Il mondo del motorismo storico prende atto della Giunta Regionale del Piemonte che riconosce fondate le argomentazioni e i dati che ASI ha continuato a produrre negli ultimi mesi, allo scopo di dimostrare le profonde differenze tra il parco veicolare obsoleto e i mezzi storici ad elevato valore culturale e sociale, dimostrando così che il sistema “Move-In” non deve essere applicato a questo tipo “particolare” di vetture.
La scatola nera “Move-In”, che permette ai veicoli più inquinanti benzina Euro 0 o diesel Euro 0, 1, 2, 3 e 4 di circolare senza dover sottostare a blocchi e stop, rispettando un tetto massimo di percorrenza chilometrica annuale,è sicuramente condivisibile per i veicoli “vecchi” di uso quotidiano ma non per i veicoli identificati, in base alle leggi dello Stato, come “di interesse storico e collezionistico” in quanto in possesso di un Certificato di Rilevanza Storica e Collezionistica (rilasciato dagli Enti preposti) che dovrebbero essere tutelati da specifiche normative.
Gli “storici” non vanno equiparati a quelli obsoleti: i veicoli storici certificati è giusto abbiano la possibilità di circolare e l’applicazione del “Move-In” comporterà non poche problematiche ai mezzi, agli appassionati che li conservano e a tutto il settore, quello del motorismo storico, che crea un indotto di 2,2 miliardi di euro l’anno (123,4 milioni dei quali generati in Piemonte).
Mercoledì 22 luglio si era svolto un incontro tra l’Automotoclub Storico Italiano e l’Assessorato all’Ambiente della Regione Piemonte proprio sul tema della circolazione dei veicoli storici. Sin dall’autunno scorso, ASI ha avviato una serie di iniziative concrete per sensibilizzare l’amministrazione pubblica piemontese e supportare l’Assessorato all’Ambiente e gli organi istituzionali regionali sull’importanza di salvaguardare il settore, fornendo anche dati scientifici relativi al comparto per l’individuazione di soluzioni adeguate ed efficaci.
L’Automotoclub Storico Italiano – con la collaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità e della Motorizzazione – si è prodigato nella ricerca e nella trasmissione di dati riferiti al reale impatto ambientale dei veicoli storici, che in Piemonte producono lo 0,000595% dei PM10 globali e lo 0,00234% degli NOx. Numeri che dimostrano l’assoluta inconsistenza degli agenti inquinanti prodotti dai veicoli di interesse storico e collezionistico (perché sono pochi e fanno poca strada). Alla base di tutto, resta quindi fondamentale il principio di distinzione tra i veicoli “vecchi” di uso quotidiano e quelli di “interesse storico e collezionistico”, riportato anche nel Ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica presentato da ASI nel dicembre 2019.
“Il confronto con la Regione Piemonte – ha dichiarato Alberto Scuro, presidente ASI – si è sempre basato sulla concretezza e sulla trasparenza, ma è evidente che i veicoli storici certificati non debbano essere equiparati a quelli vecchi. Mi sembra improponibile che un’auto o una moto di oltre quarant’anni debbano montare una scatola nera per poter circolare: immaginiamo se una Lancia Lambda degli anni ’20, che verrà usata due o tre volte all’anno per qualche raduno per essere tenuta in vita e fare il giro dell’isolato in vista della partecipazione ad un evento, debba essere dotata di scatola nera… I veri collezionisti hanno più veicoli, spesso semplici motocicli o utilitarie: come possiamo pensare che su ognuno di questi vada applicata la scatola nera? Il bello del collezionismo, poi, è il continuo scambio dei veicoli tra appassionati: si creerebbe il problema di una gestione praticamente impercorribile dei singoli Move-In con la conseguente perdita di entusiasmo da parte dei collezionisti. Con un investimento di poche migliaia di euro si può essere proprietari anche di molti veicoli, che vengono conservati e manutenuti. Difficilmente pensabile che il proprietario gestisca decine di scatole nere. In questi mesi abbiamo prodotto i dati sull’impatto ambientale (praticamente nullo) e continueremo ad andare sempre più nel dettaglio per raggiungere l’obiettivo della libera circolazione. Siamo consapevoli delle problematiche che il Piemonte sta affrontando in ambito europeo sugli sforamenti dei livelli delle sostante inquinanti nell’aria e per questo siamo i primi a cercare soluzioni che possano scongiurare l’uso quotidiano dei veicoli storici, in particolare quelli tra i venti e i quarant’anni, ma il Move-In non è la soluzione adeguata e adatta allo scopo. Fin dallo scorso anno abbiamo proposto deroghe specifiche per i veicoli con oltre quarant’anni di anzianità e per quelli con età compresa tra 20 e 39 anni. Speriamo possano essere prese in seria considerazione. Siamo certi che la Regione Piemonte saprà tenere presente questa legittima esigenza del nostro settore, che costituisce anche leva di sviluppo per il territorio e un modello associativo moderno e competitivo, e che raccoglierà il nostro invito a ritrovarsi a settembre per proseguire il lavoro di approfondimento sul tema.”
E le determinazioni di ASI sono stare recepite ed accolte: no al Move-in sulle auto di interesse storico e collezionistico!!
Dunque, la scelta della Giunta Regionale e le dichiarazioni rilasciate, sottolinea l’impegno e l’utilità sociale dell’ASI, che da sempre lo rappresenta attraverso leggi dello Stato insieme agli altri enti certificatori (FMI, Registri Fiat, Lancia, Alfa Romeo).
Un riconoscimento all’operato di ASI e un effetto dell’iniziativa che la Federazione ha perseguito con il contributo dell’Istituto Superiore di Sanità per dimostrare scientificamente come i veicoli storici non impattino sull’ambiente, ma costituiscano una leva di sviluppo per l’indotto economico ed occupazionale, in particolare proprio in Piemonte, oltre a costituire una grande opportunità per il turismo.