La mia storia con un felino Ti conobbi vedendo un’immagine
su una rivista specializzata, dalle pagine satinate. Una tra le tante. Tentennavo, per incontrarti, ma dopo una breve riflessione chiamai per prendere un appuntamento. Io siciliano, tu romana anche se trapiantata in Toscana. Dovetti far un viaggio aereo, mi venne a prendere il tuo custode, che nel frattempo ti aveva imbellettata.
Mi aspettavo tutto ciò, ma per aver più sicurezza della tua salute, avevo prenotato una visita da uno specialista. Appena ti vidi restai estasiato. Le foto non rendevano, quanto la visione di presenza. Eri lunga, scura, con dei bei accessori splendenti. L’interno, all’opposto, candido con una pelle morbida e setosa. Un amore a prima vista. Passeggiando, ti portai a visita. Loro ti accolsero come meritavi. Una Regina… e dopo averti sottoposta ad un check-up generale, ti riconsegnavano nelle mie mani. Concludemmo l’accordo con il tuo tutore. Quindi partimmo insieme. Avevo prenotato una nave, affinché insieme tornassimo in Sicilia. Gli sguardi invidiosi dei marinai e camionisti presenti al porto fecero accendere in me la gelosia. Non avevo mai provato tutto ciò. Lungo il viaggio avesti il tempo di raccontarmi la tua storia. Il tuo primo rapporto, ancor giovanetta, fu consumato con un benestante Notaio romano, vita tra club e circoli. Poi lui ti lasciò, e dopo un periodo di solitudine, trovasti compagnia nella terra di Galileo Galilei, Pisa. Viaggiasti in lungo e largo per Italia, senza sosta.
A quanto seppi venisti trattata sempre bene, ma anche questa convivenza ebbe termine. Lui ti sostituì per una più giovane e prestante. Giunti a casa, non perdetti occasione per stare insieme. Ti portai al mare, sulle nevi accecanti della nostra Etna, ed addirittura su una piccola isola vulcanica. Il passeggiare per diporto ormai era troppo poco per il nostro rapporto. Allora decidemmo di comune accordo di fare dello sport insieme. Ci accostammo alle gare di regolarità. Come neofiti ci avvicinammo in punta di piedi, avendo voglia di imparare le tecniche ed i segreti dai veterani. Tanta delusione prima di ottenere qualche risultato, e poi gli altri partecipanti commentavano che la mia lei non era tagliata per queste attività. Troppo lunga, il muso troppo sporgente, troppo larga. Proprio non aveva il “physique du rôle”. Sordo a questi commenti, proseguimmo il nostro percorso, tra alti e bassi. Raggiungemmo buoni risultati, e non passava domenica per trascorrerla insieme sulle strade siciliane. La foga del primo periodo di convivenza, mi faceva apparire tutto roseo, ma con l’andar del tempo scoprii un tuo vizietto. Bevevi, si bevevi troppo, e secondo come ti trattavo, sempre di più. Cercai di farti allontanare dalla brutta strada. Imparai a guidarti per evitare che ricadessi nelle tentazioni, ti portai su percorsi ondulati e pianeggianti, mai in salita, evitando fango e buche. e giornate piovose…. Solo il sole doveva far brillare la tua livrea scura, anche se soffrivi il caldo. Eri il mio felino, acquattato in un angolo, sornione, pronto a fare un balzo fulmineo…e proprio per questo sei insostituibile. Gli anni trascorsero, e qualche piccolo acciacco venne fuori. Cose di ordinaria amministrazione, visto l’età. Richiedevi attenzioni e cure particolari, quelle che ti meritavi. Il tuo percorso di vita è stato legato ad un esame che dovesti superare. Prima di tutto ciò, una buona preparazione ed un lifting superficiale con creme
della “Meguiars” di cera pura e sintetica che ti fornirono una protezione più ampia, amplificando la riflettività.
I tuoi riflessi danno una incredibile profondità al tuo colore. Il giorno dell’esame, sveglia alle sei del mattino e trasferimento a Trapani. Dopo un’attesa di qualche ora, l’esame fu superato a pieni voti, anche se la commissione, nordica, era molto esigente. Per festeggiare ti feci fare il pieno alla “Conchiglia”. Contenti ritornammo a casa. Arrivò il giorno in cui mi consegnarono la targa, che si era meritata, che era color dell’oro. Tu volevi mostrarla con fierezza, perché l’avevi conquistata con il sudore della fronte. La nostra storia sportiva ci portava a gareggiare anche di notte, e queste esperienze forgiarono i nostri caratteri. Talvolta mi hai dato qualche dispiacere, richiedendomi l’intervento di un carro per il tuo soccorso, ma l’amore è così grande che questi eventi si dimenticano presto, e vengono colmati dalle grandi prestazioni che mi hai dato e che mi continui a dare. Siamo andati anche all’autodromo di Pergusa, e li hai uscito le unghie e sei scattata più veloce come non mai, fendendo l’aria gelida del catino asfaltato. Vincemmo pure qualche campionato di regolarità classic, e questo ci ha unito in modo indissolubile. Ti feci entrare nella grande famiglia dei felini maculati, e fregiarti del blasone del loro marchio distintivo. Se non è chiaro, non sto parlando di una donna, ma della mia vettura. Trattasi di una Jaguar XJ S 3.6 del 1987 di colore nero, con interni in pelle chiara con cerchi Pepperpot. Abbiamo trascorso fino ad oggi 14 anni di un fedele rapporto. Molte volte mi viene in mente di cambiarla con una più vetusta, ma non riesco a trovare una vettura con caratteristiche simili.
Eleganza e sportività sono un dualismo che ricercherei in una sostituta, insieme a comodità ed handing. Scrivere di LEI mi è venuto spontaneo, ed evito di far leggere queste parole a mia moglie, poiché potrebbe ingelosirsi, ma parlare di un oggetto in questi termini, fa comprendere quanta passione scorre nelle mie vene. Curarla, comprare accessori di vestiario del suo stesso marchio, teloni per la sua copertura con il suo logo, ed avergli un luogo dove poter essere custodita, tra una gara e l’altra, sono sfrutto di sacrifici che mi sento di fare. Giuseppe Scuderi