Oggi raccontiamo una storia di gare, dell’epopea motoristica Siciliana.
Un grazie all’inesauribile Fulvio Negrini
ADRENALINE24H
10 ORE DI MESSINA……..quando la notte sullo stretto era velocità pura……………………..
La guerra era ormai un brutto ricordo, volutamente dimenticata, specie per la Sicilia liberata il 17 agosto del 1943. Da quasi un decennio nell’isola si respirava la “normalità”. Le attività erano riprese e sotto la spinta degli anglo americani, l’isola conosceva il primo benessere del dopoguerra. Messina era la città più vicina al “continente”, una città di frontiera, dove il contatto con la nuova Italia era sentito ed immediato. Con la ripresa delle corse automobilistiche anche la voglia degli appassionati messinesi diventava sempre più forte. Non va dimenticato che già negli anni venti si correva la Coppa Vinci, poi Coppa Messina, sugli sterrati che si snodavano su per il colle S. Rizzo e lungo il littorale tirrenico. Al locale ACI c’era fermento per l’idea di organizzare, in assenza di un autodromo, un circuito tra le vie cittadine. Messina era vista come una piccola Montecarlo amplificata anche dal passaggio del Giro di Sicilia. Il Giro, seconda grande invenzione di Vincenzo Florio, nato con lo scopo di stimolare le autorità a dar luogo alla stesura dell’asfalto su tutte le grandi strade dell’isola, dopo la pausa bellica aveva ripreso il suo corso alla grande. I mille e passa chilometri del Giro di Sicilia erano anche una grossa cassa di risonanza per l’intera isola.
Fiat 1100 S ManciniIl direttivo dell’ACI messinese era formato da un gruppo di uomini tosti e decisi come Pirrone, Alessi, Irrera, De Natale che avevano nella testa l’automobile e nel cuore le corse. Il mese di agosto segnava una specie di capodanno per Messina, non soltanto per la festa secolare dell’Assunta ma anche per le serate dal clima mite che portavano tanta gente lungo la passeggiata a mare, ai giardini di villa Mazzini e lungo l’asse del porto di viale S. Martino. Erano serate vivaci con il Luna Park, la Fiera Campionaria, la Rassegna del Cinema dove ai migliori registi ed attori veniva assegnato il premio David di Donatello. Il Teatro dei Dodicimila, montato in cima alla scala di accesso del Comune, alternava spettacoli teatrali e musicali. All’interno del cortile comunale si teneva anche la Coppa Cesare Lo Forte, importante torneo di basket.
Aurelia B20 StarabbaLa partecipazione al Rallye di Montecarlo del 1951 con una Fiat 1100S di Antonio Pirrone e di Carlo Weigert divenne la miccia che fece trasformare l’idea in realtà. Nasceva la 10 Ore di Messina. La gara si sarebbe svolta lungo le vie principali della città. Il problema era l’ospedale Regina Margherita che rimaneva “isolato” per tutta la durata della corsa. Poco male, restavano altri due ospedali e non erano poi i tempi in cui la gente andava volentieri in ospedale, tutt’altro, si continuava a partorire in casa e le urgenze cardiologiche quasi non esistevano. Il progetto era ambizioso. La 10 Ore avrebbe avuto la sua massima riconoscibilità nella partenza tipo Le Mans e nello svolgimento prevalentemente notturno con l’arrivo alle otto del mattino.
Ferrari 735 Cortese-SterziAlle ore 22 in punto con i piloti schierati davanti alle macchine, prendeva avvio la prima 10 Ore. Era sabato 24 agosto 1952. I pronostici davano Clemente Biondetti su Ferrari 212MM in coppia con Franco Cornacchia favorito mentre altre tre Ferrari, quella di Biancamaria Piazza, Moroni e di Gazzabini-Ferraguti potevano solo giocare il ruolo di comprimarie. Subito dopo il via Biondetti cedeva il comando per un paio di giri alla Ferrari 212E di Gazzabini per poi balzare in testa ad una media superiore ai 108 km./ora. Moroni con la 166MM risultava già doppiato dopo le prime due ore mentre dietro la lotta tra i piloti locali era molto calda con la Lancia Aurelia dei fratelli Donato che occupava la migliore posizione in classifica. Alla quinta ora con Cornacchia al volante, gli inseguitori si facevano sotto ma senza impensierire più di tanto la Ferrari della scuderia Guastalla. A due ore dal termine si arrendevano i fratelli Donato con grande delusione dei tifosi locali.
