1958 RALLY del SESTRIERE
Il 1958 arriva quando il mondo è ancora con il naso all’insù per lo Sputnik e Domenico Modugno lancia dal palcoscenico del Casinò di Sanremo,
il suo primordiale “volare” che diviene anche l’inizio del volo surreale dell’economia italiana. E’ l’anno dell’elezione di Giovanni XXIII, il Papa buono, ma anche l’anno in cui entrano in vigore i trattati CEE e l’anno della conferma, in commercio dal 1956, della pillola contraccettiva. Nello sport del motore sta prendendo piede una nuova specialità che, dopo la soppressione nel 1957 delle gare di velocità su strada, darà inizio ad un ventennio di massimo splendore e grande partecipazione di piloti e di pubblico: i rallye.
Da noi uno dei più importanti è il Rally del Sestrière.
Giunto alla 9’ edizione, il Sestrière del 1958 si annuncia come una gara totalmente invernale, e per questo gli organizzatori decidono di rinunciare ai percorsi d’avvicinamento, preferendo lasciare ai concorrenti la possibilità di recarsi direttamente al Sestrière per passare anche qualche giorno di relax sulle piste di sci.
Sabato 22 e domenica 23 febbraio si terranno a Torino le verifiche tecniche e sportive mentre al pomeriggio della domenica, tutti gli equipaggi sfileranno per le vie del capoluogo torinese, con partenza dal Palazzo delle Esposizioni ed arrivo agli stabilimenti Fiat-Mirafiori.
Il percorso
Questa edizione del 1958 prevede la partenza lunedì 24 febbraio, alle ore 10, dal piazzale del Sestrière e, passando per Pinerolo ed Alba, si raggiungerà Acqui Terme. Proseguendo poi per Ovada, Gavi, il Passo del Cremolino e le impervie stradine dell’entroterra ligure con i passi della Scoffera e del Bracco, si arriverà nella splendida riviera ligure a Chiavari per poi proseguire lungo l’Aurelia fino a La Spezia.
Lasciato il mare ci si addentrerà nella Garfagnana raggiungendo il borgo medioevale di Castel Nuovo, per toccare Lucca, Siena ed il famoso Passo di Radicofani (uno dei punti cardini della defunta Mille Miglia), per scendere poi verso Viterbo fino a Roma, dove gli equipaggi transiteranno prima dell’alba di martedì 25 febbraio, sul piazzale antistante il nuovo ponte Flaminio.
Dalla capitale i concorrenti ritorneranno nuovamente in montagna attraversando il Passo Corese e la Sabina da dove, fra strade tormentate e difficili vista la stagione, arriveranno nel cuore dell’Umbria.
Terni, Gualdo Tadino, il Colle di Scheggia e Fossombrone saranno i luoghi attraversati dai partecipanti in corsa verso la Riviera Adriatica e Fano, dove è previsto un breve riposo. Dopo la sosta, si riprenderà l’adriatica verso Rimini da dove, con partenza alle ore 11 di martedì 25 febbraio, inizierà la prima prova di velocità in salita fino alla rocca di San Marino.
Lasciata la Repubblica del Titano, attraverso la via Emilia fra alcuni controlli segreti, si arriverà a Modena.
Nella città emiliana all’interno dell’Aerautodromo, si terrà la prima di velocità pura.
Ripartenza per Guastalla, Cremona e Crema, per giungere entro le ore 18,30 a Milano, dove finalmente si avrà una intera notte di comodo riposo.
Mercoledì 26 febbraio le vetture si porteranno all’Autodromo di Monza dove, suddivise in batterie, dovranno compiere cinque giri della pista.
Alle 17,30 i concorrenti saranno nuovamente in viaggio per Brescia, la Val Sabbia, il lago di Idro. la Val d’Ampola ed il lago di Ledro fino a toccare Riva del Garda attraverso la difficile discesa del Ponale.
Breve tragitto per giungere a Trento da dove si salirà per la Valsugana, Feltre, Belluno e Longarone.
Dopo aver scalato il Passo della Cavallera, apparirà in tutto il suo splendore notturno, Cortina d’Ampezzo dove è posto un controllo a timbro.
