È di poche settimane fa il lancio della nuova Bandini disegnata da Giugiaro. Un marchio dalle origini curiose, che vogliamo raccontarvi brevemente.
Tra le tante privazioni della seconda guerra mondiale, ben peggiori di quelle che stiamo vivendo oggi, c’è il razionamento della benzina. In quel di Forlì un giovane e vulcanico Ilario Bandini realizza un impianto a gasogeno per la sua Fiat 1100; il lavoro è ben fatto, la voce si sparge e arrivano i primi clienti, una trentina, fino a quando le requisizioni dei tedeschi gli portano via le attrezzature. Ilario riesce a salvare i guadagni e una sola vettura, tagliata a pezzi e nascosta in una cantina.
Nel 1946 la guerra è finita e con quegli stessi pezzi, anziché rimettere insieme la vecchia auto, Bandini decide di provare a costruire qualcosa di nuovo. Costruisce un telaio, mette insieme una meccanica, ci fissa su un sedile, mette a punto il tutto ed esce in strada. È soddisfatto, il prototipo va benone, manca solo un piccolo dettaglio: la carrozzeria. Ed esigente e perfezionista qual è, Ilario non si accontenta di una soluzione di ripiego. Carica quindi un sacco di sabbia a mo’ di zavorra, indossa uno sull’altro due cappotti e alla guida del telaio nudo parte alla volta di Torino, che dista oltre 400 km!
Già all’epoca infatti Torino è la città dei carrozzieri, e il giovane Ilario ne cerca uno che possa lavorare sul suo telaio. Trova Rocco Motto, e quella vettura, tuttora esistente, diventa la prima Bandini costruita.
Sarà anche la prima Bandini venduta: divenuta auto personale di Ilario, durante una trasferta a Monza per vedere una corsa, la piccola sportiva viene notata da uno spettatore, che si ferma a chiedere informazioni. Dopo qualche ora Ilario si ritrova in Stazione Centrale, a Milano, a comprare un biglietto per tornare a casa.