Con il 13 gennaio 2018 va definitivamente in archivio l’era (lunga ben un ventennio) della presidenza Loi. Un periodo lungo, lunghissimo, ricco di luci e ombre. Amato e odiato, l’avvocato torinese Roberto Loi ha condizionato in maniera determinante il motorismo storico italiano dei tempi recenti. Attirandosi simpatie e antipatie, portando l’ente alla soglia dei duecentomila soci (tanti, forse troppi), ottenendo importanti riconoscimenti in FIVA, al prezzo dell’eliminazione del vincolo del numero massimo di mandati e circondandosi troppo spesso di collaboratori non sempre validi, non sempre leali. Ma l’avvocato nell’ambiente è per noto per essere uno che non fa prigionieri: o con lui, o contro di lui. E a farne le spese tante volte sono stati collaboratori preziosi, col solo difetto di non essere sufficientemente asserviti.
in questi ultimi mesi il Presidente ci è parso un po’ come quegli sportivi che non vogliono rassegnarsi alla fine del loro tempo e continuano a non voler lasciare il campo, bruciando con le loro ultime, modeste prestazioni, tanti anni di risultati di spessore. Dopo ben vent’anni dedicati alla causa, avrebbe potuto abbandonare le scene in maniera più dignitosa, magari conservando un ruolo di rappresentanza. Che so, la direzione del Museo da dedicare alla Collezione Bertone, una delle sue conquiste più eclatanti. Ormai acqua passata.
E veniamo al 13 gennaio. Dopo la sfiducia per i fatti che tutti conosciamo, abbiamo visto popolarsi le liste dei candidati alla Presidenza e al Consiglio Federale del “nuovo Asi”. Non poche perplessità ha generato soprattutto la prima delle due: pochissime le candidature presentate per la massima carica, più di qualcuna ritirata all’ultimo minuto. Risultato, ci si è ritrovati a scegliere il “nuovo Asi” tra l’ex Presidente sfiduciato (74 anni), e un solo sfidante, il poi eletto Maurizio Speziali, che seppur persona stimata e degna, tutto è fuorché nuovo: 74 anni anch’egli, già ex Vice Presidente nonché Presidente della Commissione Manifestazioni (una delle cariche più ambite e “ricche”) dello stesso ente. Un uomo di Loi, insomma.
Da appassionati prima ancora che cronisti, ci saremmo aspettati qualcosa di diverso. Un commissariamento forse, magari affidato a qualcuno anche esterno al mondo dell’automobilismo storico, purché in grado di mettere ordine tra le carte e i conti dell’ente, in attesa di una nuova elezione che ci sarà comunque, dato che quella appena tenutasi ha il solo scopo di portare a termine il mandato iniziato da Roberto Loi. Così non è stato. Peccato, abbiamo avuto un’occasione che poteva essere sfruttata diversamente.
Tirando le somme, auguriamo al neo presidente Speziali di riuscire quantomeno ad avviare quell’opera di rinnovamento e di recupero di una passione pura, autentica e disinteressata che tanti appassionati aspettano da ormai troppo tempo.