Dopo il timbro i piloti risaliranno la Valle del Boite, il passo Tre Croci, Misurina, Dobbiaco, Bressanone e la Val d’Isarco per arrivare a Bolzano verso le tre di notte.
Dal capoluogo dell’Alto Adige inizia uno dei tratti “importanti” del rally. Infatti i concorrenti dovranno percorrere i 34 km. fino a Cavareno, attraverso la salita della Mendola in un tempo imposto di 40 minuti.
Anche il tratto successivo attraverso i passi alpini del Tonale e dell’Aprica sarà decisivo per la classifica finale.
All’alba di giovedì 27 febbraio i partecipanti raggiungeranno il controllo orario posto a Sondrio.
Dopo il controllo si proseguirà per Lecco, Como, Varese per giungere a Biella verso le ore 11.
Ma i 40 km. da Borgosesia a Pettinengo non saranno certamente facili come i successivi 33 km. da Biella a Borgofranco.
La tappa si concluderà finalmente alle ore 13 a Torino nel Parco del Valentino, dove si terrà la prova di abilità di guida.
Terminata la prova si riprenderà la marcia attraverso Pinerolo fino a Pragelato da dove, dopo un nuovo controllo, si affronterà la dura salita di 10 km. fino al Sestrière, da compiersi in 12 minuti.
Questo tratto è l’ultima fatica del rally che, finalmente alle ore 15 di giovedì 27 febbraio, si concluderà sul piazzale del Sestrière.
Il venerdì mattina è prevista una prova complementare e la sera con il pranzo di gala e la premiazione nei saloni dell’albergo Duchi d’Aosta verrà chiuso il sipario di questo importante rally, valido come seconda prova dell’Europeo Turismo del 1958.
La cronaca
Edizione di quest’anno si apre subito con un dato negativo, sono solo 54 vetture al via, dovuto soprattutto alla massiccia defezione di equipaggi stranieri.
Il rally si dimostra subito molto duro e nel primo tratto fino a Roma, sono diversi i concorrenti costretti al ritiro, soprattutto per errori di percorso e conseguente mancato rispetto dei tempi.
Le prove di velocità in salita di San Marino ed in circuito di Modena, non danno grossi scossoni alla classifica e la maggioranza dei concorrenti giunge a Milano, senza lamentare grosse difficoltà. La successiva corsa verso Brescia e poi fino a Cortina d’Ampezzo, porta i partecipanti verso una difficile situazione ambientale causata neve, che blocca la gara.
Nell’impossibilità di salire al passo del Tonale, impraticabile anche con le catene, i piloti vengono deviati per Como e Varese fino a Biella, annullando l’interessante percorso alpino.
Torino accoglie i partecipanti per lo slalom cittadino in cui tutti si dimostrano all’altezza e senza grossi inconvenienti ripartono per il Sestrière dove li attende l’ultima prova, certamente la più difficile.
Il tratto finale da Pragelato a Sestrière si presenta sotto una violenta nevicata che penalizza la maggior parte dei piloti.
Solo 46 equipaggi terminano questo rally e solo nove sono immuni da penalizzazioni. Anche nel circuito finale al Sestriere è la neve a farla da padrone, creando grosse difficoltà.
Il Rally del Sestrère 1958 sentenzia così alla fine il suo verdetto inappellabile.
Nella classe 750 cc. le favorite Molander-Lundberg, pur aggiudicandosi la Coppa delle Dame, incorrono in una grossa penalità prima di Roma, lasciando il comando alla Fiat 600 di Capra-Pilone che però sono costretti alla resa nell’ultimo tratto di Pragelato causa un incidente. Via libera quindi alla vetusta Dyna Panhard di Borghesio-Bianchi (già vincitori l’anno precedente) ed alla Fiat 600 di Silvestro-Santini.
Il tratto finale è però fatale anche per l’equipaggio della Fiat 600 che lascia la vittoria nella mani di Borghesio davanti alla Saab 93 di Hacquin-Harris.
Nella classe fino a 1.600 cc. come al solito le imbattibili Alfa Romeo Giulietta appaiono le protagoniste assolute.
