La Saab 96, colonna portante della motorizzazione di massa svedese e non solo, quest’anno festeggia due volte: sessant’anni dall’entrata in produzione, risalente al 1960, e quaranta dall’uscita, datata 1980.
Evoluzione della Saab 93, a sua volta derivata dalla precedente 92 e dall’avveniristico prototipo a goccia UrSaab, di ispirazione aeronautica, la 96 è stata anche l’ultima Saab con motorizzazione a due tempi.
Fino al 1967 infatti ha montato un 3 cilindri a 2 tempi, dopodiché è passata a un V4 a 4 tempi di derivazione Ford, diventando di fatto una delle pochissime auto al mondo a montare entrambe le tipologie di motorizzazione.
Addirittura si sperimentò all’epoca il montaggio trasversale di due unità a 3 cilindri, che avrebbero dato vita a una bizzarra sei cilindri a due tempi, ma non si andò oltre la costruzione del prototipo, attualmente conservato al museo Saab di Trollhättan.
Tornando al modello di serie, è con esso che la casa svedese guadagna popolarità anche oltre confine. Sia sul mercato, dato che la 96 è la prima Saab venduta ufficialmente anche in altri paesi, che nelle corse, grazie a una lunga serie di affermazioni sportive.
Dovute, per larga parte, al corpulento connazionale Erik Carlsson, soprannominato “on the roof” per la frequenza con cui finiva a ruote all’aria durante le prove speciali, e a sua moglie Pat Moss, sorella del grande Stirling, di cui abbiamo parlato alcune settimane fa qui a Pit Stop (clicca qui per l’articolo).
Rispetto alle precedenti 93F, la nuova 96 del 1960 monta un lunotto panoramico, molto più esteso, sedili più confortevoli e contenitivi e già dotati di cinture di sicurezza di tipo aeronautico, un nuovo impianto frenante sdoppiato e una nuova scocca rinforzata, con diverse zone a deformazione programmata.
Il motore della versione base è un nuovo 3 cilindri a 2 tempi (alimentato a miscela al 3%) da 42cv con cambio al volante, a 3 o a 4 marce. Nel mezzo c’è un meccanismo di ruota libera disinseribile che consente di scollegare motore e trasmissione. La trazione è anteriore.
Due gli optional principali disponibili: la frizione semiautomatica Saxomat e il tetto apribile in tela. Nel 1960 è disponibile anche la versione giardinetta, denominata 95.
Nel 1961 compare la prima versione sportiva, la 850 GranTurismo. Forte di 57cv, diventa la versione preferita da gran parte della clientela, in particolar modo da quella che la domenica si cimenta nei rally locali.
Nel 1962 le cinture di sicurezza anteriori diventano del tipo a tre punti, ancorate al telaio, e la 850 Granturismo viene sostituita dalla nuova 96 Sport a 3 carburatori, cambio a 4 marce e freni anteriori a disco. Il 1964 vede l’aggiornamento dell’impianto frenante, del parabrezza, più ampio, e di una nuova strumentazione a nastro.
Il 1965 porta invece con sé un importante restyling, che coinvolge l’intero frontale. La nuova versione, identificata dagli appassionati come “long nose”, monta un motore base più potente, una nuova frizione, un nuovo impianto di raffreddamento motore e di riscaldamento abitacolo.
Nel 1966 l’impianto di alimentazione a 3 carburatori viene esteso alla versione base, che si avvicina così alla soglia dei 50 cavalli, mentre la versione 96 Sport cambia nome in 96 Montecarlo 850. Ma la produzione della 96 a due tempi si avvia al declino: nel 1967 infatti viene introdotta la nuova V4 da 1,5 litri e 65cv che dà una bella scossa alle vendite grazie soprattutto alle prestazioni decisamente superiori.
Al lancio della V4 corrisponde anche un nuovo restyling soprattutto interno nuovo alternatore, nuove e più moderne cinture di sicurezza e nuovi tessuti per gli interni. Intanto le vendite della 2 tempi si restringono al solo mercato USA, per arrestarsi definitivamente nel 1968, con un totale di 320.000 auto prodotte.
Dal 1970 la 96 V4 è assemblata anche nello stabilimento di Uusikaupunki, in Finlandia, che affianca quello di Trollhättan, le cui linee di produzione della 96 sono attive fino al 1978. Dal 1966 anche i programmi sportivi ufficiali Saab si concentrano sulla sola V4, che porta a casa due vittorie, otto podi ed un 4º posto nel campionato costruttori 1976.
Ma, in virtù di un progetto di partenza ormai datato, non eguaglierà mai i risultati lusinghieri della 2 tempi, una delle Saab più vincenti nei rally nazionali e internazionali, preferita da molti piloti privati anche dopo il lancio della V4.