Oggi abbiamo il piacere, di ospitare di nuovo, una grande firma il nostro amico Fulvio Negrini, giornalista, rallista, appassionato di auto storiche, che ci racconta il grande Bandini.
LORENZO BANDINI……….uno dei grandi………….
Lorenzo Bandini è stato certamente il pilota italiano di maggior spicco nel periodo 1963-67.
Oltre alle sue indiscusse doti di guida era anche un pilota dalle indubbie qualità professionali, un ottimo collaudatore e molto preparato tecnicamente.
Nato a Barce in Cirenaica il 21 dicembre 1935 da genitori italiani emigrati in cerca di fortuna (il padre gestiva una un’industria di macchine agricole) ritorna in Italia nel 1938 stabilendosi con la famiglia a San Cassiano di Brisighella nei pressi di Faenza, dove i genitori acquistano un albergo. I Bandini sono gente per bene e conducono una vita medio alta che però nel 1940 viene spazzata via da un bombardamento che distrugge tutto. Il padre Giovanni successivamente è coinvolto in una retata, sequestrato e poi fucilato da ignoti, vittima forse di una vendetta personale.
Nel 1945 mamma Elena, rimasta vedova, si trasferisce a Reggiolo (Reggio Emilia) suo paese natale. E’ qui che Lorenzo frequenta l’officina di Elico Millenotti ed impara i primi rudimenti della meccanica. Andato occasionalmente a Milano dalla sorella verso la fine del 1951, incontra un compaesano, Goliardo Freddi, proprietario di un’officina in via Plinio. Questo incontro sarà determinante per il giovane Lorenzo. Dopo essere rientrato a Reggiolo per un breve periodo assieme alla sorella per curare la madre, decide di tentare definitivamente la fortuna a Milano e si presenta come garzone nell’officina di Freddi. Questi visto la serietà e l’intuito del giovane compaesano, lo assume come ragazzo di bottega e ben presto diventa il perno dell’officina. Pur non ancora maggiorenne i clienti si affidano al suo “orecchio” per trovare guasti, imperfezioni, problemi alle loro vetture. Goliardo Freddi è fiero di quel giovane e lo considera come uno di famiglia. La passione per le auto da corsa nasce quasi subito provando le vetture dei clienti. I primi passi li muove di nascosto usando l’Aprilia del suo titolare, mentre questi è assente. Sono i primi rudimenti alla guida veloce.
Molte volte i fatti della vita possono cambiare la storia e così che nel 1956 Margherita, figlia di Goliardo Freddi, iscrive Lorenzo Bandini alla Castell’Arquato-Vernasca con la Fiat 1100 TV di papà Freddi all’oscuro di tutto. La prima corsa per Lorenzo Bandini è un quindicesimo posto assoluto. Nel frattempo Goliardo Freddi apre un nuovo garage ed affida la gestione a Lorenzo. Fra Margherita Freddi e Lorenzo Bandini esplode l’amore, ma Lorenzo convince Margherita a rimandare le nozze per acquistare una Fiat 8V 2000 che prepara personalmente..
Partecipa a diverse gare, vincendo la Lessolo-Alice e giungendo terzo alla Trento-Bordone. Nel 1958 è primo nella gran turismo alla Nuova Mille Miglia. Il lavoro aumenta e nel medesimo anno acquista una Volpini Junior 1000 con la quale ottiene ottimi risultati. Nel 1959 è secondo alla Pontedecimo-Giovi, sesto a Sassari, primo di classe alla Catania-Etna e terzo alla Coppa d’Oro in Sicilia. Le prime vittorie arrivano al Trofeo Crivellari ed alla Coppa Madunina. Forte di questi risultati, si reca a Modena ed acquista una Stanguellini. Appoggiato da Margherita e dal futuro suocero, Lorenzo Bandini si concentra sulla Formula 1 sperando di divenire pilota Ferrari, ma sulla sua strada nel 1961 trova l’amico Giancarlo Baghetti che gli soffia il posto. In soccorso di Bandini arriva Mimmo Dei, patron della Scuderia Centro Sud che gli propone di correre in Australia ed in Nuova Zelanda oltre ad un contratto di Formula Uno con una Cooper-Maserati. L’esordio nella massima formula avviene nel 1961 a Pau quando arriva terzo assoluto. Ora a 26 anni è un pilota con un grosso bagaglio di esperienza, soprattutto è uno che viene dalla gavetta, dall’officina e ben conosce la meccanica. In Australia si fa un nome contro avversari come McLaren, Surtees, Jim Clark, Jack Branham. La sua fama non tarda ad arrivare anche in Italia e precisamente a Maranello. Il 18 giugno 1961 Lorenzo Bandini corre ancora con la Scuderia Centro Sud il G.P. del Belgio dimostrando di non essere inferiore ai grandi dell’automobilismo. Nel 1962 approda alla corte di Maranello, pur disputando una stagione in alternativa con i precedenti impegni presi con Mimmo Dei. Con la Ferrari corre il G.P. di Montecarlo giungendo terzo e vince il G.P. del Mediterraneo ed il G.P. di Enna.