Mario PiccoloAlle 8 del mattino la prima 10 Ore di Messina terminava con il successo di Biondetti-Cornacchia a 98 km/ora di media davanti alla Ferrari di Gazzabini-Ferraguti ad a quella di Moroni. Garufi-Ubbiali erano quarti con l’Aurelia B21 precedendo la Ferrari di Piazza e l’Alfa 1900 di Becucci. Il Turismo Internazionale fino a 750cc andava a Scaletta su Zagato e quello fino a 1500cc a Matteucci su Fiat 1400.
Franco CornacchiaLa seconda edizione si annunciava alla grande per la presenza di Renzo Castagneto come Direttore di Corsa e Giovanni Canestrini inviato della Gazzetta dello Sport. Tra i piloti spiccavano i nomi di Eugenio Castellotti in copia con Musitelli e di Franco Cornacchia con Giovanni Bracco sulle Ferrari 250MM.
Roberto SgorbatiPiotti-Moroni e Pinzero-Strazzi avevano le Ferrari 225S mentre i fratelli Mancini erano alla guida di due diverse Ferrari 2560. Nella classe fino a 2000 i favori del pronostico si dividevano tra la Ferrari di Sterzi-Cortese e quella dei fratelli Donato. Al via anche le Aurelia B20 di Bordonaro e Pucci, le Alfa 1900 di “Ivanhoe”, Musmeci, Della Favera, le Fiat V8 di Simontacchi e Gravina. Nelle sport fino a 750 spiccava la Nardi-Danese di Piccolo, la BMW di Faranda e la Stanguellini di Luvarà. Come previsto alle 22 in punto, Canestrini dava il via e subito Castellotti balzava al comando seguito da Ferraguti, Pinzero e Bracco. Al decimo giro Castellotti otteneva il record del circuito mentre Bracco era costretto a cedere il volante a Cornacchia per un leggero malore.
Eugenio Castellotti
Grande la corsa del barone Pucci con l’Aurelia B20 che a metà gara occupava la terza piazza. Nella calda notte messinese il rombo dei motori era altissimo ed il folto pubblico seguiva con grande entusiasmo la corsa. Alla fine Castellotti portava al trionfo la sua Ferrari davanti alla gemella di Cornacchia mentre Pucci-Sarzana chiudevano al terzo posto precedendo Piotti e Pinzero. Grande anche la corsa di Sterzi-Cortese, ottavi, autori di un grande recupero. Nella classe 750, Gepi Feranda e Mario Piccolo passavano alla storia per non aver ceduto mai il volante ai loro secondi.
Ferrari CornacchiaL’edizione del 1954 si presentava in grande spolvero con le Ferrari di Maglioli, Cornacchia, Cortese e Landi da un lato e le Maserati di Luigi Musso, Ferraguti e quella dei fratelli Donato dall’altro. Al via anche le Alfa 1900 di Della Favera, Carini, Salviati e Buticchi, le Aurelia B20 di Starabba, Russo e Perella, l’Osca 2000 dei fratelli Sgorbati, la Fiat V8 di Elio Zagato. Dopo la partenza era Gerini, compagno di Cornacchia che prendeva il comando inseguito da Luigi Musso e Roberto Sgorbati. La media era altissima tanto che Gerini con la Ferrari 250 Monza doppiava tutti salvo Umberto Maglioli. Nel frattempo Musso era ai box per un problema meccanico che lo costringerà ad una forsennata rincorsa. Fermo anche Mario Piccolo che precedeva di poco il ritiro, dopo due ore di gara, dei favoriti Maglioli-Piotti. Nel frattempo Musso si portava al terzo posto dietro a Sgorbati mentre Gerini otteneva il record del circuito in 3’ e 38”. Luigi Musso, dopo un’altra sosta, stabiliva il nuovo record sul giro in 3’ e 36”. Cornacchia e Gerini avevano ormai la vittoria in pugno ma in piazza Castronovo la loro Ferrari rompeva la trasmissione costringendoli al ritiro. Così erano i fratelli Sgorbati su Osca MT4 ad aggiudicarsi questa 10 Ore davanti alla Ferrari 3000 di Colucci-Meloni ed alla Fiat V8 di Zagato-Simontacchi mentre Bernardini-Matteucci su Alfa 1900 vincevano il Turismo.
