La Rievocazione Storica della Stella Alpina, che si svolgerà dal 10 al 12 luglio prossimi, egregiamente curata, dalla Scuderia Trentina Storica, vive quest’anno la sua 30^ edizione.
Una sfida le sue 99 prove cronometrate, i 10 passi dolomitici da attraversare, per una gara, che non può mancare nel calendario, degli appassionati di regolarità ed auto d’epoca.
La “sfida dolomitica”, viviamo la sua storia:
“Coetanea della Coppa d’Oro delle Dolomiti, nacque nel 1947, come gara internazionale di turismo veloce aperta alle vetture sport e turismo, per volontà dell’Automobile Club di Trento.
Il decano dei giornalisti dell’automobile, Giovanni Canestrini, trentino di nascita trapiantato a Milano, nel 1924 partecipò alla quarta edizione della Coppa delle Alpi sulla OM di Nando Minoja, come inviato della Gazzetta dello Sport di Milano.
Gli nacque l’idea di una gara con partenza e arrivo di tutte le tappe nella stessa località. Così i giornalisti avrebbero potuto starsene comodamente in albergo, evitando gli affanni quotidiani per inviare gli articoli al giornale. Canestrini battezzò questa sua“gara ideale” Quadrifoglio Alpino”, poichè pensava ad una gara di quattro tappe con centro a Merano.
Sulle ali dell’entusiasmo dell’immediato dopoguerra anche il movimento motoristico trentino fu coinvolto in una sorta di euforia collettiva trasformata nella voglia di fare, di ideare qualcosa di importante. Nell’inverno del 1946 il presidente dell’Automobile Club di Trento, il conte Sigismondo Manci, si recò a Roma alla CSAI per chiedere il passaggio della Mille Miglia a Trento. La risposta fu sempre negativa.
Il conte Manci non ci pensò troppo e durante una delle tante riunioni serali lanciò l’idea di una gara tutta trentina. La cosa fu presa subito con entusiasmo. Il conte Manci andò a parlare con Canestrini del suo proposito di organizzare una manifestazione di regolarità a Trento. Canestrini non esitò a risfoderare la sua vecchia idea e oggettivamente la formula fu varata nel 1947.
Il regolamento prevedeva fin dalla prima edizione che sul percorso totale, diviso in quattro tappe, solo alcuni tratti, pari a un terzo circa del percorso, fossero cronometrati e perciò determinanti ai fini della classifica finale.
La prima edizione, che vide 51 concorrenti al via, dato nientemeno che da Tazio Nuvolari, fu vinta, su Lancia Aprilia, da un giovane Piero Taruffi in coppia con la moglie.
Nella seconda edizione, il cui percorso era stato allungato a 1400 chilometri con ben dieci tratti cronometrati, si impose, su 58 concorrenti, un altro nome illustre: Nuccio Bertone su Fiat Stanguellini. Rispetto all’edizione precedente le novità del percorso furono lo Stelvio, la Cima d’Asta e il Garda.
Il 1949 la gara venne resa, dagli organizzatori, ancora più difficile vennero modificate le tabelle di media con conseguenti incrementi di velocità sia per le categorie Sport che Turismo, le prove furono portate a 15 e il percorso ebbe ulteriori modifiche; si passò dai laghi di Molveno e di Carezza, dai passi Gavia e Costalunga e dalle stazioni turistiche di Andalo, Folgaria, Enego e Valdagno. La lunghezza del percorso passò a 1480 chilometri. La vittoria assoluta andò a Franco Simontacchi su Fiat Stanguellini che s’impose a sorpresa per soli 12” sul favorito Ovidio Capelli, anche lui su Fiat Stanguellini, sul terzo gradino del podio salì Vittorio Bulgarini su Cisitalia.
La quarta edizione, in programma dal 24 al 27 di agosto, subì importanti modifiche, soprattutto nel regolamento, che resero la gara più consona alle aspettative generali, meno severa, più aperta a tutti. La partecipazione limitata alle vetture con motori di serie, suddivise nelle categorie Turismo e Gran Turismo Internazionale e i tratti cronometrati ricavati tutti su strade in salita portarono il numero dei concorrenti a 74. Le prove cronometrate si svolsero: al passo della Mendola, passo Sommo, passo dello Stelvio, passo del Tonale, passo Rolle, passo Falzarego e ultima la Trento Bondone.
S’impose Salvatore Ammendola al volante di una potente Alfa Romeo 2500.
Nel 1951 i concorrenti al via sono 96, campioni del volante e specialisti delle gare di montagna appartenenti a Scuderie di prestigio come la milanese Sant Ambroeus e la neonata Trentina.
Il pronostico era diviso alla pari tra Salvatore Ammendola, già vincitore nel 1950 e al via con una Ferrari 2340 ed Enrico Anselmi su Lancia Aurelia G.T. fresco vincitore della Coppa delle Dolomiti e primo di classe alla Mille Miglia. Dopo sette impegnative prove cronometrate la vittoria andò a Salvatore Ammendola seguito da Luigi Valenzano su Lancia Aurelia e da Augusto Saraceni su Ferrari.
Nel 1956 la storia della Stella Alpina si ferma, come tutte le gare automobilistiche su strada!”
Ora la Stella Alpina è una gara di regolarità per auto storiche, ” La sfida dolomitica”, accettate la sfida?
Fonte: Automobil Club Trento
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