a Barcellona, dove, Ricart, iniziò a costruire auto sportive con il marchio Pegaso, presso il vecchio stabilimento Hispano Suiza. Siamo nel 1951, la prima automobile costruita fu la Z102, bellissima coupè, carrozzata Touring, che diventò il principale fornitore della Pegaso e soluzioni tecniche innovative per quegli anni, con un motore da 2.5 litri (2472cc) usato nei prototipi, anche se poi ci furono varianti con un 2.8 (2816cc) e un 3.2 litri (3178cc) doppio albero a camme in testa con 32 valvole a comando desmodromico che erogava 360 CV (270 kW), quattro carburatori Weber doppio corpo e persino un compressore come opzione.

Cambio a 5 marce, montato dietro il differenziale, ponte posteriore De Dion, la potenza variava tra i 175 e i 360 cavalli, e il modello equipaggiato con quest’ultima versione poteva raggiungere, i 249 km/ora, velocità superiore a quella delle Ferrari dell’epoca, rendendola così la vettura di serie più veloce del mondo, mentre il modello base aveva una velocità massima di 192 km/ora.


Dal punto di vista sportivo, la Z-102 fu portata in gara nel 1952 al Monaco Gran Prix, in quell’anno disputato con le normative del campionato di Formula 2, terminando anzitempo la competizione. Nello stesso anno fu iscritta anche, alla 24 Ore di Le Mans, con due equipaggi che non presero però il via.

La partecipazione alla 24 Ore di Le Mans, venne ritentata anche l’anno successivo ma, anche in questo caso, la competizione non venne neppure iniziata a causa degli incidenti occorsi durante le prove.
Nel 1954 partecipò anche alla Carrera Panamericana, anche in questo caso senza raggiungere risultati di rilievo.

Il neo principale delle Pegaso, era il peso non perfettamente dimensionato, rispetto alle forme e malgrado i continui miglioramenti e alleggerimenti le vetture rimanevano pesanti e brutali da guidare ed ebbero poco successo sia nelle gare alle quali furono iscritte, come abbiamo visto, sia sul mercato.

Fu prevista una versione semplificata e più economica, la Z-103 con motori da 3.9, 4.5 4,7 litri, ma senza alcun seguito, e la produzione di Z-102 cessò tra la fine del 1957 e l’inizio del 1958.

Purtroppo, una non corretta pianificazione economica e la costruzione di soli 112 esemplari, costrinsero Ricart alla resa,nel 1959, la Pegaso, continuò la sua “strada”, negli anni successivi, nell’ambito dei veicoli industriali, ma questa è un’altra avventura…….
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