Toselli in coppia con la moglie Ranzini, monopolizzano la classifica fino a Cortina dove un incidente ferma la loro gara, permettendo così a Stardero-Bonino e Ferrero-Sassernò di giungere al Sestrière divisi solo da un punto di differenza. Nel circuito finale la vittoria non sfugge però al bravo Stardero che distanzia nettamente il rivale. Da segnalare che in questa classe, il forte equipaggio femminile composto dalle francesi Rouault-Texier, in lotta per la Coppa delle Dame, commette un grave errore nell’ultimo tratto, arrivando addirittura fuori tempo massimo.
La classe oltre 1.600 con nove partenti tutti su Alfa Romeo 1900 viene vinta dagli svizzeri Berney-Decoppet, secondi assoluti nella generale, che precedono Musso-Pegaso e Turri-Cocchetti, quest’ultimi sfortunati nella prova di Monza. Vittime illustri in questa classe i coniugi Castelli, fermati a Monza da un guasto meccanico.
Nella categoria serie speciale e gran turismo fino a 750 cc., la lotta è fra le Fiat-Abarth 500 e le consorelle 750.
In questa classe la supremazia è totalmente dell’equipaggio Cussini ed Argenti che risultano alla fine anche i vincitori assoluti del rally.
La piccola Fiat-Abarth Zagato 750 dell’equipaggio bolognese si dimostra imbattibile e conclude la gara con solo 3 penalità precedendo i bravi e volonterosi Stefani-Tecilla, su vettura gemella.
La classe successiva, fino a 1.300 è il feudo delle Giuliette Sprint ed il forte Abate in coppia con Balzarini si mette subito al comando lottando anche per l’assoluto. Purtroppo il tratto finale è fatale per la loro classifica rilegandoli in terza posizione, preceduti dai berlinesi Schramm-Falk che, sicuri vincitori, si vedono “soffiare” la vittoria dai bravissimi Marcini-Frescobaldi autori di un grosso recupero nel tratto finale.
Sfortunato l’equipaggio femminile composto dalla bravissima Ada Pace in coppia con la graziosa Bertoletti, che dopo essersi difese per tutto il rally lottando per l’assoluto, vengono fermate definitivamente per incidente prima dell’arrivo al Sestrière.
Nella classe fino a 2.600 cc., sono solamente 4 i partenti, ma tutti assai forti. Fuori quasi subito Ponetti-Bongiasca su Porsche, balza al comando la Fiat 8 V Zagato di Scarfiotti-Lucangeli in lotta anche per assoluto. Il giovane pilota torinese nella prova finale, forse per eccesso di foga dovuta alla conoscenza perfetta del tracciato, rovina una gara magnifica con un uscita di strada terminando all’ultimo posto della classe.
La vittoria in questo raggruppamento arride così all’esperto Gigi Villoresi in coppia con Basadonna sulla fida Lancia Aurelia B20 che precede, dopo una lotta durata per tutto il rally, la Porsche Carrera di Zampiero-Bongiasca per un solo punto.
La classe oltre 2.600 cc rappresenta le vetture più potenti, annoverando ben 3 Ferrari 250 GT affidate agli specialisti Munaron, Taramazzo e Papais-Crivellari, due Mercedes 300 SL dei tedeschi Crone Rawe-Peemoeller e degli olandesi Tak-Niemoeller e l’anziana Jaguar XK 120 di Deelling-Anderson.
In questo gruppo sparisce subito Taramazzo vittima di un errore dando via libera a Gino Munaron, mentre sia la Mercedes di Tak-Niemoeller che la Ferrari di Papis-Crivellari incappano in numerose penalità.
Prima di Torino un incidente stradale e subito dopo una foratura, mette fuori combattimento la Ferrari di Munaron, lasciando via libera alle due Mercedes. Sul circuito finale Crone Rawe precede la Mercedes dell’olandese Tak che finita nella neve, dove cedere il secondo posto alla Jaguar degli americani Delling-Anderson.
Al temine del rally la vittoria assoluta è dei bolognesi Cussini-Argenti su Fiat Abarth Zagato 750 che precedono l’Alfa Romeo 1900 TI degli svizzeri Berney-Decoppet e le due Giuliette degli italiani Marconi-Frescobaldi e Stardero-Bonino, rilegando al quinto posto assoluto una delle favorite: la Porsche Carrera di Zampiero-Bongiasca.
Fulvio Negrini
ADRENALINE24H