G.Hill e Dan MarguliesLa 10 Ore del 1955 faceva un grosso salto di qualità anche se il mondo delle corse era stravolto dalla tragedia di Le Mans avvenuta un mese e mezzo prima. A Messina si presentarono le squadre ufficiali di Ferrari e Maserati. La casa del cavallino poteva contare su Castellotti-Trentignant, Maglioli-Gendebien ed i locali Bordonaro-Piotti con le potenti 750 Monza oltre a Franco Cornachia in coppia con Cico Landi con la 3000. Nella classe fino a 2000 favorite erano le 500 Mondial di Gilberto Cornacchia-Rossi, Munaron-Byriado e Dos Santos-Caballen. La Maserati schierava Berha-Luigi Musso e Miéres-Bordoni con le 300S mentre nella classe 2000 era presente un nutrito gruppo di A6GCS tra cui quelle di Giuseppe Musso, Franco Donato e Maria Teresa De Filippis. Al via anche la Jaguar C Type di Margulies-Graham Hill. La 10 Ore aveva definitivamente assunto l’indirizzo specifico per le vetture Sport anche se non mancavano le Aurelia B20 di Colucci e Piccolo oltre alla Fiat 8V di Consiglio-Finochiaro. Era ancora una volta Renzo Castagneto il mossiere che alle ore 22 in punto del 23 luglio dava il via alla quarta edizione. La lotta era subito tra Maglioli e Castellotti con Berha e Miéres che inseguivano. Eugenio Castellotti era in forma smagliante tanto da abbassare subito il record sul giro con 3’ e 28”.
O.Gendebien Ferrari 750 MonzaLa Ferrari di Maglioli stentava a tenere il ritmo e cedeva il secondo posto alla Maserati di Musso che però era costretto ad una sosta ai box. A questo punto in seconda piazza passava a Miéres davanti alla Jaguar di Margulies con Musso e Berha quarti. Dopo cinque ore di corsa, Graham Hill usciva di strada nei pressi di Bagni Vittoria e Miéres denunciava noie meccaniche così che Bellucci con la Maserati A6GCS oltre al primo posto nella classe 2000, conquistava la terza piazza davanti a Gino Munaron. La seconda metà di gara vedeva la coppia Castellotti-Trentignant saldamente al comando mentre nella classe 2000 la lotta era avvincente tra Munaron, Maria Teresa De Filippis e Dos Santos. Nel frattempo Maglioli si fermava definitivamente. Dopo la lunga notte, la bandiera a scacchi si abbassava davanti alla Ferrari 750S di Castellotti-Trintignant che precedevano i sudamericani Dos Santos-Caballen con la 500 Mondial. Terzo posto per Maria Teresa De Filippis in coppia con Musitelli davanti a Miéres-Bordoni. L’edizione del 1955 sarà ricordata come la più dura con solo 8 classificati su 23 partenti.
Lulù Chiramonte Ferrari 750 MonzaLa quinta edizione si apriva con alcuni problemi di carattere ambientale. Dopo la tragedia di Le Mans le corse su strada venivano viste in altro modo. Prendeva consistenza l’opinione di limitare il fracasso di una corsa automobilistica di notte in pieno centro città, oltre al solito problema dell’ospedale Regina Margherita bloccato per tutta la durata della gara, ora poco tollerato.
Antonio Pucci Porsche 356 CarreraPer evitare l’annullamento si decise di ridurre la gara a sole 5 Ore con partenza alle venti ed arrivo all’una. Per l’edizione del 1956 la lotta era ancora tra Le Ferrari e le Maserati nella classe maggiore con la sola presenza della Gordini di Ricci-Bordoni e l’Alfa Romeo 6C 3000 di Karnell-Bonnier. A parte Gerini in coppia con Cornacchia, Bordonaro, Pucci e Randazzo non c’erano nomi di cartello per questa edizione. Nella classe fino a 2000 i favori andavano a Gino Munaron in coppia con Scarabba sulla Ferrari 500 TR davanti al semisconosciuto Phil Hill, Landi, Cortese e Carini.
