Gli inglesi hanno sempre avuto uno stile piuttosto stravagante e originale in fatto di automobili. Se da un lato hanno spesso e volentieri imposto nuovi standard in fatto di eleganza e prestigio, con alcuni dei marchi più lussuosi al mondo, sul fronte opposto ci hanno regalato nel tempo una lunga serie di stranezze motoristiche.
Tra queste, un posto di tutto rispetto lo merita la Bond Bug, microcar nata esattamente cinquant’anni fa sull’onda del successo sul mercato interno delle vetture a tre ruote, favorite dal fisco e dal codice della strada.
Questo strano veicolo dalla sagoma a cuneo nasce dopo la fusione fra la Reliant e la Bond Cars Ltd, due aziende britanniche note soprattutto per la per produzione di microcar.
La Reliant all’epoca produce la Regal, un’auto a tre ruote lenta e dalle forme antiquate, tristemente nota per la tenuta in curva a dir poco drammatica. Nelle intenzioni la nuova Bug è l’auto che deve portare una ventata di freschezza e novità nella gamma, capace di attrarre una clientela più giovane e dinamica.
Per questo il progetto viene affidato al vulcanico Tom Karen, futuro amministratore delegato e capo designer per la Ogle Design, designer di biciclette, di molti giocattoli famosi e di veicoli speciali per il cinema, tra cui il famoso Landspeeder pilotato da Luke Skywalker in Star Wars, allestito negli anni settanta proprio su telaio e meccanica di una Bond Bug.
Il telaio della Bug viene affidato all’ingegnere e progettista di auto da corsa John Crosthwaite, che modifica quello della vecchia Regal, donatrice anche del motore da 700 cc (750cc a partire dal 1973), con una sospensione posteriore a molla elicoidale.
I primi esemplari escono nel 1970 dalla fabbrica Bond di Preston, finché resta in attività. Successivamente la produzione si sposta presso le linee della Reliant di Tamworth.
Le forme della Bond Bug sono incredibilmente accattivanti se confrontate con quelle delle altre microcar dell’epoca, sia all’esterno che all’interno, e promettono prestazioni da veicolo sportivo.
Promesse mantenute sul fronte della velocità massima, prossima ai 125 km/h, che a bordo di una tre ruote sembrano il doppio, e con una tenuta di strada decisamente migliore rispetto alla concorrenza, anche se ben lontana da quella di una classica automobile a quattro ruote.
Gli interni sono da vera supercar: all’abitacolo “fasciante” si accede sollevando l’intera cabina, leggera perché realizzata in fibra di vetro come il resto della carrozzeria. All’interno troviamo sedili contenitivi e volante sportivo impostati per una posizione di guida bassa e distesa. Le porte sono dei semplici pannelli morbidi amovibili.
La vetturetta è disponibile in arancione brillante e in bianco. Quest’ultima variante non viene scelta praticamente da nessuno, tanto che oggi è considerata, non a caso, un’autentica “mosca bianca”.
La Bond Bug viene proposta in tre versioni, 700, 700E e 700ES. Rispetto alla versione base 700, la 700E, offre un ammortizzatore telescopico per l’apertura del tetto e l’impianto di riscaldamento di serie.
La 700ES rappresenta invece la declinazione più pepata, con motore dalla compressione più elevata, ruota di scorta, specchietti retrovisori esterni, paraspruzzi e volante sportivo.
In questa versione la Bug costa ben 629 sterline, ovvero più di una Mini, ma questo non le impedisce di imporsi come la versione più venduta e longeva, in quanto l’unica a sopravvivere fino alla fine della produzione, interrotta a maggio 1974 per un totale di 2268 esemplari.
In ogni caso un prezzo ben più vantaggioso di quello attuale: la Bond Bug sta infatti vivendo una nuova giovinezza, e i collezionisti si contengono i pochi esemplari sul mercato a cifre che arrivano a sfiorare i ventimila euro.