La Carrozzeria Zagato, oggi “Atelier” ha tagliato il traguardo per eccellenza, quello che pochi, nel mondo dell’automobile, hanno raggiunto: il centenario. Ne ripercorriamo rapidamente la storia.
Fondata da Ugo Zagato nel 1919 a Milano con lo scopo, comune all’epoca, di riversare in ambito civile le conoscenze di tecnologie e costruzioni aeronautiche apprese durante la Grande Guerra, l’officina omonima debutta effettivamente con una realizzazione, su telaio Fiat 501, che richiama molto da vicino la forma di una carlinga d’aereo; un design avveniristico, aerodinamico e tecnologicamente evoluto che diventa il filo conduttore dello stile Zagato per il futuro. Già dagli anni venti infatti, Ugo Zagato sceglie di sostituire l’uso di telai in legno con più esili e leggere strutture in acciaio, rivestite da carrozzerie in sottili pannelli di alluminio.
Zagato si specializza in breve sulle versioni fuoriserie delle più prestigiose vetture dell’epoca, nazionali e internazionali: Lancia, Maserati, Alfa Romeo, Aston Martin; celebri e imbattibili sono le Alfa Romeo carrozzate negli anni 30, che oggi come allora furoreggianno alla Mille Miglia; tra tutte, le 6C 1500 Compressore e 1750 Gran Sport e le poderose 8C 2300, grazie anche alle quali il nome del carrozziere balza agli onori della cronaca, sportiva e non solo, fino allo scoppio del secondo conflitto mondiale.
Dopo la guerra l’attività della carrozzeria riparte con le fuoriserie della serie cosiddetta “panoramica“, basata su un progetto di Vieri Rapi per Isotta Fraschini, il cui concetto degli abitacoli con finestratura estesa e avvolgente viene applicato sia su meccaniche popolari, come le Fiat 500 e 1100, che su lussuose granturismo come le Ferrari 166 e le Maserati A6 1500.
Gli anni 50 e 60 rappresentano il periodo di maggior fulgore per l’attività di Zagato, con la creazione dei modelli più prestigiosi, iconici e stilisticamente raffinati dell’intera produzione della carrozzeria con la “Z”, molti dei quali impreziositi dall’inimitabile penna di Ercole Spada: a favolose gran turismo di lusso come Maserati e Lancia, si alternano letali bolidi da corsa come Aston Martin, Abarth e Alfa Romeo, dalle linee estreme e personali ma sempre elegantissime e aerodinamiche, spesso e volentieri identificabili dall’inconfondibile “double bubble”, ovvero il tetto con le due gobbe in corrispondenza delle teste degli occupanti.
Gli anni 70 portano, come sappiamo, al declino delle attività dei carrozzieri, dovuto principalmente alle nuove tecnologie di produzione industriale dell’automobile. La Zagato, guidata da Elio, figlio del fondatore scomparso nel 1968, ripiega sul design industriale, branca ancora oggi importante nelle attività dell’azienda.
Oggi Zagato è una realtà storica dell’hinterland milanese, territorio che non ha mai abbandonato; lo stabilimento moderno occupa un’area di 23.000 metri quadrati, di cui 11.000 coperti, diretti da Andrea Zagato, nipote del fondatore Ugo. Tra i progetti dell’azienda ci sono prodotti ma soprattutto veicoli di ogni genere, dai tram alle vetture per i videogiochi ma, ne siamo tutti ben lieti, lo styling automobilistico continua ad essere il fiore all’occhiello del marchio: in occasione del centenario Alfa Romeo (e dei 90 anni di collaborazione tra i due brand milanesi) l’Alfa TZ3 Corsa (capostipite di una piccola serie in versione stradale) vince il premio Design Concept Award al Concorso d’Eleganza Villa d’Este; nel 2012, sempre a Villa d’Este, BMW presenta la concept BMW Zagato Coupé, realizzata su base Z4, mentre sulle copertine delle riviste patinate di tutto il mondo si rincorrono varie fuoriserie, tutte bellissime, su meccanica Aston Martin.
E siamo al 2019: con il 49° Raduno Internazionale, denominato non a caso “Zagato nel Centenario” e, sempre non a caso, organizzato tutto nella cintura milanese, è stato festeggiato il secolo di storia del marchio, abbinato alle quaranta candeline dello Zagato Car Club. L’evento è andato in scena dal 6 al 9 giugno, con un programma a base di arte, cultura, sport, enogastronomia e ovviamente automobilismo, con la visita a ben quattro collezioni, e una speciale classifica per le vetture partecipanti, suddivise per classi: Veteran (anni 20-40), Classic (anni 50-70) e Special.
Michele Di Mauro