Con Giancarlo Baghetti ottiene il secondo posto alla Targa Florio su Ferrari 2000 Sport.
Nel 1963 conquista la 24 Ore di Le Mans e la classe 2000 alla Targa Florio in coppia con Ludovico Scarfiotti; ottiene il successo nella 3 Ore di Auvergne e buoni piazzamenti in formula uno. Corre anche con l’Alfa Romeo TZ1 aggiudicandosi la Coppa FIA a Monza.
Il 1964 è coronato principalmente dal matrimonio con Margherita Freddi, che lui chiama “Gio’”, ma è anche l’anno della prima vittoria in una prova del mondiale di F1: il Gran Premio d’Austria con la Ferrari. Corre molto con i prototipi della casa modenese, ottenendo ottimi piazzamenti ma nessuna vittoria. Nella classifica del mondiale è quarto con 23 punti a pari merito con l’americano Dan Ginther.
Con la stagione 1965, la sua è fama ormai consolidata come la sua conoscenza tecnica che lo porta al secondo posto nel G.P. di Monaco mentre è sempre nei primi dieci nelle altre gare del mondiale, chiudendo in sesta piazza il campionato di F1.
Ma il maggior successo avviene fra le sport prototipo, dove con la Ferrari P2 vince la Targa Florio, battendo l’agguerrito squadrone Porsche ed è quarto al Nurburgring su Dino Ferrari sempre in coppia con Nino Vaccarella.
Con Eugenio Scarfiotti e la Dino Ferrari, Lorenzo Bandini fa coppia fissa nelle sport prototipi per la stagione 1966. Giunge secondo alla 1000 km. del Nurburgring, quinto alla 12 Ore di Sebring, decimo alla 1000 km. di Monza. Nella massima formula è secondo al G.P. di Monaco e di Siracusa.
Il 1967 inizia decisamente bene. Con Chris Amon si aggiudica la 24 Ore di Daytona e la 1000 km. di Monza guadagnando morale e la certezza che questa sarebbe stata una stagione ad alti livelli. Con tali convinzioni e la solita meticolosità, sente la vittoria fra le mani, una vittoria importante: il G.P. di Montecarlo.
Lorenzo Bandini oggi è il personaggio del gran premio; è nell’aria la sua possibile vittoria, è il favorito. Lui sente tutta questa responsabilità ma è calmo, concentrato, sereno. Parla con Giorgio Scarlatti, pilota a riposo, ma vincitore con Bandini di una 4 Ore di Pescara. La rossa Ferrari n.18 viene appaiata sulla griglia di partenza, alla verde Brabham del campione del mondo Jack Brabham e l’ingegner Mauro Forghieri da le ultime indicazioni, “Vai calmo, ci sono cento giri, ricordalo”.
Louis Chiron abbassa il tricolore di Francia ed il Gran Premio prende il via. Bandini balza al comando seguito da Steward, Brabham, Hulme e Rindt. All’uscita della “chicane” Bandini sbaglia e Strewart, Hulme e Brabham lo infilano. Dopo pochi giri Jackie Steward prende il largo seguito da Dennis Hulme. Vengono poi incollati Bandini e Surtees. Nei primi giri la lotta è accesa ma cedono via via Steward, Clarck, Surtees. Verso metà corsa, Hulme conduce su Bandini e McLaren. Dopo sessanta tornate il distacco fra Hulme e Lorenzo Bandini è ridotto a 7” e 4. Franco Gozzi, addetto stampa e seduto vicino a Margherita, pregusta già il sapore della vittoria anche se Chris Amon è in netto recupero sul duo di testa. Guido Borsari, capo meccanico fin dai tempi della Scuderia Centro Sud, alza le braccia per segnalare a Lorenzo di aumentare e farsi sotto a Hulme che sembra in difficoltà.