Sorrentino cede la guida a Boffa 1958 Maserati A6GCSNella 1500 invece era Hermann con la Porsche il favorito assieme alla coppia Bonnier-Piper su Maserati 150S. Subito dopo la partenza era un assolo di Phil Hill con la Ferrari 500TR con la sola coppia Benoit-Musy su Maserati a contrastare l’americano fino al ritiro. La Maserati conquistava comunque il secondo posto con Franco Bordoni mentre Barreto era terzo con la Ferrari 750 Monza davanti a Cortese. Nella Sport fino a 1500 era Garavaglia con la Maserati 150S a vincere.
Il 1957 fu l’anno di pausa dovuto all’evento tragico della Mille Miglia che di fatto portò alla sospensione di quasi tutte le gare su strada.
Maria Teresa De Filippis con Isabella TaruffiNel 1958 la 10 Ore di Messina riprese il suo corso trasferendosi però ai laghi di Ganzirri risolvendo se pur con rammarico, le problematiche insite del circuito cittadino. Al via i favoriti erano Maria Teresa De Filippis e Bordoni con le Maserati, Murray con la Lotus e la coppia Starabba-Cortese con la Ferrari mentre in quella fino a 1500 Cabianca-Lo Coco con la Osca e Heinz-Stahle con la Porsche 550RS. Nella turismo fino a 2600 la sfida era concentrata tra Vaccarella-Breviglieri con l’Aurelia B20, Pucci-von Hanstein con la Porsche 356 Carrera e Tramontana-Todaro con la Maserati A6GC 2000. La direzione gara veniva offerta a Piero Taruffi che, dopo la vittoria nella tragica Mille Miglia del 1957, aveva smesso di correre per mantenere una promessa fatta alla moglie Isabella.
Bino Heinz Porsche 550 RS 1958Le norme di sicurezza erano esemplari tanto che nella notte grazie all’intervento di Antonio Pirrone, dirigente della Società Elettrica e gravemente ammalato, vennero arretrati tutti i pali della luce nel tratto tra Faro e Granatari. Per questa edizione mancavano i grossi nomi e sul nuovo tracciato si tornava alle originali dieci ore. Al via era subito la Porsche di De Beaufort a prendere il comando tallonata dall’Osca di Cabianca. Al quinto giro iniziarono già i doppiaggi ed al decimo passaggio il leader stabiliva il record sul giro in 2’ e 27”. Al ventesimo passaggio Maria Teresa De Filippis perdeva il controllo della sua Maserati volando in un campo di pomodori nella massima oscurità. Un commissario accorso si sentì dire: “Scusi ha mica un fiammifero?” Al giro successivo sia De Beaufort che Cabianca furono costretti a mollare la testa della corsa per problemi meccanici lasciando al comando Colin Devis con l’altra Osca. Giulio Cabianca, rientrato in pista dopo una lunga sosta, stabiliva il nuovo record sul giro in 2’ e 23”.
Osca 1500, Isabell HaskellDopo una grande lotta prendeva il comando Heinz con la Porsche 356 Carrera davanti a Devis-De Tomaso mentre Monti-Zanotti erano terzi. Successivamente Cabianca si fermava il definitivamente e De Beauford, rientrato dopo una lunga sosta, stabiliva il nuovo record sul giro in 2’ e 22”. Per l’unica Ferrari al via, quella di Starabba-Cortese, arrivava la beffa nel finale causa mancanza di benzina mentre il ritiro di Drogo-Haskell e l’uscita di strada di Monti, portavano la Maserati di Bellucci e Boffa al terzo posto assoluto. L’ultima 10 Ore vedeva così il successo di Heinz-Strahle con la Porsche 550RS davanti all’Osca 1500 di De Tomaso-Davis ed alla Maserati A6GCS di Boffa-Bellucci. Quarta piazza per la 356 A Carrera di Pucci-von Hanstein davanti alla Aurelia B20 di Conigliaro, alla Lotus di Murray ed all’altra B20, quella di Vaccarella-Breviglieri.
Con l’edizione del 1958 si concludeva la storia della 10 Ore Notturna di Messina e con essa anche un epoca in cui coraggio, avventura, altruismo, erano nello spirito della gente come il proprietario di quello spigolo di muretto lungo il torrente Annunziata che rendeva problematica l’impostazione della curva. Lo spigolo ogni anno veniva demolito qualche giorno prima e ricostruito subito dopo la corsa.
Erano altri tempi……………….
Fulvio Negrini
Credito fotografico: Bolidi di Notte di N. Minutoli – www.minutoliracing.com