Per capire come mi sono innamorato della mia “vera” auto storica bisogna fare una premessa.
In gioventù, negli anni settanta mi avvicinai alle gare di regolarità di auto d’epoca con la mia prima auto, una mini minor innocenti giallo ocra. Dalla regolarità passai ai rally con varie macchine che mi pagavo facendo lezioni private di matematica, di cui ero “maestro”, frequentandone intanto la facoltà, senza nessuna fretta di laurearmi perché il tempo per le gare e per i lavoretti vari necessari a pagarle portavano via tempo allo studio.
Questo per dire che la passione c è sempre stata e lasciai l attività quando in una gara alla quale partecipavo con una Simca Rally2 ridotta ai minimi termini arrivavano concorrenti con le A112 che trainavano una macchina da gara, identica, piena di copertoni e quindi avevano pure il muletto, nelle nostre classi di turismo di serie in teoria “economiche”.
Poi il lavoro e la famiglia fecero il resto e le gare divennero un ricordo che covava sotto la cenere.
Il fuoco della passione si riattizzava quando, lavorando nel centro storico di Roma, incontravo spesso parcheggiata una splendida Giulietta Spyder rossa che mi faceva ripromettere di comprarne una appena fossi andato in pensione.
Ricordo che lasciai l azienda a fine anno solare e a fine gennaio ero già a Braccagni, vicino Grosseto, in una piccola mostra-scambio, a cercare la Giulietta rossa.
L unica cosa che riportai indietro fu che mi dovevo dimenticare la Spyder perché i miei quasi due metri di altezza non permettevano una guida comoda ma una Sprint provata nell occasione mi diceva che tirando tutto il sedile indietro rendeva possibile la realizzazione del sogno.
All epoca non sapevo nulla dell ambiente delle storiche, ignoravo Padova, e cercavo la macchina nelle inserzioni dei giornali specializzati.
La trovai a Bologna, rossa, bella, restaurata molto bene nel 1984, in vendita da parte di un fisioterapista che voleva passare ad una Porsche 911. Non ho mai capito come si facesse a vendere una Giulietta Sprint del 1960, abbastanza rara rispetto ad una 911, così diffusa, ma il fisioterapista ha fatto la mia felicità. Che incosciente!!!!!! Innamorarsi così al primo sguardo, senza metterla su un ponte, senza provarla seriamente!!!! Ma la trattativa durò pochi minuti, feci l assegno D acconto e dopo una settimana tornai a prenderla per portarla a casa. Il viaggio iniziò sulla Bologna firenze dove quasi i camion mi passavano sopra perché la macchina aveva bisogno di una bella messa a punto e di un pò di interventi per tornare ad essere perfetta meccanicamente.
Mi ha dato molte soddisfazioni nelle gare a cui partecipiamo nel centro Italia, i sedili sono un pò sformati e per questo la guido bene. L amore continua ad essere sempre vivo tanto da farmi piangere lacrime amare quando, posteggiata per qualche ora sotto casa, mi sono ritrovato un parafango rigato!!!!! Abbiamo lavorato molto di polish ma la ferita è sempre aperta. Si vede molto poco ma so che prima o poi interverrò in maniera drastica per togliere lo sfregio!!!
Francesco Meneghetti