Sessantun giri compiuti tutto procede bene, ma al giro successivo il distacco è salito a 11”. Al settantesimo passaggio a 14” ed all’ottantunesimo quasi a 20”. Margherita guarda Franco Gozzi; ancora una volta Lorenzo ha perduto, sarà soltanto secondo. Un sogno sfumato.
81’ giro del Gran Premio di Montecarlo, Lorenzo Bandini arriva alla “chicane”, una curva artificiale che devia verso il mare. Tutto sembra normale ma la ruota posteriore urta un’insegna pubblicitaria centrando una balla di paglia, sbatte contro un palo, picchia contro una bitta, perde due ruote e si capovolge quasi al centro della strada prendendo immediatamente fuoco. Lorenzo Bandini resta imprigionato sotto la vettura ormai divenuta un rogo spaventoso. Subito viene riempita di schiumogeno e rimessa sulle ruote con funi di fortuna da volontari senza adeguate protezioni. Si sganciano le cinture, Lorenzo da ancora segni di vita. Preso per le ascelle, perde sangue dal naso mentre viene “trascinato” fuori dalla Ferrari n. 18. Una scena straziante immortalata anche dalla televisione. Si cerca di spostare la vettura per estrarre definitivamente il pilota, ma questo movimento innesca nuovamente le fiamme che riavvolgono il pilota ed alcuni soccorritori. Alla fine riescono ad adagiarlo sull’asfalto.
Le vetture continuano a passare rombanti, Margherita riguarda il cronometro. Passa Dennis Hulme, passano i secondi ed ecco McLaren, e Chris Amon. Dov’è Lorenzo?
La voce dello speaker annuncia: incidente a Bandini.
Margherita lascia cadere il cronometro ed inizia a tremare. Lo sguardo è fisso sul punto dove sale una densa nuvola di fumo nero. E’ impossibile sapere qual è il dolore in quel momento. Una sensazione che nessuno vorrebbe mai provare. Ma, purtroppo, molte volta le donne del box lo provano.
Sono momenti terribili, interminabili: il film di una vita passa davanti agli occhi. I momenti felici, i momenti che ora sono solo un ricordo, quell’ultimo saluto. – Ciao Gio’.
Le sue ultime parole prima di percorrere il proprio destino.
“Montecarlo , domenica 7 maggio 1967.
“Giò vieni a svegliarmi all’una ed un quarto”.
Dopo aver accompagnato alcuni amici al ristorante, salii in camera per svegliarlo. Era gia pronto, con la borsa del casco ed una bottiglia d’acqua minerale.
“Ma come già pronto?” – “Si – mi rispose – andiamo è tardi”
Mentre prendevo i cronometri, Lorenzo già scendeva le scale a piedi e lo fissai. Ebbi un attimo di smarrimento: rividi la scena del film “Grand Prix”: le fredde mura dell’ospedale di Montecarlo, la moglie del pilota in attesa di notizie del marito uscito di pista. Chiusi gli occhi e pensai: Dio mio, perché questo pensiero?!
Prima della partenza mi si avvicinò e mi dette un bacio. Disse: “Gio’, oggi devo vincere, ciao.” Gli risposi: “Certo Lorenzino” e non dissi altro. Accarezzai i suoi capelli pregando come sempre, come prima di ogni sua corsa: Signore fa che non gli succeda nulla.
Lo guardai allontanarsi: ero sicura, anch’io come lui, che avrebbe vinto. Addio amore!
Margherita Bandini”
Dopo aver resistito per quasi cinque minuti in quell’inferno viene portato all’ospedale “Principessa Grace” dove, dopo tre giorni d’agonia, mercoledì 10 maggio, Lorenzo Bandini, 32 anni, pilota Ferrari, muore.
Fulvio Negrini
ADRENALINE24H