Prodotta in varie versioni dalla casa automobilistica torinese, la Lancia Flavia debutta al Salone di Torino del 1960, aprendo un periodo di grande innovazione e creatività produttiva.
Progettata dal vulcanico ing. Antonio Fessia, che aveva il vezzo di nominare le sue vetture con la stessa sua iniziale, la Flavia ha il compito di colmare il vuoto in gamma tra la piccola Appia e l’imponente Flaminia.
Sulla Flavia Fessia trasporta per la prima volta su un’auto di serie i suoi studi sulla trazione anteriore, nel solco della tradizione innovatrice del marchio Lancia. Il motore poi è il primo boxer Lancia, un 1.500 cc da 78 cavalli montato longitudinalmente a sbalzo sull’assale anteriore. La carrozzeria è opera del bravo Piero Castagnero, che disegna linee non meno anticonvenzionali della meccanica.
Forme che anticipano le soluzioni inedite e raffinate scelte per lo spazioso abitacolo a sei posti, come lo specchietto con portabollo, il portacenere con accendino incorporato, le plafoniere automatiche, le luci di sicurezza alle portiere e la plancia ricca, impreziosita dal piantone dello sterzo coi comandi secondari disposti a “tastiera di pianoforte”.
Il successo della Flavia è immediato, nonostante non sia esattamente un’auto alla portata di tutti, al punto da allungare di diversi mesi i tempi di attesa. Il propulsore da 1,5 litri, non adeguato a peso e doti stradali della Flavia, viene affiancato in breve dal 1,8 litri da 92 cavalli, che nel 1965 guadagna l’iniezione meccanica e altri 10 cv.
La Flavia viene proposta poi in diverse versioni derivate, dalla bellissima coupé Pininfarina alla cabriolet Vignale alla estrosa Sport di Zagato.
Dopo il debutto della seconda serie, dalle linee più convenzionali ed equilibrate, sotto al cofano arriveranno la due litri a carburatori da 115 cv e iniezione elettronica da 126 cv, uno dei due litri più potenti in circolazione alla fine degli anni sessanta.
Dopo l’acquisizione del marchio da parte di Fiat, nel 1971 la Flavia esce di produzione, almeno come nome.
In realtà viene ammodernata e proposta, sia in versione berlina che coupé, come Lancia “2000”: una vettura ancora apprezzatissima per qualità costruttiva, materiali, doti stradali, affidabilità e comfort di marcia, nonostante costasse all’epoca più della concorrenza di settore tedesca e francese.