Di famiglia benestante, come la quasi totalità dei piloti dell’epoca, Luigi Musso, romano classe 1924. è il più giovane di tre figli.
Ed è seguendo i fratelli più grandi che so appassiona alle corse automobilistiche, al punto da comprare, alla soglia degli anni cinquanta, una Giannini per tentare la sorte nelle sue prime gare.
Luigi mostra talento, tanto che dopo un paio d’anni uno dei fratelli gli cede la sua Stanguellini. Grazie alla vettura più performante, Musso si fa notare addirittura da Maserati, che lo ingaggia in scuderia e, nel 1953, lo porta a conquistare il titolo di campione italiano di sport prototipo nella categoria 2 litri.
Nello stesso anno fa il suo ingresso in Formula 1, partecipando al Gran Premio d’Italia ancora alla guida di una Maserati, con cui corre fino al ’55.
La prima vittoria arriva solo nel 1956, al Gran Premio d’Argentina, ma stavolta Musso corre con Ferrari, in squadra con Fangio.
Il sodalizio con la casa di Maranello durerà anche per gli anni a seguire, anni in cui Musso è spesso protagonista delle corse ma anche del gossip rosa che gravita intorno ad esse.
Tutto si interrompe bruscamente nel 1958 quando, nella data di oggi, 6 luglio, Luigi Musso trova la morte durante il gran premio di Francia.
Nel corso del decimo giro sul circuito di Reims, all’inseguimento di Hawthorn, col quale si gioca la prima posizione, Musso vola nel fossato esterno alla curva Gueux, capottando.
Muore poche ore più tardi, in ospedale, a causa delle gravi ferite riportate alla testa, lasciando a Hawthorn l’unica vittoria della stagione e la conquista, amara, del titolo mondiale. Musso è il primo pilota Ferrari a morire in gara.