“La carta di circolazione e il certificato di proprietà rappresentano un corredo importante e significativo per i veicoli di interesse storico e collezionistico. Parte della loro memoria, infatti, è conservata e tramandata da questi documenti, che sono anche testimoni dell’evoluzione avvenuta in oltre un secolo di pratiche burocratiche per la gestione dei veicoli.”
Queste le parole di apertura del comunicato stampa rilasciato dall’ASI nella mattinata di oggi. Una presa di posizione che dà voce ai tanti collezionisti, commercianti e appassionati, inorriditi dalle disposizioni della seconda fase di attuazione del decreto legislativo 98/2017 in materia di rilascio del Documento Unico di circolazione e di proprietà, che prevede la digitalizzazione totale di tutte le procedure e la conseguente distruzione di tutti i documenti cartacei entro il 31 ottobre 2020.
Tutto ciò significa la cancellazione definitiva di carte che testimoniano la storia della motorizzazione in generale, ma anche dei singoli veicoli: firme, timbri, dati, vergati a mano nel caso dei vecchi libretti a pagine, e tutto quanto contribuisce a creare quell’alone di storia e fascino a cui qualsiasi appassionato non può restare indifferente. Pensiamo poi ai veicoli appartenuti a personaggi storici, celebrità, politici, la cui grafia è ancora oggi conservata su carte di circolazione e certificati di proprietà. Davvero vogliamo che tutto questo finisca al macero? Va bene la digitalizzazione, ma perché non prevederne almeno una conservazione per uso collezionistico?
Al momento l’eventualità non è contemplata. A proposito della conservazione e distruzione delle documentazioni, Pierpaolo Berardi, presidente del Lancia Thema Club Italia, ci segnala il passaggio riportato nella circolare diffusa alle agenzie di pratiche auto: “Tutte le istanze e le relative documentazioni a corredo, formate in origine su supporto cartaceo, dematerializzate ed inserite nel fascicolo digitale, sono trattenute dallo STA fino alla loro distruzione. Gli STA procedono alla distruzione della documentazione senza necessità di preventiva autorizzazione. La distruzione deve avvenire nel corso del 3° mese successivo a quello di presentazione della pratica”.
“Prima che scattasse l’emergenza Covid-19 – ricorda Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub Storico Italiano – era stato avviato un tavolo di lavoro con la Direzione Generale della Motorizzazione per la risoluzione di tutta una serie di problematiche legate ai veicoli di interesse storico e collezionistico, in particolare le revisioni periodiche dei veicoli ante 1960 e di quelli centenari. Ora si è aggiunta la tematica del Documento Unico con la prevista distruzione dei documenti originali cartacei: un danno enorme per i veicoli storici e per scongiurarlo abbiamo già inoltrato le nostre proposte, che sarebbero di semplice ed immediata attuazione”.
Dal canto nostro sosteniamo pienamente l’azione di ASI, sperando che una soluzione arrivi prima che sia troppo tardi. Tutti noi auspichiamo che il futuro delle pratiche auto sia più snello, rapido, efficiente. Ma per farlo non c’è bisogno per forza di cancellare la nostra storia?
Da una parte si stava lavorando per il ottenere di nuovo le targhe originali, al fine di ridisegnare la storia del veicolo, ora invece, non solo non si otterranno le targhe vecchie, ma si distruggeranno anche i libretti.
Clicca QUI per leggere il comunicato stampa integrale rilasciato dall’ASI.